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La Commissione UE ha pubblicato le nuove norme sugli impianti viticoli

La Commissione UE ha pubblicato le nuove norme sugli impianti viticoli

Con la pubblicazione del Regolamento si completa il quadro normativo che regolerà fino al 2030 l’evoluzione delle superfici vitate.
Per l’Italia ora l’obiettivo prioritario è che il nuovo sistema autorizzativo preservi il potenziale produttivo, arrestando la riduzione progressiva di superficie vitata.

La Commissione europea ha pubblicato sulla GUUE del 9 aprile 2015 il Regolamento con le nuove norme relative a un nuovo sistema di autorizzazioni per gli impianti viticoli, che consente un’espansione annuale limitata della superficie vitivinicola nell’UE.

Come concordato nel quadro della riforma della Politica Agricola Comune (PAC) del 2013, il nuovo sistema si applicherà dal 1º gennaio 2016, in sostituzione del regime transitorio relativo ai diritti di impianto e regolerà fino al 2030 l’evoluzione delle superfici vitate a livello UE.
Il nuovo sistema consente la flessibilità necessaria affinché il settore vitivinicolo europeo possa aumentare gradualmente la produzione e far fronte alla crescente domanda mondiale – ha dichiarato Il Commissario UE per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale Phil Hogan – Nel contempo gli Stati membri dispongono di un ventaglio di misure di salvaguardia da applicare per far fronte agli eventuali rischi sociali e ambientali in specifiche zone di produzione”.

Un recente Studio ha concluso che, nonostante la crescita in termini di volume e di valore delle esportazioni dell’UE verso i Paesi terzi dal 2008, nonché un netto miglioramento della bilancia commerciale, l’UE continua a perdere quote di mercato sui mercati mondiali. Si stima, inoltre, che il consumo totale a livello mondiale continuerà ad aumentare fino al 2025, mentre in tutta l’UE diminuirà. La tendenza di mercato mostra, quindi, che in futuro il settore vitivinicolo dell’UE sarà sempre più dipendente dalle esportazioni.

Il testo stabilisce norme che gli Stati membri e il Parlamento europeo hanno approvato all’unanimità, che confermano le modalità secondo cui gli Stati membri dovrebbero gestire a livello nazionale il sistema di autorizzazioni per gli impianti gratuite e non trasferibili.
Esse stabiliscono anche il meccanismo di salvaguardia per nuovi impianti: autorizzazioni limitate a un aumento dell’1% annuo della superficie vitata di uno Stato membro, con possibilità per gli Stati membri di applicare, se debitamente giustificati, limiti all’espansione delle superfici a livello nazionale o regionale, oppure per zone con/senza indicazione geografica. Le norme chiariscono inoltre la transizione dall’attuale regime al nuovo sistema e come i diritti di impianto validi possano essere convertiti in autorizzazioni.
I diritti disponibili nella riserva non concessi ai produttori entro la fine del 2015 cesseranno di esistere dopo tale data.

In Italia la superficie vitata nel 2014 è risultata pari a 641.000 ettari, ancora in diminuzione rispetto ai 646.000 ettari del 2013, mentre si contano ancora diritti di reimpianto in portafoglio dei produttori per una superficie equivalente a 45.000 ettari che “non possiamo permetterci di perdere – ha osservato Giorgio Mercuri, Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – Il Ministero delle Politiche Agricole ha già fatto tanto in questo senso attraverso l’emanazione di un decreto che consente ai diritti di reimpianto di essere trasferiti anche tra produttori di regioni diverse e che estende al 31 dicembre 2020 il termine ultimo entro il quale poter convertire i diritti in autorizzazione. Positivo è stato infine il chiarimento diramato pochi giorni fa dal Ministero agli Assessorati regionali circa la validità dei diritti di reimpianto. Si tratta di tre elementi cruciali per consentire un passaggio graduale e ordinato dal regime transitorio del diritti d’impianto al nuovo sistema delle autorizzazioni. Ora tale lavoro deve proseguire con la definizione di un sistema autorizzativo semplice, attraverso un bando nazionale che consenta l’allocazione delle nuove autorizzazioni ai produttori che ne faranno richiesta esaurendo l’intero quantitativo di ettari previsto per quel determinato anno”.

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