La Commissione UE ha pubblicato lo Studio che fornisce un’analisi dell’efficacia economica e ambientale delle tecnologie di riciclaggio delle fibre tessili e che individua le aree promettenti in fase di sviluppo per sostenerne l’adozione industriale e le opzioni normative per migliorare il riciclaggio.
Ogni anno, un europeo consuma mediamente 26 kg di tessuti e produce 11,3 kg di rifiuti tessili che, in tutta Europa, ammontano a 5,8 milioni di tonnellate all’anno. La produzione e il trasporto di tessuti richiedono 1,3 tonnellate di materie prime primarie, 100.000 litri di acqua e 700 m² di terra per persona all’anno.
Con le attuali tendenze di consumo che indicano una propensione verso prodotti sempre più economici e con tempi di vita più brevi, emergono grandi quantità di prodotti tessili non più utilizzati e di rifiuti tessili. Attualmente, la frazione non riutilizzabile viene per lo più riciclata in stracci industriali, imbottiture per tappezzeria e isolamento, oppure incenerita o messa in discarica. Meno dell’1% dei rifiuti tessili viene riciclato in nuove fibre per l’abbigliamento. Nel contempo, sempre più marchi stanno fissando obiettivi ambiziosi per l’utilizzo di fibre riciclate provenienti da flussi tessili post-consumo nei loro capi.
Per questo, i tessili, compreso l’abbigliamento, sono stati individuati come una categoria di prodotti prioritari del Piano d’azione per l’Economia circolare che prevede, tra l’altro, la proposta di una Strategia europea per i tessili che dovrà rafforzare la competitività industriale e l’innovazione nel settore, e consolidare il mercato dell’UE per i prodotti tessili sostenibili e circolari, anche tramite il conseguimento di elevati livelli di raccolta differenziata dei rifiuti tessili, obbligatoria a partire dal 2025, secondo quanto previsto dalla Direttiva 2018/849/UE relativa al cosiddetto “Pacchetto economia”. ma dal Governo italiano anticipata al 1° gennaio 2022.
Al fine di fornire una conoscenza sostanziale dello stato di avanzamento e dello stato dell’arte del riciclaggio dei rifiuti tessili a livello globale e un’analisi chiara e ben definita delle opportunità e delle sfide per l’industria tessile e dell’abbigliamento europea, la Commissione UE (DG GROW) ha commissionato un Rapporto, i cui risultati (“Study on the Technical, Regulatory, Economic and Environmental Effectiveness of Textile Fibre Recycling”), sono ora disponibili.
Lo Studio fornisce un’analisi dell’efficacia economica e ambientale delle tecnologie di riciclaggio delle fibre tessili (Meccanica, Termica e Chimica). Negli ultimi anni sono stati compiuti notevoli progressi nelle tecnologie di riciclaggio e il Rapporto ne valuta anche l’efficacia economica e ambientale. Inoltre, vengono individuate le aree promettenti in fase di sviluppo per sostenerne l’adozione industriale, come la dispersione e il recupero di sostanze chimiche o lo sviluppo di alternative all’ l’elastan (fibra sintetica costituita per almeno 85% da poliuretano segmentato; che viene utilizzata in appoggio ad altre fibre, sia naturali che sintetiche, il cui contenuto nei vari manufatti tessili può variare dal 2% ad oltre il 20%).
In particolare, nel capito 6 dello studio, c’è un’analisi approfondita dei principali ostacoli e delle lacune nell’attuale politica dell’UE che potrebbero ostacolare o rallentare l’adozione di tecnologie e modelli di business innovativi di riciclaggio, elaborando delle opzioni politiche chiave volte a migliorare il riciclaggio dei tessuti nell’ambito di un’economia tessile circolare nell’UE, tra cui
– migliorare la tracciabilità dei materiali e dei prodotti chimici utilizzati nei tessuti;
– promuovere il design per la riciclabilità;
– facilitare l’accesso alle materie prime per il riciclaggio da tessile a tessile;
– stimolare la domanda di fibre riciclate;
– impostare una cornice normativa con una chiara direzione a lungo termine.
“Il riciclaggio da tessuto a tessuto può essere un’importante strategia per risparmiare risorse, preservare il valore dei materiali e promuovere un’economia circolare nel settore della moda – ha affermato Mandy Hinzmann, responsabile del settore Ricerca e Analisi delle politiche Ecologic Institute, think tank con sede a Berlino per la ricerca ambientale applicata, l’analisi politica e la consulenza, che, in collaborazione con i Centri di ricerca belgi VITO e Centexbel, ha condotto la ricerca – Ma il riutilizzo dei tessuti dovrebbe sempre avere la priorità sul riciclaggio”.
Nell’ambito della ricerca, il feedback delle parti interessate del settore tessile europeo è stato raccolto attraverso interviste, webinar e un sondaggio online. Nel complesso, le parti interessate partecipanti hanno chiaramente segnalato di essere aperte e preparate per approcci politici ambiziosi. Ad esempio, il 91% era favorevole all’introduzione di obiettivi dell’UE per la raccolta differenziata, il riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo dei tessuti di scarto. Il 66% è favorevole all’introduzione di un passaporto del prodotto digitale per i tessuti, al fine di aumentare la tracciabilità dei materiali e delle sostanze chimiche utilizzati lungo la catena del valore. Inoltre, un contenuto riciclato obbligatorio per prodotti tessili specifici, come jeans e magliette, è stato considerato utile per stimolare la domanda di fibre riciclate.