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Acqua potabile: concluso l’iter della Direttiva per migliorarne la qualità

Il Parlamento europeo ha ratificato l’Accordo raggiunto con il Consiglio sulla Direttiva concernente la qualità dell’acqua potabile, che introduce parametri più stringenti di qualità dell’acqua stabiliti più di 20 anni fa al fine di ripristinare la fiducia dei cittadini nell’acqua del rubinetto, contribuendo al contempo a ridurre i rifiuti di plastica dall’acqua in bottiglia, e conseguentemente i rifiuti marini.

A vent’anni dall’entrata in vigore della prima Direttiva sull’acqua potabile, è tempo di aggiornare e inasprire la soglia per alcuni contaminanti, come il piombo. Per il Parlamento europeo era della massima importanza che la nuova Direttiva rendesse la nostra acqua potabile ancora più sicura e tiene conto degli inquinanti emergenti. Pertanto accolgo con favore le disposizioni della Direttiva per le microplastiche e gli interferenti endocrini come il bisfenolo A “.

Così l’eurodeputato Christophe Hansen, relatore della proposta al Parlamento europeo, ha salutato l’approvazione definitiva della Direttiva concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, che rifonde la precedente 98/83/CE del Consiglio.

Si è così concluso l’iter legislativo avviato nel febbraio 2018 dalla Commissione UE che aveva avanzato la proposta, di una nuova Direttiva per rispondere alle richieste di oltre 1,8 milioni di europei che avevano firmato la prima iniziativa dei cittadini europei di successo “Right2Water”, presentata nel dicembre 2013 a sostegno del miglioramento dell’accesso all’acqua potabile sicura per tutti gli europei.

Si avviava, quindi, il processo di co-legislazione e nel dicembre 2019 il Consiglio e il Parlamento europeo raggiungevano un accordo provvisorio che portava poi al via libera del Consiglio nell’ottobre scorso e ora la votazione il 15 dicembre 2020 in Assemblea plenaria del Parlamento ha sancito la conclusione del procedimento.

La Direttiva rifusa aggiorna i parametri di qualità dell’acqua stabiliti più di 20 anni fa al fine di ripristinare la fiducia dei cittadini nell’acqua del rubinetto, contribuendo a ridurre i rifiuti di plastica dall’acqua in bottiglia, il che ridurrebbe anche i rifiuti marini dal momento che le bottiglie di plastica sono uno degli articoli di plastica monouso più comuni che si trovano sulle spiagge europee. Inoltre, un minor consumo di acqua in bottiglia potrebbe far risparmiare alle famiglie dell’UE oltre 600 milioni di euro all’anno.

Nel compromesso finale, gli Stati membri dell’UE sono stati lasciati liberi di determinare il loro approccio ai test, poiché possono scegliere i metodi che ritengono più appropriati per gli scopi specificati nelle linee guida nazionali. Tuttavia, dovranno assicurare che le misure adottate per attuare i nuovi standard siano basate sul principio di precauzione e in nessun caso portino al deterioramento dell’attuale qualità dell’acqua potabile.

La Direttiva segue anche il principio dell’innovazione nel processo decisionale dell’UE, lasciando la porta aperta all’uso di soluzioni innovative per affrontare nuove e complesse sfide per proteggere la salute pubblica.

Entro l’inizio del 2022, la Commissione redigerà e monitorerà un elenco di sostanze o composti di interesse pubblico o scientifico per la salute. Questi includeranno prodotti farmaceutici, composti che alterano il sistema endocrino e microplastiche.

La Commissione stabilirà inoltre elenchi europei che indicano quali sostanze sono autorizzate a entrare in contatto con l’acqua potabile.

La Direttiva entrerà in vigore 12 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE (GUUE) ed entro 2 anni, gli Stati membri dovranno apportare le modifiche necessarie per conformarsi.

Aggiornamento del 23 dicembre 2020: La Direttiva è stata pubblicata sulla GUUE del 23 dicembre 2020

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