Biodiversità e conservazione Fauna Salute

La conservazione della biodiversità come vaccino per le nuove pandemie

Secondo un Rapporto di WWF Italia ci sarebbe una stretta correlazione tra la continua perdita di biodiversità e le pandemie che si sono susseguite negli ultimi anni e che si rischia di vederne altre ancora se non viene arrestata la perdita degli habitat naturali e delle specie viventi.

Ci sarebbe un legame strettissimo tra pandemie come il Coronavirus che sta sconvolgendo le vite di milioni di individui e perdita di biodiversità.

Salute umana e biodiversità: È quanto emerge dal RapportoPandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi. Tutelare la salute umana conservando la biodiversità” del WWF Italia: “Virus, batteri e altri microrganismi nella maggior parte dei casi sono innocui, anzi, spesso essenziali per gli ecosistemi e l’uomo. Tuttavia, alcuni di essi, come il coronavirus SARS-COV-2 all’origine del Covid-19, possono provocare impatti estremamente negativi sulla salute umana, sui sistemi sociali ed economici”.

La diffusione dei virus che hanno determinato le “malattie emergenti” che si sono susseguite negli ultimi venti anni (EbolaSarsZikaMersH1N1 e ora Covid-19), nonché di altre malattie trasmesse dagli animali all’uomo (zoonosi), è infatti conseguenza di nostri comportamenti errati tra cui il commercio illegale o non controllato di specie selvatiche e, più in generale, l’impatto dell’uomo sugli ecosistemi naturali.

All’origine della nuova pandemia c’è, infatti, il fenomeno dello “Spillover” ovvero il salto di specie, come il titolo del libro omonimo, divenuto famoso, del giornalista scientifico statunitense David Quammen (2012), che racconta come alla base di epidemie come l’ebola ci sia la distruzione degli ecosistemi, in particolare quelli forestali, i più complessi e ricchi di biodiversità (in epigrafe al Dossier del WWF c’è una frase tratta dal libro: “Là dove si abbattono gli alberi e si uccide la fauna, i germi del posto si trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie”.

Allo scoppio dell’epidemia a Wuhan, Quammen ha scritto in gennaio un articolo sul New York Times che si concludeva con la constatazione che la mortalità, fino allora attorno al 3%, era evento relativamente “fortunato”, ma “Questa buona sorte potrebbe non durare. Siamo di fronte a due sfide esiziali, una a breve e l’altra a lungo termine. A breve termine: dobbiamo fare tutto il possibile, con intelligenza, calma e convinto impegno di risorse, per contenere ed estinguere questo focolaio nCoV-2019 prima che diventi, come potrebbe accadere, una devastante pandemia globale. A lungo termine: dobbiamo ricordare, quando la polvere si deposita, che nCoV-2019 non è stato un evento nuovo o una disgrazia che ci ha colpito. Faceva, ed è, parte di un modello di scelte che noi umani stiamo facendo”.

Anche se ancora non ci sono certezze sull’origine di Covid-19, secondo il report del WWF Italia è molto probabile che dietro la sua diffusione si nasconda il commercio legale e illegale di animali selvatici vivi o di loro parti. Il commercio di animali selvatici è infatti un comprovato veicolo di vecchie e nuove zoonosi, che ogni anno causano circa un miliardo di casi di malattia e milioni di morti, anche se ricevono meno attenzione dei media. Il 75% delle malattie umane fino ad oggi conosciute, infatti, deriva da animali, così come il 60% delle malattie emergenti viene trasmesso da animali selvatici.

La nostra analisi nasce con questo scopo: è fondamentale riuscire a proteggere gli ecosistemi naturali, conservare le aree incontaminate del Pianeta, contrastare il consumo e il traffico di specie selvatiche, ricostruire gli equilibri degli ecosistemi danneggiati, arrestare i cambiamenti climatici – ha dichiarato la Presidente del WWF Italia e curatrice del Dossier, Donatella BianchiPer poter immaginare un futuro globale abbiamo bisogno di un New Deal for Nature e People, che permetta di dimezzare la nostra impronta, arrestare la perdita degli habitat naturali e delle specie viventi. Iniziare a ricostruire gli ecosistemi distrutti, che sono la rete di protezione naturale da epidemie e catastrofi, è il primo passo da fare. Tutti insieme riusciremo a vincere questa sfida e a invertire la rotta che sta portando al collasso il Pianeta”.

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