Biodiversità e conservazione

Ripristino della natura in UE: la proposta faro della Commissione

La Commissione UE ha adottato una proposta di Regolamento per il ripristino della natura in Europa che può essere considerato il contributo dell’UE ai negoziati in corso sul Quadro globale per la biodiversità post-2020 che sarà adottato nell’ambito della Conferenza delle Parti (COP15) della Convenzione sulla Biodiversità (CBD), spostata definitivamente dopo 2 anni di rinvii in Canada (7-15 dicembre 2022).

La Commissione UE ha adottato il 22 giugno 2022 due proposte legislative:
– il Regolamento sulla natura per il ripristino degli ecosistemi danneggiati e riportare la natura in tutta Europa, dai terreni agricoli e i mari alle foreste e agli ambienti urbani;
– il Regolamento sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi, per ridurne del 50% entro il 2030 l’uso e il rischio.

Le due proposte legislative faro si inseriscono nell’ambito delle Strategie “Biodiversità” e “Dal produttore al consumatore”, tappe fondamentali del Green Deal europeo, garantendo la resilienza e la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare nell’UE e nel mondo.

Gli esseri umani dipendono dalla natura: per l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, il cibo che mangiamo… per la vita stessa – ha dichiarato Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo – Anche la nostra economia dipende dalla natura. Le crisi del clima e della biodiversità minacciano le fondamenta stesse della nostra vita sulla Terra. Stiamo facendo progressi nell’affrontare la crisi climatica e oggi aggiungiamo due atti normativi che rappresentano un enorme passo avanti per affrontare l’incombente ecocidio. Quando ripristiniamo la natura, le consentiamo di continuare a fornire aria, acqua e cibo puliti e di proteggerci dagli impatti peggiori della crisi climatica. Anche la riduzione dell’uso dei pesticidi contribuisce al ripristino della natura e protegge gli esseri umani che lavorano con queste sostanze chimiche“.

Oltre la metà del PIL mondiale dipende dalla natura e dai servizi che fornisce, ma nonostante la sua importanza, la natura in Europa è in allarmante declino con oltre l’80 % degli habitat in cattive condizioni. Le zone umide, le torbiere, i pascoli e le dune sono gli habitat più colpiti. Dal 1970 a oggi nell’Europa occidentale, centrale e orientale le zone umide si sono ridotte del 50 %. Il 71 % dei pesci e il 60 % delle popolazioni di anfibi sono diminuiti nell’ultimo decennio. Tra il 1997 e il 2011 la perdita di biodiversità ha rappresentato una perdita annua stimata tra 3.500 e 18.500 miliardi di euro.

La valutazione d’impatto della normativa sul ripristino della natura, allegata alla proposta di Regolamento, dimostra che i benefici del ripristino della natura superano di gran lunga i costi. Si stima che i benefici economici del ripristino di torbiere, paludi, foreste, brughiere e sottobosco, prati, fiumi, laghi, habitat marini e alluvionali e zone umide costiere siano 8 volte superiori ai costi.

A tutti gli Stati membri saranno assegnati obiettivi giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura in vari ecosistemi, a integrazione delle normative esistenti, che nel complesso coprano almeno il 20 % delle superfici terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e si estendano infine a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.

Il ripristino della natura non equivale alla protezione della natura e non comporta automaticamente un aumento delle aree protette. Il ripristino della natura è necessario anche nelle zone protette a causa delle loro condizioni sempre più precarie, ma non tutte le aree ripristinate devono diventare zone protette. La maggior parte di esse non lo diventerà, in quanto il ripristino non preclude l’attività economica. Il ripristino consiste nel vivere e produrre insieme alla natura, riportando una maggiore biodiversità ovunque, anche nelle zone in cui si svolge un’attività economica, come ad esempio le foreste gestite, i terreni agricoli e le città.

Gli ecosistemi con il maggiore potenziale di rimozione e stoccaggio del carbonio e di prevenzione o riduzione dell’impatto delle catastrofi naturali (come le inondazioni) rivestono la massima priorità. La nuova normativa beneficerà di ingenti finanziamenti dell’UE: nell’ambito del quadro finanziario pluriennale circa 100 miliardi di euro destinati alla biodiversità e al ripristino degli ecosistemi.

Gli obiettivi proposti comprendono:
l’inversione del declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030 e, successivamente, l’aumento di queste popolazioni;
nessuna perdita netta di spazi verdi urbani entro il 2030, un loro aumento del 5 % entro il 2050, una copertura arborea minima del 10 % in ogni città, piccola città e periferia europea e un guadagno netto di spazi verdi integrati negli edifici e nelle infrastrutture;
– negli ecosistemi agricoli: l’aumento complessivo della biodiversità e una tendenza positiva per le farfalle comuni, l’avifauna nelle aree agricole, il carbonio organico nei suoli minerali coltivati e gli elementi caratteristici del paesaggio ad alta diversità sui terreni agricoli;
– il ripristino e la riumidificazione delle torbiere drenate a uso agricolo e nei siti di estrazione della torba;
– negli ecosistemi forestali, l’aumento complessivo della biodiversità e una tendenza positiva per quanto riguarda la connettività delle foreste, il legno morto, la percentuale di foreste disetanee, l’avifauna forestale e le riserve di carbonio organico;
– il ripristino degli habitat marini quali le colture marine o i fondali di sedimenti e il ripristino degli habitat di specie marine emblematiche quali delfini e focene, squali e uccelli marini;
– l’eliminazione delle barriere fluviali in modo che almeno 25 000 km di fiumi siano trasformati in fiumi a flusso libero entro il 2030.

La proposta costituirà il contributo dell’UE ai negoziati in corso su un quadro globale per la biodiversità post-2020 che sarà adottato nell’ambito della Conferenza delle Parti (COP15) della Convenzione sulla Biodiversità (CBD) iversità biologica, che doveva svolgersi a Kunming in Cina e che dopo continui rinvii per le misure di contenimento della pandemia, si è deciso il 21 giugno 2022 di spostarla in Canada (Montreal dal 7 al 15 dicembre 2022).

“I cittadini europei sono stati chiari: esigono che l’UE agisca a favore della tutela della natura e la riportino nella loro vita – ha affermato Virginijus Sinkevičius, Commissario responsabile per l’Ambiente, gli oceani e la pesca – Gli scienziati sono stati chiari: non c’è tempo da perdere. Altrettanto chiara è la motivazione economica: ogni euro speso per il ripristino frutterà un utile di almeno otto euro. Questa proposta storica riguarda il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi, in modo da poter vivere e prosperare insieme alla natura. Si tratta di una normativa per tutti i cittadini europei e per le generazioni future, per un pianeta sano e per un’economia sana. È un atto normativo senza precedenti a livello mondiale e ci auguriamo che possa ispirare un forte impegno internazionale per la protezione della biodiversità nella prossima COP15″. 

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