A seguito dell’Accordo politico sul dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) raggiunto tra Consiglio e Parlamento, la Commissione UE ha aggiornato gli orientamenti per la preparazione e presentazione del Piano di Ripresa (PNRR). Necessari sforzi di adeguamento e di coerenza da parte degli Stati membri, anche ai fini del rispetto della tempistica prevista.
Lo scorso dicembre Consiglio e Parlamento dell’Unione europea hanno raggiunto l’accordo politico sulla proposta di Bilancio a lungo termine e sul NextGenerationEU, il Piano dell’UE per uscire più forte dalla crisi di Covid-19, che metterà a disposizione degli Stati membri 672,5 miliardi di euro in prestiti e sovvenzioni per sostenere riforme e investimenti.
Come noto, per beneficiare del dispositivo, ciascuno Stato membro deve presentare un Piano di Ripresa (PNRR) che esponga il programma di riforme e investimenti che definisca il programma di riforme e investimenti fino al 2026.
Pur mantenendo invariati i principi fondamentali della proposta della Commissione UE, l’accordo politico ha apportato alcune modifiche al testo del Regolamento, che dovrà essere messo a punto a livello tecnico, per essere formalmente approvato da Parlamento e Consiglio, affinché possa entrare in vigore il prima possibile.
Al fine di aiutare gli Stati membri ad allineare al nuovo Regolamento i loro progetti di RecoverPiano, sono state aggiornate le Linee guida, rispecchiando il fatto che il dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) si articola su 6 Pilastri: transizione verde; trasformazione digitale; crescita e occupazione intelligenti, sostenibili e inclusive; coesione sociale e territoriale; salute e resilienza; politiche per la prossima generazione.
1. Transizione verde. La ripresa dovrà essere sostenibile e inclusiva promuovendo la transizione verde, inclusa la biodiversità. Agli Stati membri è chiesto di esplicitare in che modo il loro Piano di Ripresa è coerente con gli obiettivi del Green Deal europeo, assicurando una transizione socialmente equa e giusta, e in che modo ogni riforma e investimento incluso nel PNRR rispetti il principio di precauzione “non nuocere all’ambiente”. Ogni Piano deve assicurare che almeno il 37% della dotazione totale sia destinata all’obiettivo climatico che deve essere al livello d’ambizione proposto nella Legge europea sul clima.
2. Trasformazione digitale. Gli stati membri devono destinare almeno il 20% degli investimenti al digitale, dimostrando in che modo miglioreranno la propria performance rispetto all’indice DESI (Digital economy and society index), e conseguiranno gli obiettivi indicati dalla Commissione nella Comunicazione “Plasmare il futuro digitale dell’Europa” e nelle più rilevanti comunicazioni collegate, quali Strategia per i dati, Libro bianco sull’intelligenza artificiale, Strategia per la cybersecurity. Le azioni devono includere l’accrescimento dell’accessibilità e delle competenze dei cittadini (incluso gruppi vulnerabili e scolari).
3. Crescita e occupazione intelligenti, sostenibili e inclusive. Gli stati membri dovranno indicare in che modo il Piano di Ripresa contribuisca alla produttività, competitività, stabilità macroeconomica in linea con le priorità indicate nella Strategia annuale di crescita sostenibile, evidenziando la coerenza e la capacità di attuare i Principi del Pilastro europeo dei Diritti sociali. In quest’ambito, il Piano deve essere un’opportunità per supportare riforme e investimenti in ricerca e innovazione anche in collaborazione con altri Stati membri, rafforzando il mercato interno e agevolando in particolare lo sviluppo delle PMI.
4. Coesione sociale e territoriale. Il Piano di Ripresa dovrà affrontare le disparità tra territori, il divario urbano/rurale e le disuguaglianze tra i diversi gruppi sociali. Sulla base di dati statistici, aggiornati con gli effetti del Covid-19, gli Stati membri devono evidenziare l’impatto sociale ed economico su vari gruppi della società (ad esempio gl’impatti sulla distribuzione della ricchezza), comprese le donne e i soggetti vulnerabili, in linea con i principi del Pilastro europeo dei diritti sociali.
5. Salute e resilienza. Gli Stati membri dispongano di sistemi sanitari e cura adeguati, dimostrando come gli interventi previsti dal PNRR li rafforzino e li rendano resilienti a future possibili crisi. Si evidenzia, inoltre, la necessità di rafforzare la resilienza di alcune catene di approvvigionamento critiche, soprattutto per i settori più esposti a shock esterni, e migliorare la resilienza delle infrastrutture critiche. Gli Stati membri devono indicare nel Piano anche le misure per rafforzare la resilienza delle istituzioni e la capacità di affrontare e reagire alle crisi, la resilienza sociale rispetto all’impiego, competenze e politiche attive del lavoro per supportare la transizione occupazionale ove necessaria, e politiche sociali riferite in particolare a giovani, donne e gruppi vulnerabili. In quest’ambito gli Stati membri devono spiegare in che modo la Pubblica amministrazione viene riformata per essere in grado di essere efficace ed efficiente, in particolare nella gestione dei fondi del PNRR, ma anche assicurando competitività e crescita sostenibile.
6. Politiche per la prossima generazione. Gli Stati membri devono spiegare come il piano promuova le politiche per la prima infanzia, per l’educazione e le competenze, incluso le competenze digitali, la riqualificazione professionale, l’occupazione e l’equità intergenerazionale, e come fare in modo che gli effetti del Covid-19 non si ripercuotano nel tempo sulle future generazioni. In linea con i principi del Pilastro europeo dei diritti sociali, della garanzia per l’infanzia, della garanzia per i giovani del Piano d’azione per l’istruzione digitale 2021-2027. Gli Stati membri dovrebbero definire come intendano colmare il divario generazionale, ad esempio attraverso la revisione dell’impatto e la ripartizione della spesa pubblica tra le diverse fasce di età, rafforzando le politiche per la riqualificazione della forza lavoro attiva e programmi di integrazione pPaolo Gentiloni, er i disoccupati, o investendo nell’accesso e nelle opportunità per bambini e giovani legati alla cura e all’istruzione, alla salute, all’alimentazione e al lavoro o all’alloggio.
I Piani dovrebbero includere, inoltre, una sintesi del processo di consultazione a livello nazionale e indicare i controlli e il sistema di audit messi in atto per garantire la tutela degli interessi finanziari dell’Unione, in particolareper prevenire frodi, corruzione e conflitti di interessi.
Le finestre temporali si stanno socchiudendo e c’è bisogno di sforzi per adeguarsi alle nuove Linee guida nei tempi previsti, come peraltro sottolineato dal Commissario UE per l’Economia, Paolo Gentiloni che, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, ha affermato che la Commissione “valuterà i piani nazionali di ripresa e di resilienza, la loro coerenza con gli obiettivi, il fatto che ci sia una quantità sufficiente di riforme e non solo spese ed investimenti. Il processo è in corso e penso che febbraio e marzo saranno i mesi chiave per la valutazione dei piani nazionali di ripresa e di resilienza. Assolutamente impensabile che i piani che declineranno nei singoli Paesi, una decisione così importante, che resterà nella nostra storia e nel nostro futuro, visto che ripagheremo questo debito fino al 2056, non siano in linea con gli obiettivi comuni dell’UE“.
La Commissione mantiene con gli Stati membri un dialogo intenso sulla preparazione dei PNRR. Insieme agli orientamenti aggiornati, la Commissione ha pubblicato anche un Modello generale per i Piani degli Stati membri.