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Scienziati statunitensi allarmati per le interferenze politiche in pieno Covid

I Presidenti delle Accademie statunitensi delle Scienze e della Medicina denunciano gli “allarmanti” tentativi della politica di condizionare le scelte e gli orientamenti degli scienziati nelle risposte alla pandemia di Covid-19 da offrire ai cittadini statunitensi che sono sempre più sfiduciati nell’efficacia di un vaccino messo troppo presto a disposizione sotto le pressioni dell’Amministrazione Trump.

Con una Dichiarazione congiunta i Presidenti della National Academy of Sciences (NAS) e della National Academy of Medicine (NAM) hanno denunciato le interferenze politiche nel lavoro degli scienziati ed esperti di salute pubblica che contribuiscono ad indicare le azioni del Governo degli Stati Uniti per contrastare la diffusione del nuovo coronavirus.

Siamo allarmati delle segnalazioni e degli episodi che sono in atto di politicizzazione della scienza, in particolare delle prove e dei consigli dei funzionari della sanità pubblica e la derisione degli scienziati del governo – si legge nella Dichiarazione sottoscritta  dalla Presidente della NAS Marcia McNutt e dal Presidente del NAM Victor DzauMinano la credibilità delle Agenzie di sanità pubblica e la fiducia del pubblico nei loro confronti quando ce n’è maggior bisogno“.

La Dichiarazione è intervenuta il giorno dopo che il Presidente USA Donald Trump ha affermato che potrebbe rigettare le Linee guida sul vaccino anti-Covid della FDA, perché sarebbero una “mossa politica”, senza offrire alcuna prova a supporto di tale decisione.

La Food and Drug Administration (FDA) che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, dipendente dal Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti (HHS),  aveva approntato in giugno delle Linee guida, che ora avrebbe aggiornato, secondo le dichiarazioni rilasciate dal suo Capo, il Prof. Stephen Hahn, includendo il requisito che i produttori di vaccini devono aspettare due mesi dopo aver dato a tutti i partecipanti allo studio la seconda dose del vaccino prima di richiederne l’autorizzazione.

Ovviamente, questa prescrizione sconvolgerebbe la road-map della campagna elettorale di Trump che ha sempre dichiarato che il vaccino anti-Covid sarebbe stato disponibile prima delle elezioni presidenziali del 3 novembre. Così il Presidente si sarebbe consultato con il suo fedelissimo Segretario dell’HHS Alex Azar che l’avrebbe rassicurato dal momento che la decisione finale spettava al suo Dipartimento.

La nostra nazione si trova in una fase critica nel decorso della pandemia Covid-19, con importanti decisioni che ci attendono, in particolare per quanto riguarda l’efficacia e la sicurezza dei vaccini – hanno affermato McNutt e Dzau – I decisori politici devono essere informati dalle migliori prove disponibili senza che siano distorte, nascoste o altrimenti deliberatamente mal comunicate”.

Le Accademie delle Scienze e della Medicina assieme l’Accademia nazionale di Ingegneria, sono gruppi non governativi che consigliano il Governo, ed attualmente stanno elaborando un quadro di riferimento su come distribuire equamente un vaccino anti-Covid-19, per indicare quali gruppi di popolazione debbano essere vaccinati prioritariamente, i gruppi a maggior rischio e i potenziali focolai del virus.

La fiducia del pubblico nei vaccini negli Stati Uniti, secondo un recente sondaggio della Kaiser Family Foundation è scarsa:
– la maggior parte degli americani (62%) teme che la pressione politica dell’Amministrazione Trump porterà all’approvazione di un vaccino contro il coronavirus senza assicurarsi che sia sicuro ed efficace;
– la maggior parte degli americani (81%) – comprese le maggioranze di democratici, repubblicani e indipendenti – afferma di non credere che un vaccino sia ampiamente disponibile prima delle elezioni presidenziali;
– se un vaccino fosse approvato prima del giorno delle elezioni e reso disponibile gratuitamente a chiunque lo desiderasse, circa la metà (54%) afferma che non vorrebbe essere vaccinato, contro il 42% che si sottoporrebbe a vaccinazione;

La fine della pandemia richiederà un processo decisionale che sia non solo basato sulla scienza, ma anche sufficientemente trasparente per garantire la fiducia del pubblico e il rispetto di valide istruzioni di sanità pubblica – affermano i Presidenti NAS e NAM – Qualsiasi tentativo per screditare la migliore scienza e gli scienziati minaccia la salute e il benessere di tutti noi“.

Quel che è in gioco è l’autonomia della scienza nei confronti della politica. Non è certo di oggi l’insofferenza dell’attuale Amministrazione nei confronti della comunità scientifica statunitense e delle sue preoccupazioni per lo stato dell’ambiente e la scarsa attenzione al ruolo antropico dei cambiamenti climatici, sempre negato da Donald Trump che ha rimosso dalle cariche ricoperte nell’EPA (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente) coloro che ribadivano la netta separazione tra scienze e politica. Nel corso ). Nel corso della pandemia il Presidente ha sostituito il personale di HHR incaricato degli affari pubblici con personaggi politici che hanno interferito con i rapporti scientifici settimanali dei Centro di Controllo delle Malattie (CDC).

Già lo scorso febbraio la Presidente della NAS, Marcia McNutt era intervenuta sulla Rivista Issues in Science and Technology con un articolo co-firmato da Michael M. Crow, Presidente dell’Arizona State University,sul ruolo che le istituzioni scientifiche statunitensi debbono assumere per continuare ad affrontare le numerose sfide che l’attuale società si trova a dover contrastare, senza essere sottoposta a condizionamenti.

Traendo occasione del 75° Anniversario della redazione di “Science, The Endless Frontier”, il Rapporto del Direttore dell’Ufficio per la ricerca e lo sviluppo in ambito scientifico dell’Amministrazione Roosevelt, Vannevar Bush, nell’articolo si ribadiva la validità ancora oggi di quel testo, considerato il Manifesto sul ruolo centrale che la ricerca scientifica deve assumere e sul sostegno finanziario che i Governi devono assicurare se vogliono garantire un futuro ai propri Paesi, lasciando che gli scienziati possano realizzare le proprie ricerche in piena libertà ed autonomia.

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