Infrastrutture e mobilità Territorio e paesaggio

ACEA: infrastrutture e incentivi adeguati per auto alternative in UE

L’Associazione europea dei produttori di automobili (ACEA) ha pubblicato l’edizione 2021 dell’annuale Rapporto “Compiere la transizione verso la mobilità a emissioni zero” che copre i progressi compiuti nell’UUE sui principali fattori abilitanti (infrastrutture di ricarica e incentivi) per autovetture e furgoni a propulsione alternativa.

Secondo l’Associazione Europea Costruttori di Auto (ACEA) che ha pubblicato oggi (12 luglio 2021) l’edizione 2021 del Rapporto Making the Transition to Zero-Emissions Mobility”,  gli investimenti dell’industria automobilistica in veicoli a propulsione alternativa stanno dando i suoi frutti: nel 2020 più di un’auto su 10 immatricolata nell’UE era elettricamente ricaricabileTuttavia, questa tendenza positiva può essere sostenuta solo se i Governi iniziano a fare investimenti adeguati nelle infrastrutture e mettono in atto incentivi significativi e sostenibili.

Il Rapporto, giunto alla IV edizione, tiene traccia dei progressi compiuti sui “fattori abilitanti chiaveper una maggiore diffusione ad opera dei consumatori di auto elettriche e di altro tipo nell’UE:  infrastrutture di ricarica e incentivi adeguati a lungo termine.

In vista della prossima presentazione da parte della Commissione UE del Pacchetto sul clima “Fit for 55” che tra le misure adottate dovrebbe contenere anche la revisione della Direttiva sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi (AFID), ACEA, assieme ad altre Associazioni del settore e Ong ambientaliste, ha inviato una lettera alla Commissione UE in cui, rammentando quanto recentemente osservato dalla Relazione speciale della Corte dei conti europea (ECA) che ha evidenziato come l’attuale quadro legislativo abbia determinato una “frammentazione nell’elettromobilità” con “differenze nella densità di infrastrutture di ricarica e nei tassi di proprietà di veicoli elettrici negli Stati membri”,  si chiede di sostituire l’obsoleta Direttiva, con un Regolamento che imponga obiettivi nazionali vincolanti per le infrastrutture di carburanti alterrnativi.

Inoltre, secondo un’indagine analisi di ACEA, diffusa il 6 luglio 2021 e i cui risultati sono stati inseriti nel Rapporto di oggi, oltre il 70% di tutte le stazioni di ricarica per auto elettriche dell’UE è concentrato in soli tre paesi dell’Europa occidentale: Paesi Bassi (con il 29,7%), Francia (20,4%) e Germania (19,9%). Al 4°posto, ma notevolmente distanziata, si colloca l’Italia con il 5,8%.

Oltre i due terzi dei punti ricarica, sottolinea l’ACEA, si trova in Paesi che costituiscono solo il 23% della superficie dell’Ue, mentre il 30% dei punti di ricarica è sparso nel restante 77% del continente. E le infrastrutture diminuiscono in relazione al PIL dei Paesi, con i Paesi dell’Europa orientale, dalle Repubbliche baltiche alla Grecia, l’Irlanda e il Portogallo, che sono anche quelli con il deficit infrastrutturale più grande e quelli in cui c’è la più bassa percentuali di vendita di auto elettriche e ibride.

Chiunque voglia acquistare un’auto elettrica o a celle di combustibile dipende dalla presenza di infrastrutture di ricarica o di rifornimento affidabili, che sia a casa, al lavoro e in viaggio – ha affermato il Direttore generale di ACEA, Eric-Mark HuitemaÈ giunto il momento per i Governi di tutta Europa di accelerare la corsa verso una mobilità più verde”.

Sulla base dei calcoli della Commissione, un’ulteriore riduzione del 50% delle emissioni delle auto entro il 2030 richiederebbe circa 6 milioni di punti di ricarica pubblicamente disponibili, contro meno degli attuali 225.000 disponibili oggi, che si traduce in un incredibile aumento di 27 volte in meno di un decennio. Per questo ACEA, l’Ong ambientalista Transport & Environment e l’Associazione europea dei consumatori BEUC hanno chiesto all’UE di impegnarsi nella realizzazione di almeno un milione di punti ricarica entro il 2024.

Ecco di seguito i risultati chiave del Rapporto odierno.
Diffusione sul mercato di auto e furgoni a propulsione alternativa
– Il 5,4% di tutte le auto vendute nel 2020 erano elettriche a batteria (+5,1 punti percentuali dal 2014).
– Il 5,1% delle vendite totali di auto sono state ibride plug-in (+4,9 punti percentuali in sette anni).
– L’11,9% delle nuove auto nell’UE erano ibride elettriche lo scorso anno (+10,5 punti percentuali).
– Lo 0,6% di tutte le auto vendute è alimentato a gas naturale (-0,4 punti percentuali dal 2014).
– I veicoli a celle di combustibile hanno rappresentato una piccola quota (0,01%) delle vendite totali di auto nell’UE nel 2020.
– Lo scorso anno, il 4,2% delle vendite di nuovi furgoni è stato alimentato con motori alternativi.
– Nel 2020, l’1,9% di tutti i furgoni venduti era elettrico a batteria (+1,3 punti percentuali in sette anni) e lo 0,1% era ibrido plug-in (+0,1%).
– I furgoni elettrici ibridi hanno rappresentato lo 0,9% del mercato totale lo scorso anno (+0,9% dal 2014).

Convenienza
– La diffusione sul mercato dei veicoli a ricarica elettrica (ECV) è direttamente correlata al PIL pro capite di un Paese, a dimostrazione del fatto che l’accessibilità economica rimane una delle principali barriere per i consumatori.
– I Paesi con una quota di mercato totale di ECV inferiore al 3% hanno un PIL medio inferiore a 17.000 euro, compresi gli Stati membri dell’UE nell’Europa centrale e orientale, ma anche la Grecia.
– Il 73% di tutte le vendite di auto elettriche è concentrato in soli 4 Paesi dell’Europa occidentale con alcuni dei PIL più alti.

Disponibilità dell’infrastruttura
– Sebbene dal 2014 si sia registrata una forte crescita nell’implementazione dell’infrastruttura di ricarica (+750% da una base molto bassa), il numero totale di punti di ricarica disponibili in tutta l’UE (meno di 225.000) è molto al di sotto di quanto richiesto.
– Meno di 25.000 di questi punti sono adatti per la ricarica rapida (con una capacità > di 22 kW), mentre i punti “normali” rappresentano la stragrande maggioranza (circa 200.000). Solo 1 punto di ricarica su 9 nell’UE è un caricabatterie rapido.Sulla base dei calcoli della Commissione, un’ulteriore riduzione delle emissioni di CO2 delle auto al -50% nel 2030 richiederebbe circa 6 milioni di punti infrastrutturali pubblici. Ciò si traduce in un aumento di 27 volte in meno di un decennio.
– Il 70% di tutte le stazioni di ricarica dell’UE è concentrato in 3 paesi dell’Europa occidentale: Paesi Bassi (66.665), Francia (45.751) e Germania (44.538). Insieme, questi paesi costituiscono solo il 23% della superficie totale dell’UE.
– 124 stazioni di rifornimento di idrogeno erano disponibili in 10 Paesi dell’UE nel 2020; 17 Stati membri non ne avevano affatto.
– L’UE conta circa 4.000 stazioni di rifornimento di gas naturale, in crescita del 31,6% dal 2015. Due terzi di queste sono concentrate solo in due Paesi (Italia e Germania).

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.