Il Rapporto “The Future We Want” dell’UNICEF, presentato in occasione della Giornata Mondiale dell‘Infanzia e dell‘Adolescenza, mostra come l’emergenza sanitaria abbia cambiato la percezione che gli adolescenti in Italia hanno del proprio benessere, l’impatto che il COVID-19ha avuto sulle loro vite e le lezioni da trarre per un futuro più equo e sostenibile.
di Francesca Galiazzo
La scorsa primavera, UNICEF Italia aveva invitato i ragazzi a rispondere ad un questionario online, preparato da loro coetanei. L’iniziativa era partita dalla constatazione che già prima della pandemia, molti ragazze e ragazzi, animati anche dal movimento “Fridays for Future” ispirato dalla giovanissima attivista svedese Greta Thunberg, si interrogavano sul proprio futuro e su quello del Pianeta. Il COVID-19 accelerava a sua volta e ampliava questa riflessione: i movimenti giovanili, nati anche in contesti digitali e che hanno conosciuto diffusione tramite il mondo del social, hanno evidenziato come siano tanti a chiedere un cambio di rotta a istituzioni e società affinché siano più attente ai bisogni delle generazioni future.
Per questo l’UNICEF, in collaborazione con partner nazionali e locali, ha voluto chiedere a 25 giovani, provenienti dal Nord e dal Sud del Paese, di varia estrazione sociale e rappresentativi di diverse realtà, di dare vita con un processo partecipativo alla stesura di un sondaggio online rivolto ai coetanei.
A seguito delle quasi 2.000 risposte ricevute da adolescenti tra i 15 e i 19 anni, è stato diffuso il Manifesto “The Future We Want”, un’Agenda in 10 punti proposta dagli adolescenti per costruire un futuro migliore dopo il Covid-19.
“Durante l’intera emergenza gli adolescenti hanno mostrato una grande capacità di resilienza e di attenzione nei confronti dei coetanei più vulnerabili – ha dichiarato Anna Riatti, Responsabile dell’UNICEF per il Programma di risposta in favore dei bambini e adolescenti migranti e rifugiati – Questo Manifesto ci ricorda ancora una volta l’importanza dell’ascolto ed è un chiaro segnale dei valori positivi che gli adolescenti possono promuovere e amplificare all’interno delle loro comunità. Non possiamo non coinvolgerli in una sfida che deve porre al centro i loro bisogni e le loro aspirazioni”
In occasione della Giornata Mondiale dell‘Infanzia e dell‘Adolescenza (20 novembre), nel corso dell’evento “Le sfide della pandemia per l’infanzia e l’adolescenza”, svoltosi in modalità online e organizzato dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, è stato presentato, sulla base dei risultati del sondaggio, un vero e proprio Rapporto“The Future We Want, Il futuro oltre l’emergenza, le sfide degli adolescenti di oggi”, redatto dall’Ufficio Regionale dell’UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale in Italia, dal Comitato Italiano per l’UNICEF Fondazione Onlus e con il supporto dell’Ufficio di Ricerca dell’UNICEF Innocenti per la tabulazione e ponderazione dei dati del sondaggio.
“L’UNICEF ribadisce da sempre l’importanza dell’ascolto e della partecipazione dei giovani – ha sottolineato Anna Riatti – Oggi, in occasione di questa data simbolica, abbiamo voluto collegare questo messaggio all’idea di un futuro più equo e sostenibile, che può essere costruito solo ascoltando oggi quelli che saranno i suoi protagonisti principali e intervenendo sulle diseguaglianze economiche e sociali per permettere a tutti di godere di questo diritto”.
Tra i 15 e i 19 anni, ragazze e ragazzi vivono il delicato periodo di transizione che segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta, all’autonomia. Tutto ciò avviene attraverso step cruciali che investono la loro sfera cognitiva ed emotiva. È infatti quella fase della vita segnata dallo sviluppo delle capacità di pianificazione e organizzazione dei propri tempi e spazi, è un periodo di cambiamenti repentini nelle emozioni, caratterizzato da un aumento dello stress, soprattutto per il sesso femminile (studi in merito indicano che gli effetti dello stress nella vita risultano maggiori per le ragazze, per le quali la transizione all’adolescenza rappresenta un periodo di particolare vulnerabilità). In questa fase è la socializzazione a svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo del minorenne.
Con l’emergenza COVID-19, sono cambiate le abitudini e gli stili di vita di tutti. Tutte le attività e i momenti di socialità si sono spostati dietro uno schermo, in uno spazio virtuale. Interrompendo la socialità e ostacolando rapporti fondamentali nel processo di crescita in quella fascia d’età, la pandemia ha acuito in alcuni casi i sentimenti di apatia e solitudine nonché le fragilità della fase adolescenziale. A destare preoccupazione sono soprattutto le categorie più deboli, tra cui gli adolescenti cui manca un ambiente familiare a supporto. In alcuni casi, anche lo scarso accesso alle informazioni o ai servizi fondamentali può avere ulteriormente aggravato il senso di disorientamento che l’epidemia ha procurato.
La rapida evoluzione della situazione epidemiologica del Paese mette in luce la necessità di fare tesoro della voce degli adolescenti e tenere conto delle lezioni apprese durante lo scorso lockdown, per fare in modo che la risposta ad eventuali nuove misure di isolamento sia efficace e comprensiva delle loro esigenze specifiche.
Il Rapporto “The Furure We Want” è nato quindi per indagare come l’emergenza sanitaria abbia cambiato la percezione che gli adolescenti in Italia hanno del loro benessere, l’impatto che il COVID-19 ha avuto nelle loro vite e le lezioni apprese per un futuro più equo e sostenibile.
L’analisi si è concentrata sulle seguenti aree tematiche: benessere, relazioni sociali con famiglia, amici e comunità, sicurezza a casa, scuola e formazione professionale, salute, ambiente e digitale. Questi sono gli ambiti scelti dagli adolescenti durante le consultazioni online come asset di analisi fondamentali per capire la loro vita quotidiana, e che il Rapporto amplia e focalizza.
Ogni area si articola su tre piani di analisi:
- i dati sulla situazione pre COVID-19;
- i risultati del sondaggio, con focus su vissuto e percezioni degli adolescenti durante il lockdown;
- le richieste e prospettive degli adolescenti sul futuro post COVID-19.
Inoltre, ogni focus tematico è arricchito da approfondimenti sulle categorie più vulnerabili, in particolare sui minorenni e giovani rifugiati, migranti e richiedenti asilo.
Dal Rapporto emerge che:
- Il 65% degli adolescenti pensa che un sistema sanitario pubblico, gratuito e accessibile a tutti sia il fattore indispensabile per mantenere un buono stato di salute. Per quasi 4 adolescenti su 10, poi, i fattori ambientali che agiscono sulle cause delle epidemie sono da tenere in stretta considerazione per la salute pubblica.
- Per la metà degli adolescenti, anche la promozione di una corretta alimentazione e di stili di vita più sani, che dovrebbe avvenire anche a scuola, è considerata prioritaria per il benessere fisico.
- Ben 1 adolescente su 3 vorrebbe maggiori reti di ascolto e supporto psicologico.
- L’87% degli adolescenti propone come comportamento virtuoso da mantenere anche dopo l’emergenza la diminuzione dell’inquinamento riducendo i consumi.
- Quasi la metà degli adolescenti che hanno risposto al sondaggio pensa che il digitale li abbia uniti durante il lockdown, perché senza sarebbero stati più isolati, ma 1 rispondente su 3 ha dei dubbi in proposito e 1 su 5 pensa invece che li abbia divisi, perché non tutti hanno avuto le stesse possibilità di accedere alle tecnologie e alla connessione.
- Per quanto riguarda la didattica a distanza, quasi 6 adolescenti su 10 non si sono trovati in difficoltà con la digitalizzazione, ma 1 su 3 sì e più di 6 studenti su 10 hanno comunque dichiarato che la digitalizzazione ha creato stress nello studio.
- Le diverse le buone pratiche, adottate durante il COVID-19, sarebbero accolte favorevolmente da ragazze e ragazzi qualora introdotte a scuola quest’anno, prima fra tutte maggiore flessibilità degli orari e la partecipazione nella definizione del calendario con gli insegnanti (58%), seguita da classi di recupero per chi è in difficoltà (37%) e dall’come l’utilizzo di materiale didattico online come integrazione ai testi. Solo un adolescente su 4 vorrebbe continuare a mantenere alcune sessioni di didattica a distanza, e un adolescente su 3 vorrebbe più borse di studio e l’integrazione del bonus cultura.
Tra i focus più interessanti del Rapporto merita segnalazione quello sulla tutela ambientale, tema centrale anche del sondaggio, perché riguarda strettamente il diritto al futuro di bambini, adolescenti e giovani.
I dati relativi alla crisi climatica sono allarmanti e giustificano la necessità di un impegno urgente per fronteggiare i rischi di danni irreversibili al nostro ecosistema, del resto già visibili in diverse parti del mondo colpite da disastri e fenomeni naturali estremi (inondazioni, siccità, tifoni, uragani ecc.), senza trascurare l’influenza dei fattori ambientali nella diffusione del COVID-19, come sostengono le teorie della zoonosi e dello spillover .
Ben il 90% di adolescenti che hanno risposto al sondaggio è consapevole che il problema ambientale non sia un’invenzione dei media, come qualcuno lo definisce, ma un problema estremamente urgente, che va affrontato con un cambiamento radicale di stili di vita da parte di tutti, importante per l’80% dei rispondenti. L’84% dei giovani rispondenti al sondaggio pensano inoltre che, se non ci si occupa urgentemente della crisi ambientale, dovremo abituarci ad emergenze ricorrenti.