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15 marzo 2019: dai Friday for Future al Global Strike for Future

Cresce l’attesa anche in Italia per la Sciopero Globale per il Clima del 15 marzo 2019, la manifestazione che ha preso l’avvio dall’iniziativa intrapresa dalla giovanissima Greta Thunberg che ha deciso di scioperare da scuola il venerdì per protestare contro l’inerzia della politica di fronte ai rischi dei cambiamenti climatici.

Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese divenuta celebre per aver tenuto un discorso alla sessione plenaria della Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite (COP24) di Katowice (1-15 dicembre 2018), in cui aveva accusato i Governi di non prendere decisioni adeguate alla gravità dei cambiamenti climatici come indicato dagli scienziati, ha iniziato fin dalla fine di agosto ad assentarsi il venerdì dalle lezioni scolastiche per manifestare di fronte alla sede del Parlamento svedese, rimanendo per tutto il tempo con un cartello in mano su cui ha scritto “Sciopero scolastico per clima”.

Greta non si è limitata a proseguire la sua azione individuale in strada, ma ha intrapreso la via dei social network, coniando l’hashtag #fridayforfuture, divenuto in poco tempo un fenomeno virale globale, tanto che in pochi mesi nelle città di tutto il mondo gli studenti hanno organizzato dei Venerdì per il Futuro, mettendo in allarme la politica che ha reagito accusando gli studenti di perdere del tempo prezioso.
Le interruzioni delle lezioni scolastiche – avrebbe dichiarato il portavoce della premier britannica Theresa May in occasione della grande manifestazione studentesca per il clima a Londra del 15 febbraio, secondo quanto riportato dalla stampa ingleseaumentano il carico di lavoro degli insegnanti e vengono sprecate ore di lezione cruciali per giovani proprio perché possano diventare ottimi scienziati e ingegneri in grado di offrire il proprio contributo per affrontare questo problema”.

La risposta della Thunberg non si è fatta attendere ed è stata pronunciata la settimana dopo alla Conferenza organizzata a Bruxelles dal Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE), alla quale era stata invitata: “Se si continua a dire che stiamo perdendo tempo prezioso per le lezioni, allora voglio ricordare che i nostri leader politici hanno sprecato decenni, negando e non agendo. Dire che saremo noi giovani a salvare il mondo non è vero, semplicemente perché non c’è abbastanza tempo per intervenire prima che cresciamo e prendiamo in mano la situazione”.

Greta Thunberg davanti alla sede del Parlamento svedese con il cartello Sciopero scolastico per clima

Ora per il 15 marzo 2019 è stato indetto il Global Strike for Future con manifestazioni previste in 40 Paesi, tra cui quelle programmate in molte città italiane, con l’auspicio che la questione ambientale diventi centrale nel dibattito sul futuro che i giovani dovranno affrontare e che al loro fianco si schierino anche i meno giovani, nella consapevolezza che quella climatica è una crisi politica.

Durante lo svolgimento deludente della COP24, è stata pubblicata simultaneamente da alcune testate di tutti i continenti una lettera  sottoscritta da oltre 100 intellettuali e rivolta ai cittadini del mondo affinché non abbassino la guardia.
Dobbiamo fare collettivamente qualsiasi cosa sia necessaria in modo non violento, per persuadere i politici e gli uomini d’affari a rinunciare al loro compiacimento e alla loro negazione. Il loro “business as usual” non è più un’opzione. I cittadini globali non tollereranno più questo fallimento del nostro dovere planetario – vi si leggeva – Ognuno di noi, specialmente nel mondo materialmente privilegiato, deve impegnarsi ad accettare il bisogno di vivere più alla leggera, consumare molto meno, e non solo sostenere i diritti umani, ma anche le nostre responsabilità nell’amministrazione del Pianeta”.

Tra i primi firmatari figurano nomi conosciuti a livello globale, quali: Vandana Shiva, Presidente di Navdanya International, Vicepresidente di Slow Food e insignita del Right Livelihood Award  detto il Premio Nobel alternativo; Naomi Klein, giornalista scrittrice di numerosi saggi, molti dei quali tradotti in Italia;  Noam Chomsky Professore emerito di linguistica al Massachussets Institute of Technology (MIT), considerato il padrino della disciplina e intellettuale pubblico più influente del mondo  Bill McKibben,  autore di saggi sul riscaldamento globale, probabilmente l’ambientalista più influente degli Stati Uniti”, secondo il quotidiano Boston Globe, e co-fondatore nel 2007 di 350.org organizzazione ambientalista internazionale per informare sui rischi dei cambiamenti climatici, che ha preso nome da uno studio dello scienziato James Hansen del “Goddard Institute for Space Studies” della NASA, secondo il quale 350 parti per milione di CO2 in atmosfera sarebbe il limite massimo per evitare seri rischi per il genere umano.
Oggi abbiamo già superato abbondantemente 400ppm/CO2, secondo l’ultimo Bollettino dell‘Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO).

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