Biodiversità e conservazione Clima

One Planet: riequilibrare i finanziamenti tra clima e biodiversità

Il Vertice One Planet quest’anno si è incentrato sugli impegni concreti per preservare e ripristinare la biodiversità sulla quale la pressione delle attività antropiche ha raggiunto livelli tali da mettere in pericolo la salute e la sicurezza dell’uomo. Le varie iniziative supportate o lanciate nell’occasione sottolineano la necessità che i finanziamenti si indirizzino, oltre che a ridurre le emissioni di gas climalteranti, anche verso soluzioni basate sulla natura che concorrono a contrastare i cambiamenti climatici.

Si è svolta a Marsiglia l’11 gennaio 2021, anche se per la maggior parte i Capi Stato e di Governo sono intervenuti in live streaming, la IV edizione del Vertice One Planet, una piattaforma finanziaria per assumere impegni per contrastare i cambiamenti climatici voluto dal Presidente francese Emmanuel Macron, a seguito dell’annuncio di Donald Trump che gli Stati Uniti sarebbero usciti dall’Accodo di Parigi.

Quest’anno One Planet Summit, organizzato in collaborazione con le Nazioni Unite e la Banca Mondiale si è concentrato sugli impegni concreti per preservare e ripristinare la biodiversità in vista della Conferenza delle Parti della Convenzione ONU sulla Diversità Biologica (COP15-CBD) di Kunming (17-30 maggio 2021), atteso che la CBD nel suo ultimo Rapporto (GBO-5) ha rilevato che nessuno degli obiettivi di Aichi fissati 10 anni fa alla Conferenza di Nagoya è stato raggiunto.

La crisi sanitaria ed economica correlata alla pandemia di COVID-19 è un drammatico promemoria dell’importanza della natura per la nostra vita quotidiana e per le nostre economie: la biodiversità è la nostra assicurazione sulla vita. Tuttavia, il danno agli ecosistemi è senza precedenti e avrà importanti conseguenze sugli stili di vita e sul benessere nei decenni a venire.

Invertire questa tendenza è una grande sfida per il prossimo decennio: dobbiamo ripensare al nostro rapporto con la natura. È una grande sfida sociale ed economica che richiederà una profonda trasformazione delle catene del valore, dei nostri modelli di business e delle nostre abitudini di consumo, per porre fine ai modelli di produzione distruttivi degli ecosistemi..

Questa sfida globale richiede un’azione concertata a tutti i livelli (internazionale, nazionale, locale) e da parte di tutti gli attori (governi, organizzazioni internazionali, imprese, associazioni, cittadini, ecc.). Non casualmente, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il Decennio 2021-2030 per il Ripristino dell’Ecosistema”, con l’obiettivo di potenziare in modo rilevante il ripristino degli ecosistemi degradati o distrutti come misura per combattere le crisi climatiche e migliorare la sicurezza alimentarel’approvvigionamento idrico e la biodiversità.

Nel suo intervento, Macron ha ricordato come un Rapporto delle Nazioni Unite del 2019 sulla biodiversità ha mostrato che le attività umane stanno mettendo la natura in difficoltà più che in qualsiasi altro momento della storia umana, con l’estinzione che incombe su oltre 1 milione di specie di piante e animali.

Sappiamo ancora più chiaramente nella crisi che stiamo attraversando che tutte le nostre vulnerabilità sono correlate – ha detto Macron.- La pressione sulla natura esercitata dalle attività umane sta aumentando le disuguaglianze e minacciando la nostra salute e la nostra sicurezza. Possiamo invertire questo percorso se decidiamo di farlo “.

L’evento è stato suddiviso in 4 tematiche:
la protezione degli ecosistemi terrestri e marini;
l’agroecologia;
i finanziamenti per la biodiversità;
il legame tra deforestazione, specie e salute umana

Per ogni tema, i leader intervenuti hanno affrontato le preoccupazioni e presentato le principali iniziative.
The Great Green Wall Accelerator (GGW Accelerator) che attraverso un finanziamento di oltre 14 miliardi di dollari entro il 2025 darà una spinta alla realizzazione dell’iniziativa africana La Grande Muraglia Verde, nata negli anni ’80 con l’obiettivo di creare una “cintura” verde orizzontale sotto il deserto del Sahara per prevenire la desertificazione del Sahel e del Corno d’Africa e fornire servizi ecosistemici come acqua potabile e suolo coltivabile. Per l’Accelerator la Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha annunciato che saranno mobilitati maggiori finanziamenti per questa iniziativa cui l’UE concorre con 700 milioni di euro all’anno.

High Ambition Coalition for Nature and People (HAC), una coalizione intergovernativa co-presieduta da Costa Rica, Francia e Regno Unito, che si propone di proteggere il 30% della terra e degli oceani entro il 2030 (30×30)   Più di 50 paesi si sono uniti a questa coalizione per esprimere l’ambizione di proteggere oltre il 30% della terra e del mare entro il 2030 e innescare un cambiamento trasformativo per il futuro di tutta la vita sulla terra. Questa ambizione è necessaria per proteggere le specie, la biodiversità e i servizi ecosistemici e per raggiungere altri obiettivi ambientali come quelli climatici dell’Accordo di Parigi. Nel corso dell’evento altri 5 Paesi hanno annunciato la loro adesione all’iniziativa, portando il totale ad oltre 50 Paesi.

The Mediterranean exemplary sea by 2030, l’iniziativa co-presieduta da Spagna, Francia e Principato di Monaco, e di cui fa parte anche l’Italia, che si incentra su 4 obiettivi:
proteggere il 30% dell’area marina e rinforzare ulteriormente la protezione dell’attuale 10%;
porre fine alla pesca eccessiva entro il 2030;
mettere al bando la plastica monouso entro il 2030;
rendere più verdi i trasporti marittimi.
L’iniziativa sarà il punto di partenza per il coinvolgimento non solo degli Statii, ma anche gli attori regionali, le rappresentanze di base, la società civile e il settore privato.

The Taskforce on Nature-related Financial (TNFD), una iniziativa lanciata nell’occasione da due Ong (Global Canopy e WWF),dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP)e dall’Iniziativa di Finanziamento del Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP-FI) sostenuta da investitori privati che si prefigge di creare standard di rendicontazione per la biodiversità e il capitale naturale, proprio come quello per il clima (TCFD) che è sostenuto però dal G20, al fine di “orientare la finanza verso risultati che siano positivi per la natura”. 

Coalition for the convergence of climate and biodiversity funding, l’iniziativa volto a destinare il 30% dei finanziamenti per il clima direttamente alla biodiversità entro il 2030, promuovendo Nature-Based Solutions (NBS). Gli obiettivi climatici e la conservazione della biosfera sono intrinsecamente collegati. Gli scienziati ritengono che almeno il 30% delle soluzioni per porre rimedio agli effetti dei cambiamenti climatici dipenda dalla natura, vale a dire da foreste, oceani, praterie e zone umide sane. Eppure le risposte a queste due sfide sono troppo spesso attuate isolatamente e ci si concentra soprattutto sulle emissioni di gas serra, mentre attualmente solo il 3% viene investito per soluzioni nature-based.

PREZODE (preventing the emergence of zoonoses and pandemics),iniziativa lanciata dalla Francia  per prevenire i rischi zoonotici emergenti e le pandemie. Negli ultimi 50 anni, l’emergere di crisi sanitarie legate alle zoonosi ha preso velocità. In effetti, circa il 75% di queste malattie infettive umane che hanno origine da serbatoi animali sono dovute alla pressione esercitata sulla biodiversità. Questo è il motivo per cui è fondamentale che la scienza stia un passo avanti rispetto alle future crisi sanitarie anticipando i rischi delle malattie emergenti e rilevandoli tempestivamente, per poter agire prima che la malattia si diffonda. L’iniziativa si basa sull’approccio One Health che non separa salute umana, dal benessere degli animali e dell’ambiente.

La ripresa post-pandemia è la nostra occasione per cambiare rotta – ha affermato nel suo intervento il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres che ha ricordato come un Rapporto del WEF abbia evidenziato come opportunità di business correlate alla salvaguardia della natura potrebbero creare 191 milioni di posti di lavoro entro il 2030Con politiche intelligenti e investimenti giusti, possiamo tracciare un percorso che porti salute a tutti, rilanciare le economie, costruire la resilienza e salvare la biodiversità“.

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