Parlamento e Consiglio europei hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulla nuova Politica Agricola Comune (PAC) che dovrà entrare in vigore dal 2023. Alla soddisfazione della Commissione UE, secondo cui la nuova PAC e più giusta, più verde, più flessibile, si contrappone l’insoddisfazione degli ambientalisti che giudicano la nuova PAC prosecutrice delle elargizioni alle grandi aziende intensive.
La Commissione UE ha accolto con favore l’accordo politico provvisorio raggiunto il 25 giugno 2021 dal Parlamento europeo e dal Consiglio sulla nuova politica agricola comune (PAC) più equa, più verde, più rispettosa degli animali e più flessibile.
Secondo la Commissione, che aveva presentato la sua proposta per la riforma nel 2018, la nuova PAC introdurrebbe un approccio più flessibile, basato sulle prestazioni e sui risultati che tenga conto delle condizioni e delle esigenze locali, aumentando al contempo le ambizioni a livello dell’UE in termini di sostenibilità.
“Durante i negoziati, la Commissione ha lavorato per una nuova politica agricola comune che possa sostenere il Green Deal – ha dichiarato il Vicepresidente esecutivo della Commissione Frans Timmermans –L’accordo raggiunto oggi segna l’inizio di un vero cambiamento nel modo in cui pratichiamo l’agricoltura in Europa. Nei prossimi anni proteggeremo le zone umide e torbiere, dedicheremo più terreni agricoli alla biodiversità, stimoleremo l’agricoltura biologica, apriremo nuove fonti di reddito per gli agricoltori tramite l’agricoltura al carbonio e inizieremo a correggere le disuguaglianze nella distribuzione del sostegno al reddito“.
Una PAC più giusta
Per la prima volta, la PAC includerà la condizionalità sociale, il che significa che i beneficiari della PAC dovranno rispettare elementi del diritto sociale e del lavoro europeo per ricevere i fondi.
La ridistribuzione del sostegno al reddito sarà obbligatoria. Gli Stati membri ridistribuiranno almeno il 10% a beneficio delle aziende agricole più piccole e dovranno descrivere nel loro piano strategico come intendono farlo.
Il sostegno ai giovani agricoltori (fino a 40 anni) avrà un nuovo livello minimo obbligatorio del 3% dei bilanci degli Stati membri per il sostegno al reddito della PAC). Ciò potrebbe coprire il sostegno al reddito, gli investimenti o gli aiuti all’avviamento dei giovani agricoltori.
Una PAC più verde
La nuova PAC sosterrà la transizione verso un’agricoltura più sostenibile con maggiori ambizioni per il clima, l’ambiente e il benessere degli animali. Ciò consentirà l’attuazione attraverso i piani strategici nazionali in linea con il Green Deal e le sue strategie le Strategie Farm to Fork e Biodiversità,adottate l’anno scorso. Introduce inoltre nuovi strumenti che, uniti al nuovo modo di lavorare, consentiranno una performance ambientale, climatica e di benessere animale più efficiente e mirata:
– Condizionalità: i requisiti minimi che i beneficiari della PAC devono rispettare per ricevere il sostegno sono ora più ambiziosi. Ad esempio, in ogni azienda agricola almeno il 3% dei seminativi sarà dedicato alla biodiversità e agli elementi non produttivi, con la possibilità di ricevere un sostegno tramite ecoschemi per raggiungere il 7%. Tutte le zone umide e torbiere saranno protette.
– Ecoschemi, la cui offerta sarà obbligatoria per gli Stati membri, ricompenseranno gli agricoltori per l’attuazione di pratiche rispettose del clima e dell’ambiente (agricoltura biologica, agroecologia, lotta integrata contro i parassiti, ecc.), nonché per il miglioramento del benessere animale. Gli Stati membri devono destinare almeno il 25% del loro bilancio di sostegno al reddito agli ecoschemi, per un totale di 48 miliardi di euro del bilancio dei pagamenti diretti.
– Almeno il 35% dei fondi per lo sviluppo rurale sarà destinato a impegni agroambientali, che promuovono pratiche ambientali, climatiche e di benessere degli animali.
– Il bilancio della PAC deve contribuire in modo significativo alla spesa globale per il clima dell’Unione. Per garantire un calcolo realistico e solido, entro il 2025 la Commissione proporrà un nuovo approccio differenziato che vada oltre i metodi esistenti.
Una PAC più flessibile
La nuova PAC introduce un nuovo modo di lavorare, in cui ogni Stato membro redigerà un Piano strategico nazionale della PAC che descrive come saranno raggiunti gli obiettivi della PAC e gli obiettivi del Green Deal come descritto nelle strategie Farm to Fork e Biodiversità.
Inoltre, la nuova PAC punta sulla performance grazie a:
– Regole più semplici a livello dell’UE.
– Una relazione annuale sui risultati che gli Stati membri devono presentare alla Commissione a partire dal 2024, integrata da una riunione di revisione annuale.
– La Commissione riesaminerà le prestazioni dei Piani strategici della PAC nel 2025 e nel 2027, cui farà seguito, se necessario, una richiesta di intervento da parte della Commissione agli Stati membri.
– Una serie di indicatori comuni per monitorare l’attuazione della PAC e valutare le prestazioni dei Piani strategici della PAC.
Rafforzare la posizione degli agricoltori in un settore agroalimentare competitivo
La nuova PAC mantiene un orientamento generale al mercato , con le aziende agricole dell’UE che operano secondo i segnali del mercato sfruttando le opportunità al di fuori dell’UE derivanti dal commercio.
Rafforza inoltre la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare ampliando le possibilità per gli agricoltori di unire le forze, anche mediante alcune eccezioni al diritto della concorrenza.
Sarà introdotta una nuova riserva agricola per finanziare le misure di mercato in tempi di crisi, con un budget annuale di almeno 450 milioni di euro.
“Sono lieto che abbiamo raggiunto un accordo politico su una nuova PAC in tempo per la sua attuazione entro l’inizio del 2023 . ha affermato il Commissario UE per l’agricoltura Janusz Wojciechowski – La nuova PAC combina ambizioni più elevate in materia di ambiente, clima e benessere degli animali con una distribuzione più equa dei pagamenti, soprattutto alle piccole e medie aziende a conduzione familiare e ai giovani agricoltori. Ora conto sugli Stati membri per sviluppare Piani strategici della PAC ambiziosi che siano in linea con i nostri obiettivi e che forniranno gli strumenti giusti per sostenere i nostri agricoltori nella transizione verso un sistema alimentare sostenibile“.
La nuova PAC, che comprende 3 Regolamenti (Regolamento orizzontale, Piano strategico e Organizzazione comune dei mercati), dovrà essere formalmente approvata dal Parlamento europeo e adottata dal Consiglio prima di poter entrare in vigore.
Per quanto riguarda i Piani strategici della PAC, gli Stati membri hanno tempo fino al 31 dicembre 2021 per presentare le loro bozze di piano. La Commissione avrà quindi sei mesi per valutare e approvare i piani, che entreranno poi in vigore all’inizio del 2023.
L’Accordo politico raggiunto non convince le Associazioni ambientaliste
Anche se la Commissione UE esprime soddisfazione, molte delle proposte della Commissione intese a rafforzare la protezione ambientale sono state annacquate nel corso del Trilogo. Tant’è che secondo l’European Environmental Bureau (EEB), la rete che riunisce 170 organizzazioni di 35 Paesi europei, che ha emanato un comunicato stampa con questa nuova PAC da 54 miliardi di euro all’anno (2023-2027), l’UE continuerà a finanziare importanti pratiche agricole intensive dannose. In un decennio considerato cruciale per invertire una serie di crisi ambientali, secondo l’EEB, l’incapacità di spostare il sostegno all’agricoltura ecologica è un grave fallimento politico, essendo l’agricoltura la principale responsabile della perdita di suolo e del collasso della fauna selvatica, contribuendo in modo significativo alle emissioni di gas serra.
“L’UE spende più per gli agricoltori che per qualsiasi altra cosa, rendendo la politica agricola uno strumento potente, nel bene e nel male – ha dichiarato Célia Nyssens, responsabile della politica agricola dell’EEB – Potremmo aiutare gli agricoltori a ripristinare i suoli degradati, ad adattarsi ai cambiamenti climatici e a salvare le api e altre popolazioni selvatiche in declino. Ma questa nuova politica è un enorme fallimento della leadership nell’affrontare quelle gravi minacce. Stiamo già vedendo i governi nazionali pianificare le attività come di consueto, per mantenere il flusso di denaro verso gli allevamenti intensivi. Il Parlamento europeo dovrebbe questa estate fare il raro passo di buttare all’aria questo accordo distruttivo per resettare tutto”.