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Gas: la domanda in crescita non è compatibile con net-zero al 2050

L’ultimo Rapporto sul mercato del gas dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) che fornisce la previsione a medio-termine della domanda del gas, indica che la sua crescita (nel 2021 al 3,6%) continuerà anche nei prossimi anni, seppure più lentamente, a livelli non compatibili con quelli per le emissioni net-zero al 2050.

La domanda globale di gas naturale, che nel 2020 era diminuita dell’1,9% è in crescita nel 2021 a seguito delle attività di sostegno economico post-pandemia da Covid-19 e della sostituzione dei carburanti più inquinanti, e se non verranno introdotti sostanziali cambiamenti politici per frenarne il consumo, continuerà a crescere nei prossimi anni, anche se a un ritmo più lento, mettendo in pericolo gli obiettivi climatici.

La previsione è contenuta nell’ultimo Rapporto sul mercato del gas naturale, pubblicato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) che indaga pure sulle possibili soluzioni per ridurre l’importa carbonica del gas fossile.

L’Agenzia ritiene che la crescita della domanda di gas nel 2021 si attesterà al 3,6%, e che nel periodo 2022-2024 crescerà dell’1,7% annuo, con la regione Asia-Pacifico, in particolare Cina, India ed economie emergenti del Sud-est asiatico, che assorbirà la metà della domanda mondiale di gas prodotto da Russia, Medio-oriente e Stati Uniti che stanno investendo sulla filiera per la produzione di gas da scisto.


“Il rimbalzo della domanda di gas indica che l’economia globale si sta riprendendo dallo shock della pandemia e che il gas sta continuando a sostituire i combustibili ad alta intensità di emissioni ha dichiarato il Direttore della Divisione Mercati e Sicurezza dell’IEA, Keisuke Sadamori Devono essere attuate politiche più forti per mettere la domanda globale di gas su un percorso in linea con il raggiungimento dell’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050, pur continuando a promuovere la prosperità economica. Al contempo, l’industria del gas deve intensificare in modo significativo gli sforzi per passare a gas più puliti e a basse emissioni di carbonio e agire in modo rapido ed efficace per affrontare le inutili emissioni di metano“.

Il fatto è che tale crescita è superiore a quella prevista entro il 2024 dalla stessa Agenzia nel Rapporto Net Zero by 2050: a Roadmap for the Global Energy Sector”, richiesto dalla Presidenza britannica della Conferenza delle Parti (COP26) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) quale contributo ai negoziati e pubblicato lo scorso maggio dall’IEA, che traccia il percorso per l’azzeramento delle emissioni al 2050.

L’Agenzia ritiene che la crescita della domanda di gas nel 2021 si attesterà al 3,6%, e che nel periodo 2022-2024 crescerà dell’1,7% annuo, con la regione Asia-Pacifico, in particolare Cina, India ed economie emergenti del Sud-est asiatico, che assorbirà la metà della domanda mondiale di gas prodotto da Russia, Medio-oriente e Stati Uniti che stanno investendo sulla filiera della produzione di gas da scisto.

In Europa la produzione di gas naturale diminuirà dell’8% tra il 2020 e il 2024, fino a meno di 200 miliardi di m3 all’anno entro la fine di tale periodo. Mentre la produzione norvegese si sta riprendendo dopo il calo del 2020 e la pesante manutenzione nel 2021, l’altra area di produzione europea diminuirà di quasi un quarto, sia per l’esaurimento dei giacimenti nel Mare del Nord, per la chiusura di Groningen nei Paesi Bassi e del calo della produzione terminale dei giacimenti più piccoli in tutta Europa. Oltre alla Norvegia, emergono due outlier di modesta crescita: la Danimarca, con il riavvio del giacimento di Tyra, che porta la produzione del Paese a sfiorare i 3 miliardi di metri cubi entro il 2024; e Romania, con un potenziale di crescita limitato.

Nello stesso tempo il consumo di gas nell’industria europea è aumentato notevolmente in tutti i mercati chiave rispetto al secondo trimestre del 2020, quando la maggior parte dei Paesi europei ha imposto blocchi e altre misure restrittive per il contenimento della pandemia, che hanno pesato sull’attività economica. Le prime stime dell’IEA indicano che il consumo di gas da parte dell’industria è aumentato in un anno del 20% in Italia e dell’8% in Francia nel secondo trimestre ed è aumentato di oltre il 25% all’anno Spagna ad aprile e maggio

Il Rapporto dell’Agenzia suggerisce anche come l’industria del gas, viste le previsioni di crescita della domanda, possa ridurre la propria impronta carbonica lungo tutta la catena di valore e allinearsi agli obiettivi di emissioni nette di zero, sostenendo lo sviluppo di gas a basse emissioni e lo sviluppo di soluzioni di gestione della CO2 per ridurre al minimo le emissioni da combustione.

La transizione verso fonti di approvvigionamento di gas a basse emissioni di carbonio, come biometano, idrogeno e metano sintetico (ottenuto combinando l’ossido di carbonio, ricavato dalla CO2 con idrogeno) richiede continui adeguamenti sia a livello normativo che dal lato delle infrastrutture, per garantire un’integrazione competitiva di queste risorse nei futuri sistemi energetici.

Tuttavia, avverte l’IEA, senza forti misure politiche per frenare la domanda di gas a lungo termine, potrebbero insorgere volatilità del mercato e preoccupazioni sulla sicurezza dell’approvvigionamento verso la fine del periodo di previsione del Rapporto.

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