Sostenibilità

Sviluppo sostenibile: serve un piano globale per il finanziamento

L’annuale Rapporto della Rete ONU per le soluzioni verso lo sviluppo sostenibile (SDSN) rileva che per il secondo anno consecutivo il punteggio medio dell’SDG Index è diminuito, anche per i severi vincoli di finanziamento che devono affrontare i Paesi in via di sviluppo. Pace, diplomazia e cooperazione internazionale sono condizioni fondamentali affinché il mondo progredisca verso gli SDGs al 2030. L’Italia conquista una posizione, ma conferma le sue difficoltà.

Pace, diplomazia e cooperazione internazionale sono condizioni fondamentali affinché il mondo progredisca verso gli SDGs verso il 2030 e oltre.
Per il secondo anno consecutivo il mondo non fa progressi sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Bisogna predisporre un piano globale per finanziare il conseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.
Gli sforzi politici e gli impegni a sostegno degli Obiettivi variano notevolmente tra i Paesi, anche tra quelli del G20.

Sono alcuni degli aspetti principali del Rapporto sullo Sviluppo Sostenibile 2022 , presentato in occasione di “Stockholm+50”, l’incontro ad alto livello voluto dall’ONU per commemorare il Cinquantenario della Conferenza nel corso della quale venne adottata la storica Dichiarazione sui diritti dell’ambiente e le responsabilità dell’uomo per la sua salvaguardia, e per ribadire la necessità di vivere in modo sostenibile e in armonia con la natura.

Predisposto dal team di esperti indipendenti della Sustainable Development Solutions Network (SDSN) dell’ONU e della Fondazione Bertelsmann e pubblicato dalla Cambridge University Press, comprensivo sia dello SDR Index che del Dashboard, il Rapporto analizza lo stato di avanzamento a livello globale degli SDG, evidenziando che molteplici e simultanee crisi internazionali hanno frenato i progressi sugli obiettivi universali adottati da tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite durante lo storico vertice del 2015.

Cinquant’anni dopo la prima conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano tenutasi a Stoccolma nel 1972, i principi fondamentali degli OSS di inclusione sociale, energia pulita, consumo responsabile e accesso universale ai servizi pubblici sono più che mai necessari per rispondere alle grandi sfide del nostro tempo – ha dichiarato il Prof. Jeffrey D. Sachs, Presidente di SDSN e autore principale del Rapporto – I paesi poveri e vulnerabili sono particolarmente colpiti dalle molteplici crisi sanitarie, geopolitiche e climatiche e dalle loro ricadute. Per ripristinare e accelerare i progressi degli SDG, c’e’ bisogno di cooperazione globale per porre fine alla pandemia, negoziare la fine della guerra in Ucraina e garantire i finanziamenti necessari per raggiungere gli SDG“.

La media mondiale del SDG Index è leggermente diminuita nel 2021 per il secondo anno consecutivo, in gran parte a causa dell’impatto della pandemia sull’OSS1 (Sconfiggere la povertà) e sull’OSS8 (Lavoro dignitoso e crescita economica) e delle scarse prestazioni sugli OSS 11- 15 (clima, biodiversità e obiettivi di sviluppo urbano sostenibile).

Oltre ai loro enormi costi umanitari, i conflitti militari – inclusa la guerra in Ucraina – hanno importanti ricadute internazionali sulla sicurezza alimentare e sui prezzi dell’energia, che a loro volta sono amplificate dalla crisi climatica e della biodiversità. I conflitti militari spiazzano inoltre i progetti e gli investimenti a lungo termine. Pace, diplomazia e cooperazione internazionale sono condizioni fondamentali affinché il mondo progredisca verso gli OSS entro il 2030 e oltre.

In vetta al SDG Index 2022 si trova la Finlandia, seguita da tre paesi nordici (Danimarca, Svezia e Norvegia), che sono ai vertici anche del “World Happiness Report 2022, e i primi 10 posti sono occupati da Paesi europei (vedi al riguardo il Rapporto 2022 di Eurostat di monitoraggio sui progressi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile nel contesto UE). Eeppur, sottolinea SDSN, anche questi paesi devono affrontare sfide importanti nel raggiungimento dei diversi SDG.

Nel complesso, l’Asia orientale e meridionale è la regione che ha progredito maggiormente rispetto agli SDG dalla loro adozione nel 2015, con Bangladesh e Cambogia in evidenza, mentre il Venezuela ha registrato il calo maggiore nel SDG Index dall’adozione.

L’Italia si classifica al 25° posto, migliorando di un posto rispetto al 2021, tuttavia la situazione del nostro Paese non evidenzia variazioni significative in termini di raggiungimento degli SDGs. Perdurano i maggiori ritardi per il Goal 9 (Imprese, innovazioni e infrastrutture), il Goal 13 (Lotta contro i cambiamenti climatici) e il Goal 14 (Vita sott’acqua). 

È urgente un piano globale per finanziare lo sviluppo sostenibile.
Il raggiungimento degli SDG è fondamentalmente un programma di investimento nelle infrastrutture fisiche (comprese le energie rinnovabili e le tecnologie digitali) e nel capitale umano (tra cui salute e istruzione). Eppure la metà più povera del mondo non ha accesso a condizioni accettabili al mercato del capitale. I paesi poveri e vulnerabili sono stati duramente colpiti dalle molteplici crisi e dalle loro ricadute. L’aumento delle pressioni sul budget, l’aumento della spesa militare e gli importanti cambiamenti nelle priorità strategiche, soprattutto nei paesi europei, potrebbero ridurre a livello globale la disponibilità di fondi destinati allo sviluppo sostenibile. In questo contesto, il Rapporto presenta un piano per il finanziamento degli SDG a livello globale articolato attorno a cinque punti. Il Rapporto sottolinea il ruolo chiave del G20, del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e delle Banche Multilaterali di Sviluppo (MDB) per espandere i finanziamenti OSS a livello globale.

Gli impegni variano notevolmente tra i Paesi
A metà strada verso il 2030, l’integrazione degli SDG nelle politiche, nei regolamenti, nei budget, nei sistemi di monitoraggio, e nelle altre politiche e procedure governative, varia ancora notevolmente da paese a paese. Tra gli Stati membri del G20, gli Stati Uniti, il Brasile e la Federazione Russa mostrano il minor sostegno all’Agenda 2030 e agli SDG. Al contrario, i paesi nordici dimostrano un sostegno relativamente elevato per gli OSS, così come l’Argentina, la Germania, il Giappone e il Messico (tutti i paesi del G20). Alcuni paesi come il Benin e la Nigeria, ad esempio, hanno grandi lacune nel loro SDG Index, ma ottengono anche punteggi relativamente alti per i loro sforzi politici. È interessante notare che il Benin e il Messico, negli ultimi anni, hanno entrambi emesso obbligazioni sovrane legate agli OSS per aumentare i loro investimenti nello sviluppo sostenibile. Per la seconda volta dalla loro adozione nel 2015, gli Stati membri delle Nazioni Unite si incontreranno a settembre 2023, a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per il vertice OSS, per definire le priorità per ripristinare e accelerare i progressi in materia di SDG entro il 2030 e oltre. Obiettivi, strategie e piani nazionali ambiziosi e solidi sono fondamentali per trasformare gli OSS in un’agenda d’azione.

Altri risultati del Rapporto sullo sviluppo sostenibile 2022.
I paesi ricchi generano ricadute internazionali negative, in particolare attraverso consumi non sostenibili. L’International Spillover Index 2022 incluso nel Rapporto sottolinea come i paesi ricchi generino ricadute socio-economiche e ambientali negative, anche attraverso catene di approvvigionamento e di commercio insostenibili.
– Le nuove partnership e innovazioni emerse durante la pandemia di COVID-19, anche nella cooperazione scientifica e nei dati, dovrebbero essere ampliate per supportare gli SDG. La scienza, le innovazioni tecnologiche e i sistemi di dati possono aiutare a identificare soluzioni in tempi di crisi e possono fornire contributi decisivi per affrontare le grandi sfide del nostro tempo. Queste richiedono investimenti maggiori e prolungati nelle capacità statistiche, in ricerca e sviluppo, nell’istruzione e nelle competenze.

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