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Incendi boschivi 2021: in Italia la stagione peggiore dopo la Turchia

In occasione della Giornata Internazionale delle Foreste (21 marzo 2022), il Centro Comune di Ricerca della Commissione UE ha rilasciato il Rapporto preliminare sugli incendi boschivi in Europa e nell’area Mediterranea, da cui emerge che il 2021 è il 2° peggiore anno dopo il 2017 e l’Italia ha avuto la maggiore superficie interessata nei siti Natura 2000.

Il Centro Comune di Ricerca (JRC) della Direzione generale Ambiente (DG-ENV) della Commissione UE ha pubblicato in occasione della Giornata Internazionale delle Foreste (21 marzo 2022) l’anticipazione del Rapporto sugli incendi boschivi nel 2021 in Europa e nell’area del Mediterraneo (Forest Fires in Europe, the Middle East and North Africa), sulla base delle informazioni dal Sistema europeo di informazione sugli incendi forestali (EFFIS) e dal Sistema mondiale di informazione sugli incendi (GWIS). 

I rapporti sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa costituiscono una fonte di informazioni unica nel suo genere per chi si occupa di incendi e per i decisori politici dei Paesi europei e del vicinato: sulla base delle informazioni comunicate ogni anno dalle amministrazioni nazionali competenti, queste relazioni forniscono infatti statistiche ufficiali sull’impatto degli incendi.

Il 2021 è stata la seconda peggiore stagione di incendi nell’UE da quando sono iniziate nel 2000 le registrazioni EFFIS, con danni che sono stati superati solo da quelli del 2017 quando oltre 1 milione di ettari (ha) sono andati in fumo nell’UE. Il rapporto rileva che incendi grandi ed estremi hanno colpito molti paesi, in particolare nel bacino del Mediterraneo e avverte che le attuali condizioni possono alimentare gli incendi.

Secondo il report, nel 2021 sono stati osservati incendi in 39 Paesi, che hanno bruciato 1.113.464 ettari come mappato dal Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea. La Turchia è stata la più colpita dagli incendi nel 2021 con 206.013 ettari bruciati a causa di un gran numero di mega incendi, seguita dall’Italia, con 159.537 ettari e un record di 1.422 incendi mappati dall’EFFIS – quasi quattro volte la media degli ultimi 13 anni – e l’Algeria con 134.273 ettari.

Anche nel 2021, la tipologia di copertura del suolo più colpita è risultata quella agricola con il 25%; tuttavia, nell’insieme le diverse categorie di foreste rappresentavano il 28% della superficie totale bruciata. Gli altri tipi di terreno naturale hanno rappresentato la restante copertura del suolo andata in fumo.

L’EFFIS ha mappato nel 2021 incendi in 22 Stati membri dell’UE (solo Cechia, Estonia, Lussemburgo, Malta e Paesi Bassi ne sono stati immuni), che hanno provocato un’area bruciata totale di 500.566 ettari. Agosto è stato il mese durante il quale si è verificata una parte significativa dei danni, in particolare in Grecia. Di questo totale, mezzo milione di ettari, il 20% del totale, si sono verificati nei siti “Natura 2000” che, come negli anni precedenti, sono stati duramente colpiti. La superficie totale bruciata in queste aree protette nel 2021 ha raggiunto i 102.598 ettari, meno comunque rispetto ai due anni precedenti e leggermente al di sotto della media degli ultimi 10 anni. In termini di danni ai siti Natura 2000, il Paese più colpito nel 2021 è stato l’Italia, seguita da vicino dalla Spagna. Nell’insieme, i due paesi rappresentano il 45% della superficie totale bruciata nei siti Natura 2000. Particolarmente preoccupante è l’analisi dei danni causati dagli incendi a queste aree protette all’interno della rete Natura 2000, in quanto comprendono gli habitat di particolare interesse e che ospitano specie vegetali e animali in via di estinzione.

Le aree maggiormente interessate nel sud Italia e in Sardegna. Gli incendi maggiori sono indicati in ettari

In particolare, nella scheda dedicata all’Italia si legge che, secondo le informazioni ricevute dalle Autorità italiane, ci sono stati in totale 1.422 incendi che hanno interessato 159.537 ettari di superficie, la più vasta area da oltre un decennio, il 90% dei quali sono avvenuti nei mesi di luglio e agosto. Hanno superato la superficie di 500 ettari 49 incendi, il numero più elevato di tutti gli incendi mappati in Europa, Medio Oriente e Nord Africa, e 15 dei 49 incendi hanno superato i 1.000 ettari, il più grande dei quali si è verificato in Sardegna, con oltre 13.000 ettari di superficie. Anche la Sicilia è stata particolarmente colpita, con 32 dei 49 incendi di vaste proporzioni. La superficie dei siti di Natura 2000 occupata da incendi nel 2021 è stata pari a 25.223 ettari, corrispondenti al 16% del totale e allo 0,437% del territorio di Natura 2000 in Italia.

Il Rapporto esamina anche la situazione che si prospetta nel 2022 per il crescente fenomeno degli incendi boschivi in Europa, con alcune delle cause che ne costituiscono i presupposti che già iniziati, come la siccità prolungata che si sta verificando nell’Europa meridionale e le condizioni risultanti che hanno già causato numerosi focolai di incendi prematuri.

Viene sottolineato che gli impatti dei cambiamenti climatici stanno diventando ogni anno più evidenti, come confermato dal Rapporto dell’International Panel on Climate Change (IPCC) dello scorso mese, nonché dal contemporaneo Rapporto dell’UNEP, che prevede incendi più frequenti e intensi a livello globale degli fino al 14% entro il 2030, 30% entro la fine del 2050 e 50% entro la fine del secolo.

Il Centro Comune di Ricerca continuerà pertanto a monitorare gli incendi boschivi e a fornire avvisi tempestivi del pericolo di incendi boschivi, mentre la Commissione europea è pronta a sostenere gli Stati membri e i Paesi limitrofi nella lotta contro gli incendi boschivi nel 2022 e oltre, con una maggiore capacità nel contesto del Meccanismo di Protezione Civile dell’UE (UCPM).

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