Territorio e paesaggio

Desertificazione e siccità: è a rischio il 28% del territorio italiano

ISPRA ha organizzato un webinar in occasione della celebrazione della Giornata mondiale della desertificazione e siccità (17 giugno 2022) per illustrare le azioni da mettere in campo per conseguire l’obiettivo di degrado dei suoli zero.

In vista della Giornata mondiale della desertificazione e siccità del 17 giugno 2022, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha organizzato un webinar nel corso del quale sono state illustrate le azioni messe in campo, sia a livello europeo che nazionale, per il raggiungimento degli obiettivi di Land Degradation Neutrality, e i principali risultati della COP15-UNCCD (Abidjan, 9 – 20 maggio 2022), cui hanno partecipato, nella delegazione italiana, rappresentanti dell’ISPRA insieme a rappresentanti del Ministero della Transizione Ecologica, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e dell’Agenzia Italiana per Cooperazione allo Sviluppo..

Tutto il Pianeta è soggetto a fenomeni di degrado del territorio e del suolo rapidamente crescenti, che minano la fornitura dei servizi ecosistemici sui cui si fonda la vita umana e che è il risultato di azioni di sovrasfruttamento indotte dall’uomo, causando il declino della sua fertilità, della biodiversità che ospita, con evidenti danni complessivi anche alla salute umana, azioni i cui impatti sono fortemente inaspriti dai cambiamenti climatici.

I fenomeni sono crescenti nei Paesi europei: di fronte a una minaccia crescente occorre rafforzare le misure, fermare e invertire il degrado del suolo. Nel novembre 2021, in collegamento con la Strategia Europea per la Biodiversità, è stata presentata una articolata e ricca Strategia Europea per il Suolo al 2030, che contiene iniziative concrete per proteggere e ripristinare i suoli e garantire che siano utilizzati in modo sostenibile, definendo obiettivi per i terreni sani entro il 2050 ed azioni entro il 2030. La Strategia è il primo passaggio verso la definizione di una nuova legge europea sulla salute del suolo entro il 2023 per garantire parità di condizioni e un elevato livello di protezione dell’ambiente e della salute, per la cui predisposizione è stato avviato un intenso processo preparatorio che vede fortemente impegnati tutti i 27 paesi.

Nell’Unione Europa, i Paesi più coinvolti da desertificazione e siccità sono quelli del bacino Mediterraneo: oltre l’Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Croazia, Cipro e Malta. Ma non sono immuni da analoghi fenomeni l’Ungheria, la Slovenia e la Romania. 

La Convenzione della Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione e agli effetti della siccità (UNCCD) è il quadro di riferimento globale, avendo assunto come focus delle sue azioni il raggiungimento della land degradation neutrality, in perfetta sintonia con l’Agenda 2030. E l’Italia sta da tempo lavorando per definire e raggiungere i traguardi operativi previsti per raggiungere un tasso di degrado netto pari a zero.

ISPRA peraltro è da tempo impegnata nella valutazione del degrado e della desertificazione del territorio e del suolo, attraverso analisi e monitoraggi, anche con l’uso di tecniche innovative. Affianca poi da tempo il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE), sia per le attività negoziali, sia fornendo analisi e valutazioni, e predisponendo i periodici rapporti tecnici alla UNCCD sullo stato di attuazione della Convenzione in Italia.

Nel corso del webinar è emerso che il 28% del territorio italiano è a rischio desertificazione: principalmente nelle regioni meridionali, ma anche in Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Nelle aree a rischio, le condizioni meteoclimatiche contribuiscono fortemente all’aumento del degrado e quindi alla vulnerabilità alla desertificazione, a causa della perdita di qualità degli habitat, l’erosione del suolo, la frammentazione del territorio, la densità delle coperture artificiali.

Nell’UE i Paesi più coinvolti da desertificazione e siccità sono quelli del bacino Mediterraneo: oltre l’Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Croazia, Cipro e Malta. Ma non sono immuni da analoghi fenomeni l’Ungheria, la Slovenia e la Romania

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