Benessere Salute

Salute dei bambini: nessuno Stato la sta proteggendo adeguatamente

Il Rapporto OMS-UNICEF-Lancet mostra come la salute dei bambini sia sotto l’incombente minaccia del degrado ecologico, dei cambiamenti climatici e delle pratiche di marketing per il consumo di cibo spazzatura. L’Europa è la “casa” più sicura per i nuovi nati, ma poi non sa dare loro un futuro sostenibile.

Nessuno Stato al mondo sta proteggendo adeguatamente la salute dei bambini, l’ambiente in cui vivono e il loro futuro. 

È quanto emerge dal Rapporto https://www.thelancet.com/action/showPdf?pii=S0140-6736%2819%2932540-1intitolatoA Future for the World’s Children?” presentato da una Commissione composta da oltre 40 esperti internazionali di salute infantile, incaricata di redigere lo studio da UNICEF, Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dalla prestigiosa rivista medica britannica The Lancet.

Il Rapporto mostra come la salute e il futuro di ogni bambino e adolescente nel mondo siano sotto la minaccia incombente del degrado ecologico, dei cambiamenti climatici e di pratiche di marketing nocive che spingono bambini e ragazzi verso il consumo di cibo spazzatura, bevande zuccherate, alcol e tabacco.

“Sebbene lo stato di salute dei bambini e degli adolescenti sia migliorato negli ultimi 20 anni, ora i progressi si sono fermati e c’è il rischio concreto di regredire – ha dichiarato Helen Clark, ex Premier neozelandese e co-Presidente della Commissione che ha redatto il Rapporto – Si stima che circa 250 milioni di bambini sotto i 5 anni che vivono nei Paesi a medio e basso reddito rischino di non raggiungere il loro pieno potenziale di sviluppo, in base agli indicatori su malnutrizione cronica e povertà. Ma è ancora più preoccupante il fatto che ciascun bambino si trovi oggi ad affrontare pericoli concreti per il proprio avvenire, a causa dei cambiamenti climatici e delle pressioni commerciali. Gli Stati devono rivedere il loro approccio alla salute di bambini e adolescenti, per garantire non solo che ci si prenda cura dei nostri figli nel presente, ma che si protegga il mondo che erediteranno in futuro”.

Il rapporto include una nuovo graduatoria globale di 180 Stati, che pone a confronto i risultati nello sviluppo complessivo dell’infanzia, attraverso le misurazioni negli ambiti della salute, dell’istruzione e della nutrizione, e nella sostenibilità ambientale (emissioni di gas serra) ed economica (distribuzione della ricchezza).

Secondo quanto evidenziato, mentre i Paesi più poveri devono fare di più per consentire ai loro bambini di vivere vite sane, le eccessive emissioni di carbonio (prodotte in misura sproporzionata dai Paesi più ricchi) minacciano il destino di tutti i bambini.

Se il riscaldamento globale dovesse superare i 4°C di qui al 2100, in linea con le proiezioni attuali, ciò porterebbe a conseguenze devastanti per la salute dell’infanzia, a causa dell’innalzamento del livello degli oceani, delle ondate di calore, della proliferazione di malattie come la malaria o la febbre dengue e della malnutrizione.

Il primo indicatore evidenzia come NorvegiaCorea del Sud e Paesi Bassi offrano le migliori opportunità nell’ambito della salute e del benessere infantile, mentre i bambini di Repubblica CentrafricanaCiadSomaliaNiger Mali affrontano le condizioni peggiori.

Tuttavia, quando si prende in considerazione la sostenibilità ambientale basata sulle emissioni di CO2 pro capite, i paesi più virtuosi nella protezione dell’infanzia finiscono in fondo alla classifica: la Norvegia è al 156° posto, la Corea del Sud al 166°, e i Paesi Bassi al 160°.

Ciascuno dei tre Stati al top per benessere dell’infanzia, difatti, immette nell’atmosfera mediamente una quantità di CO2 per abitante pari al 210% di quanto previsto dagli obiettivi concordati per il 2030.

Tra i dieci peggiori inquinatori globali ci sono Stati Uniti, Australia e Arabia Saudita .

Gli unici Stati in linea per raggiungere l’obiettivo di emissioni di CO2 pro-capite stabiliti per il 2030 e che allo stesso tempo stanno ottenendo anche buoni risultati nelle misure per lo sviluppo dell’infanzia sono: Albania, Armenia, Grenada, Giordania, Moldavia, Sri Lanka, Tunisia, Uruguay e Vietnam.

Oltre 2 miliardi di abitanti del pianeta vivono in paesi nei quali lo sviluppo è ostacolato da crisi umanitarie, conflitti, disastri naturali e problemi legati al cambiamento climatico – ha osservato Awa Marie Coll-Seck, ex Ministro della Salute del Senegal e co-Presidente della Commissione – Mentre alcuni dei paesi più poveri hanno fra le emissioni di CO2 minori, tutti sono esposti all’impatto di un clima in rapido cambiamento. Promuovere condizioni migliori per la vita e lo sviluppo dei bambini a livello nazionale non può implicare l’erosione del futuro dei bambini a livello globale”.

La mappa interattiva sul sito web di Lancet esplora il rapporto tra misure di crescita infantile e le emissioni di CO2 pericolose in 180 paesi. Le misure per la crescita dei bambini combinano metriche di “sopravvivenza” e “prosperità”, come la salute, l’alimentazione e l’istruzione. Il colore di base di ogni Paese riflette il suo punteggio dell’indice di flourishing (sopravvivenza e benessere), mentre ciascun cerchio è dimensionato in base alle emissioni di CO2 pro capite e colorato in base ai progressi verso gli obiettivi di emissioni 2030. 

L’Europa offre la migliore “casa” del Pianeta a un bambino che nasce oggi, sottolineano i redattori del Rapporto, ma fallisce allorché si tratta di garantirgli un futuro sostenibile.

Appartengono all’Europa 8 tra i primi 10 Stati nell’indice su sopravvivenza e benessere dell’infanzia, e ben 16 sono nei primi 20 (Australia, Singapore, Corea del Sud e Giappone sono gli altri 4 Paesi nei primi 20).

Ma quando si passa all’aspetto della sostenibilità ambientale, Moldavia Albania risultano gli unici Paesi europei sulla via giusta per raggiungere gli obiettivi sulle emissioni di CO2 entro il 2030, e si classificano nella fascia medio-alta (tra il 40° e l’80° posto) per quanto riguarda l’indicatore su sopravvivenza e benessere dell’infanzia.

Il ricchissimo Lussemburgo è il peggiore nel vecchio continente per quanto concerne la protezione della salute dei bambini dalle pericolose emissioni di anidride carbonica: addirittura al 171° posto su scala globale.

Analogamente, Paesi Bassi (160*), Islanda (163°) e Germania (161°) sono tra i 20 paesi con i peggiori risultati in termini di sostenibilità, sebbene siano fra i migliori al mondo nell’ambito di salute e benessere infantili.

L’Italia si colloca al 26° posto su 180 nell’indicatore su sopravvivenza e benessere dei bambini, mentre è solamente 134° per quanto concerne la sostenibilità, emettendo il 121% di CO2 in più rispetto all’obiettivo del 2030.

Nel Rapporto viene messa in evidenza la minaccia che il marketing dannoso rappresenta per i bambini che in alcuni Paesi assorbono ogni anno circa 30.000 annunci pubblicitari solamente tramite la televisione.

Per fare un esempio, l’esposizione a pubblicità delle sigarette elettroniche negli USA è aumentata di oltre il 250% negli ultimi due anni, raggiungendo oltre 24 milioni di ragazzi e giovani. 

L’autoregolamentazione del settore industriale ha fallito. Studi in Australia, Canada, Messico, Nuova Zelanda e Stati Uniti, e in altri Paesi,  hanno dimostrato che l’autoregolamentazione non ha frenato la capacità delle imprese di fare pubblicità ai bambini – ha sostenuto Anthony Costello, Professore di International Child Health e Direttore dell’Institute for Global Health presso l’University College di Londra, nonché uno degli autori dell’indagine – Ad esempio in Australia, sebbene le aziende abbiano firmato un’autoregolamentazione sulla pubblicità, in un solo anno di programmi televisivi a carattere sportivo – calcio, cricket e rugby – gli spettatori bambini e adolescenti sono stati comunque esposti a 51 milioni di pubblicità di alcolici. E la realtà potrebbe essere ancora peggiore: abbiamo pochi dati sull’enorme espansione della pubblicità sui social media e degli algoritmi diretti ai nostri bambini”.

L’esposizione dei bambini a un marketing predatorio di cibo spazzatura e bevande zuccherate è associata all’assunzione di cibo non salutare e a sovrappeso e obesità

Il numero globale di bambini e adolescenti obesi è aumentato dagli 11 milioni del 1975 ai 124 milioni del 2016, un incremento di ben 11 volte, con costi individuali e sociali spaventosi.

Dalla crisi climatica all’obesità e al marketing di beni nocivi, i bambini nel mondo devono lottare contro minacce che erano inimmaginabili fino a poche generazioni fa – ha aggiunto Henrietta Fore, Direttore dell’UNICEF – È tempo di ripensare alla salute dei bambini, per renderli prioritari nell’agenda di sviluppo di tutti i Governi e per mettere il loro benessere al di sopra di ogni altra valutazione”. 

Al fine di proteggere l’infanzia, gli autori della Commissione indipendente auspicano un nuovo movimento globale per e con i bambini e i ragazzi, le cui raccomandazioni includono:
Arrestare le emissioni di CO2 con la massima urgenza, per assicurare che i bambini abbiano un futuro su questo Pianeta;
– Mettere i bambini e gli adolescenti al centro dei nostri sforzi per raggiungere uno sviluppo sostenibile;
Nuove politiche e investimenti in tutti i settori per i diritti e la salute dei bambini;
– Integrare voci e desideri dei giovanissimi nei processi decisionali;
– Inasprire le regolamentazioni nazionali del marketing commerciale dannoso, dando vita a un nuovo Protocollo Opzionale alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Questo rapporto mostra che i decision maker del mondo stanno deludendo, troppo spesso, i bambini e i giovani di oggi: non proteggono la loro salute, i loro diritti, il loro Pianeta – ha mmonito Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore dell’OMS – Questa è una campana che suona per gli Stati, affinché investano nello sviluppo e nella salute dei bambini, facciano sì che le loro voci siano ascoltate, proteggano i loro diritti e costruiscano un avvenire adatto per loro”.

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