Aree protette e parchi Biodiversità e conservazione

Alla scoperta del Parco Naturale Regionale Fiume Ofanto

Tra cultura, storia, natura, innovazione, ripresa produttiva, sviluppo economico e sociale nella più ampia prospettiva nazionale ed europea per tutelare e valorizzare l’ambiente e stimolare lo sviluppo economico sostenibile

Una porzione di territorio protetta e ben gestita apporta benefici non solo al territorio stesso, al paesaggio, alla ricchezza della biodiversità, ma anche al tessuto socioeconomico che vi insiste, divenendo opportunità di sviluppo e occasione, anche di stimolo per la P. A. che già di per sé deve confrontarsi quotidianamente con scelte sempre più sostenibili.

In questo senso, un case history è quello del Parco Regionale Naturale Fiume Ofanto, istituito nel 2007 con l’idea, non solo di coniugare: cultura, storia, natura, innovazione, ripresa produttiva, sviluppo economico e sociale nella più ampia prospettiva nazionale ed europea.

Per saperne di più abbiamo rivolto alcune domande a Benedetto Miscioscia, funzionario tecnico del Parco.

Quali sono stati gli obiettivi che hanno portato all’istituzione del Parco?
Innanzi tutto il riconoscimento dell’importanza di questa porzione di territorio da tutelare per dare ulteriore concretezza ad un progetto di valorizzazione e di recupero di un’area naturale interessata dal primo fiume dell’Italia centro-meridionale che attraversa la larghezza della penisola dalla Campania sino all’Adriatico, in Puglia, tra Barletta e Margherita di Savoia e, in Puglia coinvolge i Comuni di Ascoli Satriano, Candela, Cerignola, Barletta, Margherita di Savoia, Minervino Murge, Rocchetta Sant’Antonio, San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli, Canosa e Spinazzola”.“I comuni di Minervino Murge e Spinazzola pur non interessati direttamente dal percorso del fiume Ofanto,  rientrano nell’area del Parco in quanto dalle pendici del comune di Spinazzola ha origine il  torrente Locone, uno dei più importanti affluenti di destra dell’Ofanto che attraversa il comune di Minervino Murge delimitando per un tratto il confine tra Puglia e Basilicata per confluire nell’omonimo invaso denominato “Diga Locone”.

L’idea di fondo è stata proprio quella di voler dare un valore aggiunto al territorio a partire dal ripristino di quelle forme di naturalità che rappresentano un paesaggio in continuo mutamento attraverso tre regioni e che per la nostra Provincia di Barletta-Andria-Trani, sono una risorsa unica e preziosa”.

Quali sono le meraviglie del Parco Naturale Regionale Fiume Ofanto in termini di biodiversità?
Innanzi tutto va detto che nei pressi del fiume Ofanto sono presenti ben 60 specie tra mammiferi, uccelli, pesci, anfibi e rettili. Senza contare l’animale-simbolo del Parco, la lontra (Lutra lutra) sul quale si è pensato anche ad un progetto specifico per la moltiplicazione degli individui considerato il suo status di specie fra le più minacciate a livello nazionale”.


Presente anche il Lupo (Canis lupus), e l’esclusivo Gatto selvatico (Felis silvestris), senza contare 12 specie dell’ordine dei Chirotteri (pipistrelli).


Nell’avifauna vantiamo le presenze di rapaci come il Lanario (Falco biarmicus), il Lodolaio (Falco subbuteo), il Nibbio bruno (Milvus migrans), ma anche il Corriere piccolo (Charadrius dubius), la Quaglia (Coturnix dubius), e diverse specie di Picchi.


Fra i pesci abbiamo 3 specie autoctone: l’Anguilla (Anguilla anguilla), l’Alborella del Vulture (Alburnus albidus) e il Barbo italico (Barbus plebejus)
”.

Al di là delle bellezze naturali cosa offre il territorio del Parco al turista?
Certamente, il Parco è caratterizzato da una serie di elementi paesaggistici storici, culturali e archeologici a partire dai singoli comuni poc’anzi elencati, fino ad arrivare a presenze archeologiche come alcuni ipogei, il Ponte romano nella zona compresa tra i Comuni di Canosa di Puglia, Cerignola e san Ferdinando di P. e che testimonia il rapporto bimillenario tra popolazioni locali e il fiume con tutto ciò che ne consegue in termini di trasformazione del paesaggio e della società come evidenziato dal sito archeologico dell’antica Città di Canne che sovrasta la piana  attraversata dal fiume Ofanto, teatro del memorabile scontro fra romani e cartaginesi meglio conosciuta come Canne della Battaglia”.

Come è stata coniugata la forte antropizzazione del territorio e le diverse attività umane con l’esigenza di protezione dello stesso?
Qui c’è sempre stata una forte attenzione all’attività umana, soprattutto quella legata alle pratiche agricole che proprio grazie all’apporto idrico del fiume Ofanto, hanno potuto svilupparsi nel tempo”.

Ebbene, si è cercato di contenere l’uso dei terreni agricoli per caratterizzarli e conformarli preservando e recuperando il più possibile le aree golenali con l’attuazione di “Interventi di riduzione del rischio idrogeologico del Fiume Ofanto mediante la Realizzazione di aree di mobilità fluviale in ambiti di golena del Fiume Ofanto nei pressi dell’immissione dei corsi d’acqua episodici in loc. Masseria Pera di Sotto (San Ferdinando di Puglia) e Torrente Lamapopoli (Canosa di Puglia)”anche al fine di un loro utilizzo per la fitodepurazione delle acque prima dell’immissione in mare con un progetto  esecutivo per la realizzazione di bacini eco filtri in aree di golena del fiume Ofanto nei pressi dei recapiti finali degli impianti di depurazione acque reflue urbane dei Comuni di Canosa di P. e San Ferdinando di P. Naturalmente si è data la possibilità alle persone di poter usufruire dal fiume anche per attività legate allo sport e al tempo libero penso all’attività canoistica”.

Tra le altre iniziative che si sono prese c’è stata anche la volontà di istituire un Marchio del Parco per caratterizzare quelle attività che sono inserite all’interno dell’area che rispettano determinati principi ambientali e che possono dare opportunità di produzioni agricole o artigianali d’eccellenza o di accoglienza e fruizione”.

Il Parco Naturale Regionale Fiume Ofanto tutela l’ambiente, protegge, ma è anche, necessariamente, strumento di sviluppo economico
Certo ed è per questo che numerose aziende hanno sposato il progetto del Marchio proprio per sentirsi più coinvolte e, soprattutto, dare un contributo attivo nel creare le condizioni per un miglioramento anche dell’attenzione e dell’attrazione  nei confronti del fiume e del suo territorio”.

Fra i plus del Parco c’è anche l’opportunità offerta a studenti e istituti per fare ricerca e progettazione all’interno del Parco stesso.
Infatti, abbiamo una serie di attività che pongono particolare attenzione allo studio della biodiversità e non a caso il Parco si sta dotando di un Piano territoriale proprio dare l’opportunità di avere a disposizione strumenti di attuazione dell’area protetta”.

Questo, nello specifico, è stato un altro percorso avviato nel 2021 e che speriamo, a breve, venga approvato dalla Regione Puglia.
Devo dire che proprio nella direzione di migliorare le opportunità di fruibilità del Parco sono stati attivati progetti come la Ciclovia dell’Ofanto, che mira a realizzare un percorso territoriale che coinvolge le diverse comunità presenti lungo il fiume ed è un progetto che ha avuto anche una menzione tra le Vie Verdi per gli Enti regionali che si sono distinti per la promozione del Turismo Lento
”.
Collegato a questo c’è il Progetto AlbergaBici con un protocollo di intesa sottoscritto tra la Provincia di Barletta-Andria-Trani con l’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia proprio per attivare una serie di collaborazioni che mirano a dare un supporto alla realizzazione di questo concorso di progettazione per due AlbergaBici che dovrebbero essere a servizio della ciclovia. Giusto per completare, uno degli interventi che è stato realizzato è quello del ripristino e recupero di habitat dell’area umida alla foce del fiume”.

Il Parco non è solo un sistema di difesa e promozione del territorio, del paesaggio e della biodiversità, ma è anche una vera e propria stazione appaltante, in prima linea nelle azioni di Green Public Procurement.
Questo è un altro asse sul quale si è puntato per cercare una soluzione per poter individuare attività e affidamenti che sono legati al concetto di ecosostenibilità partendo dal presupposto che gli acquisti della P.A. devono avere una funzione migliorativa in direzione del preservamento ambientale e della minimizzazione degli impatti antropici; quindi puntare sul recupero, sul riciclo e sulla valorizzazione dei prodotti derivanti dal riciclo dei materiali”.

In questo modo abbiamo voluto estendere l’attenzione dalla protezione dell’ambiente in se, alla visione globale dell’approccio alle questioni ambientali, a partire, dunque, anche dalle scelte legate al consumo di beni e di servizi, conciliando le esigenze rappresentate dalla preservazione del territorio con tutte le attività connesse che devono integrarsi, pertanto in maniera equilibrata”.

La Provincia di Barletta-Andria-Trani e il Parco Naturale Regionale Fiume Ofanto sono presenti ad Ecomondo nella Hall Sud – Stand 208

Alberto Piastrellini

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