Malattie e cure Salute

Zoonosi: le raccomandazioni per prevenire la prossima pandemia

Un Rapporto UNEP-ILRI, diffuso in occasione della Giornata mondiale delle Zoonosi (6 luglio), avverte che altre pandemie potrebbero emergere nei prossimi anni qualora i Governi non adottino misure attive di prevenzione e di attuazione dell’approccio “One Health”, che si basa sul riconoscimento che la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema sono correlate.

In occasione della Giornata Mondiale delle Zoonosi, che viene celebrata il 6 luglio per commemorare il giorno in cui nel 1885 il biologo francese Louis Pasteur somministrò con successo il primo vaccino contro la rabbia, malattia zoonotica, l’UNEP (Programma Ambiente delle Nazioni Unite) ha diffuso il Rapporto Preventing the Next Pandemic: Zoonotic Diseases and how to break the chain of transmission” (Prevenire la prossima pandemia: malattie zoonotiche e come spezzare la catena della trasmissione) della serie UNEP’s Frontiers Report, frutto della collaborazione con il prestigioso Istituto internazionale di ricerca zootecnica (ILRI) che fa parte del CGIAR (Consultative Group for Agricultural Research), oltre che di altri organismi internazionali. .

Le zoonosi sono le infezioni trasmissibili dall’animale all’uomo, come il nuovo coronavirus responsabile della pandemia di Covid-19.Ne sono state riconosciutepiù di 200 tipi che non generano per lo più particolari sintomatologie, ma alcune zoonosi sono state drammaticamente fatali ben più dell’attuale pandemia, come avvenuto un secolo fa con la cosiddetta “Spagnola” che avrebbe causato tra i 50 e i 100 milioni di morti.

Proprio l’International Livestock Research Institute (ILRI) in uno Studio condotto nel 2012 aveva identificato 13 zoonosi responsabili della morte di 2.2 milioni di persone all’anno. Il fenomeno non riguarda purtroppo solo i Paesi in via di sviluppo, ma anche alcune aree geografiche di Europa e USA dove sono comparse nuove zoonosi, alcune altamente infettive o addirittura resistenti alle terapie.

Solo negli ultimi due decenni, le malattie zoonotiche hanno causato perdite economiche per oltre 100 miliardi, a cui si aggiungono ora i costi economici della pandemia di Covid-19, che dovrebbero raggiungere 9.000 miliardi di dollari.

Le zoonosi, per me, sono problemi centrali come la povertà e la disuguaglianza – ha affermato Doreen Robinson, a capo della sezione Fauna selvatica dell’UNEP, nonché co-autrice del Rapporto – Queste malattie colpiscono pesantemente le persone nei Paesi meno sviluppati. Solo quando si verifica una pandemia come quella del Covid-19 allora il problema diventa di tutti”.

Covid-19 è solo l’ultima di un numero crescente di pandemie zoonotiche che si sono succedute negli ultimi venti anni (Ebola, SARS, Zika, MERS, Aviaria, AIDS/HIV), la cui diffusione da ospiti animali a popolazioni umane è stata intensificata dalle pressioni antropogeniche.

Altri focolai zoonotici emergeranno, avverte il Rapporto UNEP-ILRI, a meno che i Governi non adottino misure pro-attive per prevenire future pandemie, impedendo ad altre zoonosi di infettare la popolazione umana.

La scienza è chiara che se continuiamo a sfruttare la fauna selvatica e distruggere i nostri ecosistemi, dovremo aspettarci di vedere un flusso continuo di queste malattie che passano dagli animali agli umani negli anni a venire – ha affermato il Direttore esecutivo dell’UNEP, Inger AndersenLe pandemie sono devastanti per le nostre vite e le nostre economie e, come abbiamo visto negli ultimi mesi, sono le persone più povere e vulnerabili a soffrire di più. Per prevenire futuri focolai, dobbiamo diventare molto più decisi sulla protezione del nostro ambiente naturale“.

L’approccio che gli autori del Rapporto propongono è quello denominato “One Health” che riunisce le competenze di sanità pubblica, veterinaria e ambientale, quale metodo ottimale per prevenire e rispondere alle epidemie e pandemie di malattie zoonotiche. In particolare, tale approccio sollecita gli Stati a promuovere l’agricoltura sostenibile, rafforzare gli standard di sicurezza alimentare, monitorare e aiutare a migliorare i mercati alimentari tradizionali, investire nelle tecnologie per tenere traccia delle epidemie e garantire nuove opportunità di posti di lavoro a coloro che commerciano la fauna selvatica.

Per prevenire futuri focolai, i Paesi hanno bisogno di una risposta coordinata alle malattie zoonotiche emergenti, fondata sulla scienza – ha sottolineato Delia Grace, Professoressa di Sistemi di sicurezza alimentare presso il Natural Research Institute del Regno Unito ed epidemiologa veterinaria presso l’ILRI, nonché autrice principale del Rapporto – I virus non hanno bisogno di un passaporto. Non è possibile affrontare questi problemi su basi nazionali. Per essere efficaci dobbiamo integrare le nostre risposte sia per la salute umana, che per quella degli animali e degli ecosistemi”.

Le 10 Raccomandazioni per le imprese, la società civile e i responsabili politici per prevenire futuri focolai di malattie zoonotiche.
– Investire in approcci interdisciplinari, tra cui One Health;
– Ampliare l’indagine scientifica sulle malattie zoonotiche;
– Migliorare le analisi costi-benefici degli interventi per includere la contabilità a costi interi degli impatti sociali delle malattie;
– Sensibilizzare sulle malattie zoonotiche;
– Rafforzare le pratiche di monitoraggio e regolamentazione associate alle malattie zoonotiche, compresi i sistemi alimentari;
– Incentivare le pratiche di gestione sostenibile del territorio e di sviluppo di alternative per la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza che non si basino sulla distruzione degli habitat e della biodiversità;
– Migliorare la biosicurezza e il controllo, identificando i fattori chiave delle malattie emergenti nell’allevamento degli animali e incoraggiando misure comprovate di gestione e controllo delle malattie zoonotiche;
– Supportare la gestione sostenibile di territori e ambienti marini che migliorino la coesistenza sostenibile di agricoltura e fauna selvatica;
– Rafforzare le capacità tra le parti interessate per la salute in tutti i Paesi; 
– Rendere operativo l’approccio One Health nella pianificazione, attuazione e monitoraggio dell’uso del suolo e dello sviluppo sostenibile, tra gli altri settori.

Per prevenire futuri focolai– ha commentato il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres che ha accolto con soddisfazione il Rapporto – i Paesi devono conservare gli habitat selvatici, promuovere l’agricoltura sostenibile, rafforzare gli standard di sicurezza alimentare, monitorare e regolare i mercati alimentari, investire nella tecnologia per identificare i rischi e frenare il commercio illegale di fauna selvatica“.

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