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Diritti di infanzia e adolescenza: i bambini stanno meglio di 25 anni fa?

Diritti di infanzia e adolescenza i bambini stanno meglio di 25 anni fa

In occasione delle celebrazioni per il 2° Anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il World Policy Analysis Center dell’UCLA, che possiede la più grande banca dati sulle politiche dei Paesi membri dell’ONU, ha compiuto un’analisi su alcuni aspetti degli impegni assunti per verificarne i progressi.
Nonostante i miglioramenti, siamo ancora lontani dal conseguire la realizzazione delle protezioni universali importanti per un sano sviluppo dei bambini.

Il 20 novembre 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza (Convention on the Rigths of the Child), che enunciava per la prima volta, in forma coerente, i diritti fondamentali e le tutele, che debbono essere riconosciuti e garantiti ai minori in tutti i Paesi. La Convenzione è diventata rapidamente un Trattato in materia di diritti umani con il maggior numero di ratifiche da parte degli Stati (194: mancano solo Somalia, Sud Sudan e Stati Uniti).
Per celebrare l’Anniversario, il World Policy Analysis Center presso Fielding School of Public Health dell’Università di California (UCLA), che possiede il più grande data center sulle politiche di tutti gli Stati membri dell’ONU ed è in grado di monitorare che questi stanno tenendo fede agli impegni presi, ha compiuto un’analisi dettagliata per valutare i progressi, compiuti da 190 Paesi che hanno ratificato la Convenzione, verso la realizzazione degli impegni assunti per i bambini e adolescenti in aree critiche quali il diritto all’istruzione, la protezione dal lavoro minorile e dal matrimonio precoce, e la discriminazione dei bambini con disabilità.

La Convenzione sui diritti del fanciullo è un impegno assunto dalla community globale per tutti i bambini e adolescenti – ha affermato Jody Heymann, Direttore e fondatore del World Policy Analysis Center e Co-Autrice del Rapporto dell’UNICEF “The Convention on the rights of the Child: What it would mean to fulfil its potential” – Tutti hanno il diritto di sapere se il loro Paese sta adempiendo a quegli impegni e come si rapporta rispetto agli altri Paesi che affrontano opportunità e limitazioni”.

I risultati sono stati quindi riassunti in una serie di infografiche dal titolo: “Are children better off than they were 25 years ago?”.

Ecco le sintesi delle schede:
Lavoro minorile (Art. 32 – Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo di essere protetto contro lo sfruttamento economico e di non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o sia suscettibile di porre a repentaglio la sua educazione o di nuocere alla sua salute o al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale o sociale. 2. Gli Stati parti adottano misure legislative, amministrative, sociali ed educative per garantire l’applicazione del presente articolo. A tal fine, e in considerazione delle disposizioni pertinenti degli altri strumenti internazionali, gli Stati parti, in particolare:
1. stabiliscono un’età minima oppure età minime di ammissione all’impiego;
2. prevedono un’adeguata regolamentazione degli orari di lavoro e delle condizioni d’impiego;
3. prevedono pene o altre sanzioni appropriate per garantire l’attuazione effettiva del presente articolo).

Circa 168 milioni di bambini nel mondo sono ancora impegnati in qualche forma di lavoro minorile. Mentre il 74% dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione non consente più ai bambini di svolgere lavori pericolosi, una volta che vengono prese in considerazione le eccezioni legislative ci si accorge che quasi la metà di loro permette ancora ai bambini di lavorare in condizioni che mettono in pericolo la loro salute e sicurezza, compresi i lavori di estrazione e in fabbrica.

Istruzione (Art. 28 – 1. Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo all’educazione, e in particolare, al fine di garantire l’esercizio di tale diritto in misura sempre maggiore e in base all’uguaglianza delle possibilità: a) rendono l’insegnamento primario obbligatorio e gratuito per tutti; b) incoraggiano l’organizzazione di varie forme di insegnamento secondario sia generale che professionale, che saranno aperte e accessibili a ogni fanciullo, e adottano misure adeguate come la gratuità dell’insegnamento e l’offerta di una sovvenzione finanziaria in caso di necessità; c) garantiscono a tutti l’accesso all’insegnamento superiore con ogni mezzo appropriato, in funzione delle capacità di ognuno; d) fanno in modo che l’informazione e l’orientamento scolastico e professionale siano aperte e accessibili a ogni fanciullo; e) adottano misure per promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola.
2. Gli Stati parti adottano ogni adeguato provvedimento per vigilare affinché la disciplina scolastica sia applicata in maniera compatibile con la dignità del fanciullo in quanto essere umano e in conformità con la presente Convenzione. Gli Stati parti favoriscono e incoraggiano la cooperazione internazionale nel settore dell’educazione, in vista soprattutto di contribuire a eliminare l’ignoranza e l’analfabetismo nel mondo e facilitare l’accesso alle conoscenze scientifiche e tecniche e ai metodi di insegnamento moderni. A tal fine, si tiene conto in particolare delle necessità dei Paesi in via di sviluppo).

Solo il 24% dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione non impone tasse di iscrizione prima della conclusione della scuola secondaria, che creano ostacoli alla formazione, in particolare per le bambine e bambini poveri ed emarginati. Inoltre, permangono ancora grandi difficoltà per l’iscrizione alla secondaria.

Matrimonio precoce (Art. 24 – 1. Gli Stati parti riconoscono il diritto del minore di godere del miglior stato di salute possibile e di beneficiare di servizi medici e di riabilitazione. Essi si sforzano di garantire che nessun minore sia privato del diritto di avere accesso a tali servizi.
Art. 34 – Gli Stati parti si impegnano a proteggere il fanciullo contro ogni forma di sfruttamento sessuale e di violenza sessuale. A tal fine, gli Stati adottano in particolare ogni adeguata misura a livello nazionale, bilaterale e multilaterale per impedire:
1. che dei fanciulli siano incitati o costretti a dedicarsi a una attività sessuale illegale;
2 che dei fanciulli siano sfruttati a fini di prostituzione o di altre pratiche sessuali illegali;
3. che dei fanciulli siano sfruttati ai fini della produzione di spettacoli o di materiale a carattere pornografico).

L’80% dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione ha fissato un’età minima per il matrimonio a 18 anni, ma se si tengono conto delle eccezioni con il consenso dei genitori, solo il 49% di questi protegge le ragazze da un matrimonio precoce.

Bambini con disabilità (Art. 23 – Gli Stati parti riconoscono che i fanciulli mentalmente o fisicamente handicappati devono condurre una vita piena e decente, in condizioni che garantiscano la loro dignità, favoriscano la loro autonomia e agevolino una loro attiva partecipazione alla vita della comunità.
Gli Stati parti riconoscono il diritto dei fanciulli handicappati di beneficiare di cure speciali e incoraggiano e garantiscono, in considerazione delle risorse disponibili, la concessione, dietro richiesta, ai fanciulli handicappati in possesso dei requisiti richiesti, e a coloro i quali ne hanno la custodia, di un aiuto adeguato alle condizioni del fanciullo e alla situazione dei suoi genitori o di coloro ai quali egli è affidato.
In considerazione delle particolari esigenze dei minori handicappati, l’aiuto fornito in conformità con il paragrafo 2 del presente articolo è gratuito ogni qualvolta ciò sia possibile, tenendo conto delle risorse finanziarie dei loro genitori o di coloro ai quali il minore è affidato.
Tale aiuto è concepito in modo tale che i minori handicappati abbiano effettivamente accesso alla educazione, alla formazione, alle cure sanitarie, alla riabilitazione, alla preparazione al lavoro e alle attività ricreative e possano beneficiare di questi servizi in maniera atta a concretizzare la più completa integrazione sociale e il loro sviluppo personale, anche nell’ambito culturale e spirituale).

Solo il 19% dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione protegge in modo esplicito il diritto all’istruzione per i bambini con disabilità o vieta la discriminazione in materia di istruzione basata sulla disabilità.

Da quando è stata approvata la Convenzione, sono stati riconosciuti i diritti dei cittadini più giovani del mondo – ha osservato Heymann – Eppure siamo ancora lontani dal conseguire la realizzazione delle protezioni universali importanti per un sano sviluppo dei bambini”.

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