L’annuale Rapporto sugli incendi boschivi del Centro Comune di Ricerca della Commissione UE evidenzia come il 2021 sia stato il 2° peggiore anno per gli incendi che hanno divorato5.500 km² di superficie boschiva, dei quali quasi il 20% compreso nei siti di Natura 2000. L’Italia è stato il Paese più colpito. E il 2022 sarà ancora più disastroso.
Il Centro Comune di Ricerca (JRC) della Direzione generale Ambiente (DG-ENV) della Commissione UE ha pubblicato il 31 ottobre 2022 l’annuale Rapporto sugli incendi boschivi nel 2020 in Europa e nell’area del Mediterraneo (Forest Fires in Europe, the Middle East and North Africa), sulla base delle informazioni più aggiornate fornite dal Sistema europeo di informazione sugli incendi forestali (EFFIS) e dal Sistema mondiale di informazione sugli incendi (GWIS).
Il Rapporto sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa, pubblicato regolarmente nell’ottobre dell’anno successivo, preceduto da un rapporto preliminare in marzo, costituisce la valutazione definitiva della stagione degli incendi sulla base delle comunicazioni delle amministrazioni nazionali competenti, ed è una fonte di informazione unica nel suo genere per chi si occupa di incendi e per i decisori politici dei Paesi europei e dei Paesi confinanti, affrontando nel contempo le misure di adattamento per mitigare gli effetti degli incendi.
Dal Rapporto 2021 emerge che quello trascorso è stato il secondo peggiore anno, da quando sono iniziate le registrazioni nel 2006, in termini di superficie bruciata dopo il 2017, con più di 5.500 km² di territorio andati in fumo – più del doppio del Lussemburgo – con oltre 1.000 km² bruciati all’interno delle aree protette di Natura 2000, il serbatoio di biodiversità dell’UE.
Il Rapporto non copre ovviamente gli incendi di quest’anno, ma già al momento della pubblicazione risultano essere stati più estesi di quelli del 2021, avendo superato al una superficie bruciata di 8.600 km², un’area più grande del Belgio, con nuovi record di incendi in 9 Paesi dell’UE.
Sebbene l’area bruciata dagli incendi boschivi sia stata notevolmente estesa nel 2022, il numero di vittime umane è stato contenuto grazie alle misure di prevenzione attuate dagli Stati membri dell’UE e dal Meccanismo di protezione civile dell’UE (UCPM) e dal supporto offerto dal Centro comune di ricerca che ha fornito informazioni tempestive sugli incendi in corso e ha aiutato a dispiegare i mezzi aerei finanziati dall’UE dove erano più necessari.
“Dopo il 2021 e il 2017, stiamo vivendo di nuovo nel 2022 una delle stagioni di incendi più drammatiche mai registrate – ha dichiarato la Commissaria europea per l’Innovazione, ricerca, cultura, istruzione e giovani, Mariya Gabriel – La combinazione di una siccità storica e le ondate di caldo durante l’estate ha creato uno stress senza precedenti sulla vegetazione e sulle foreste in tutta Europa. Con questa serie di report stiamo osservando un trend preoccupante degli ultimi anni, per il quale il cambiamento climatico è sicuramente una delle cause principali. Con la migliore tecnologia disponibile, dallo spazio e da terra, la Commissione e i suoi scienziati lavorano instancabilmente per mappare e studiare le stagioni degli incendi e gli eventi meteorologici straordinari, supportando gli Stati membri nel coordinare gli sforzi per prevenire i disastri, preservare la nostra natura, aiutare i vigili del fuoco quando e dove è necessario. salvare vite e preservare il nostro pianeta”.
A livello politico, l’UE continua a lavorare su misure per mitigare l’impatto inevitabile degli incendi, pubblicando nel 2021 la Strategia sull’adattamento ai cambiamenti climatici che sottolinea come l’adattamento debba diventare più rapido, più intelligente e più sistemico, e la Strategia forestale dell’UE al 2030 che pone le basi per una maggiore prevenzione degli incendi e resilienza climatica delle foreste, basandosi sulle Linee guida per la prevenzione degli incendi boschivi che richiedono la gestione della vegetazione per evitare l’accumulo di combustibili sul terreno e facilitare l’estinzione degli incendi.
Inoltre, la proposta di Regolamento sul ripristino della natura che la Commissione UE ha adottato il 22 giugno 2022 è uno strumento chiave per gli sforzi di adattamento e mitigazione poiché la natura riduce l’impatto di disastri naturali come inondazioni, siccità e ondate di calore.
Principali risultati del Rapporto
– Nel 2021 sono stati mappati incendi in 22 dei 27 Stati membri dell’UE, bruciando 500.566 ettari (ha) in totale, più dei circa 340.000 ettari del 2020, ma lontani da 1 milione di ettari del 2017.
– L’Italia è stato il Paese più colpito in termini di superficie bruciata, seguita da Turchia, Portogallo e Grecia, soprattutto nel mese di agosto, come evidenziato dalla rendicontazione nazionale.

Nel nostro Paese gli incendi si sono verificati per il 90% nei mesi di luglio e agosto, 49 dei quali hanno superato i 500 ha, e di questi 15 hanno devastato oltre 1.000 ha. Sardegna e Sicilia sono state le regioni più colpite con 32 incendi, seguite dalla Calabria. In totale, il 16% della superficie boschiva bruciata in Italia nel 2021, ha interessato siti di Natura 2000.
– Gli incendi boschivi hanno gravemente colpito i siti Natura 2000 europei: la superficie totale bruciata nel 2021 è stata di 102.598 ha (circa il 20% della superficie totale di tutti i siti Natura 2000), inferiore agli ultimi due anni e leggermente inferiore alla media degli ultimi 10 anni.
– Nel 2021, l’Italia ha rappresentato quasi un quarto della superficie totale bruciata all’interno dei siti Natura 2000, seguita da vicino dalla Spagna, che nell’insieme hanno rappresentato il 45% della superficie totale.
– Nei paesi del sud dell’UE con periodi di registrazione più lunghi, le aree bruciate sono raddoppiate rispetto al 2020 ed è stato il secondo anno peggiore dal 1986 in termini di dimensioni medie degli incendi. Il numero totale di incendi è stato il più basso registrato, il che significa che ci sono stati molti meno incendi, ma più grandi.
– Il meccanismo di protezione civile dell’UE è stato aggiornato nel 2019 con il Meccanismo di protezione civile (rescEU), rafforzando ulteriormente la sua capacità di assistere i Paesi durante la stagione degli incendi nel 2021 ed è stato ulteriormente esteso nel 2022 per la campagna antincendio del 2023.
– Nel solo 2021 il meccanismo è stato attivato 11 volte da 6 Paesi che hanno richiesto aerei, elicotteri e vigili del fuoco: è stato il 2° con più richieste all’UCPM nell’ultimo decennio.