Malattie e cure Salute

Virus trasmessi da zanzare: quel che dovremmo sapere

virus trasmessi da zanzare

Il Centro Comune di Ricerca (IRC) della Commissione UE ha pubblicato il 16 marzo 2018 il Technical Report “Toward Climate Change Impact: Vectors carrying viral infection” che mira a sensibilizzare (il sottotitolo è infatti “Quel che dovremmo sapere”) sulla minaccia per la salute umana rappresentata dalla diffusione degli arbovirus (ARthropod BOrn VIRUSes): virus mantenuti in natura grazie alla trasmissione biologica negli ospiti vertebrati suscettibili mediata da artropodi ematofagi, quali mosche, zanzare e zecche.

A causa di viaggi e scambi internazionali, molti insetti portatori di virus hanno aumentato il loro areale di diffusione, ponendo problemi di salute pubblica, dal momento che per alcune malattie provocate da arbovirus non ci sono ancora agenti antivirali o vaccini specifici. Inoltre, i cambiamenti climatici in atto permettono a zanzare, zecche e altri insetti vettori di virus di proliferare negli ambienti urbani a causa della mancanza di predatori naturali e della pronta disponibilità di cibo e habitat in cui riprodursi, adattandosi alle diverse stagioni, migrando e diffondendosi in nuove aree di nicchia che sono diventate più calde.

Possono essere vettori diretti senza alcun ospite intermedio (come nel caso delle zanzare) o avere un ospite intermedio come per le zecche.

Negli ultimi anni, a causa del global warming, sono stati osservati due fenomeni:
– migrazione delle zanzare verso luoghi che sono diventati più caldi, consentendo alle zanzare l’adattamento a nuove nicchie e la diffusione in nuove aree;
– la capacità di meglio sopravvivere in diverse stagioni.

Le zanzare del genere Aedes sono in grado di trasmettere diversi arbovirus, compresi i virus della febbre gialla, della febbre dengue, della febbre del Nilo occidentale, della Chikungunya, della Zika, del Nilo occidentale. Una volta infettati dal virus, i sintomi più comuni mostrati dagli individui infetti sono solitamente lievi e caratterizzati da febbre, rush della pelle, dolori articolari e congiuntivite.

In particolare negli ultimi mesi ha ricevuto molta attenzione da parte dei media a causa della sua associazione con disturbi neurologici come la sindrome di Guillain-Barré (GBS) e lo sviluppo nei feti di microcefalia (testa anormalmente piccola) il virus Zika (ZIKV), difficile da diagnosticare e per il quale non esiste una cura o un vaccino.

Identificato per la prima volta nel 1947 nella foresta di Zika in Uganda, la sua diffusione è una seria preoccupazione data la crescente presenza del suo vettore principale, la zanzara tigre (Aedes albopictus), ormai diffusa nelle zone temperate di Europa e Americhe.

Il primo focolaio documentato di infezione da ZIKV è stato segnalato nel 2007 in Micronesia e da allora si è diffuso in Polinesia e in Brasile, dove ha contagiato fino a 1,3 milioni di persone nel 2015.

Questo evento ha richiamato l’attenzione di scienziati, media e pubblico che hanno sollevato l’esigenza di non sottovalutare le malattie trasportate dalle zanzare e di mitigare la diffusione del virus operando a più livelli di azione, cioè sviluppando vaccini, mappando la distribuzione delle zanzare e le aree da ripulire.

Più di 70 regioni in tutto il mondo hanno confermato casi autoctoni (indigeni) di ZIKV, e a marzo 2017 erano stati segnalati 2.130 europei infettati da ZIKV, dopo aver compiuto viaggi.

Anche il virus dell’encefalite da zecche (TBEV) ha allarmato le autorità sanitarie europee, essendo stato rinvenuto in diversi Paesi, tra cui Austria, Repubblica Ceca, Germania, Lituania, Polonia, Slovacchia, Svezia e, più recentemente, nei Paesi Bassi. Uno dei vettori del virus, individuato di recente è la zecca Dermacentor reticulatus che si sta rapidamente diffondendo in Europa, avendo un elevato tasso di riproduzione, essendo resistente al freddo e potendo vivere sott’acqua per mesi.

Gli esseri umani possono essere infettati da un morso di zecca o attraverso il consumo di prodotti caseari non pastorizzati che non soddisfano gli standard di sicurezza dell’UE e provengono da animali infetti. Fortunatamente, per la TBEV ci si può vaccinare.

Il rapporto fornisce al pubblico 4 pilastri di informazioni:
– uno più generale sui vettori, i virus e i metodi di rilevazione;
– il secondo sui dati più recenti della letteratura scientifica relativi alla loro distribuzione, in particolare in Europa;
– il terzo è principalmente incentrato sui risultati scientifici di ZIKV da quando recentemente sono state diffuse dai media anche notizie scientifiche non corrette (fake news) ;
– infine, il quarto pilastro è la strategia di controllo delle zanzare, che include diversi metodi per limitarne la diffusione tra i più sicuri e più facilmente disponibili ed efficaci sono le trappole (per aree relativamente piccole) e le reti, nonché la riduzione di potenziali siti di riproduzione (acqua stagnante).

Al contempo, il gruppo di ricerca sottolinea che sarebbe inopportuno rimuovere completamente le zanzare dall’ecosistema, facendo parte della catena alimentare di alcune specie, tra cui gli impollinatori di molte piante. Cancellarli completamente potrebbe avere effetti negativi sulla natura e, di conseguenza, sull’uomo.

Comunque sia, non c’è dubbio che i cambiamenti climatici in atto hanno un ruolo non secondario nella diffusione di zanzare invasive, vettori di malattie infettive.

Nei giorni scorsi, nel corso di un Workshop, sono stati affrontati gli stretti rapporti tra salute e clima e le conseguenze per l’Italiaanche in termini di malattie infettive e vettori, e riassunti nel “WHO UNFCCC Climate and health country profile for Italy”, realizzato da OMS, Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità, secondo gli orientamenti del Protocollo siglato alla COP23 di Bonn tra OMS e UNFCCC per la cooperazione in materia di tutela della salute di fronte alle mutazioni del clima.

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