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Il peso della crisi sul ricambio dei sistemi di riscaldamento

Il peso della crisi sul ricambio dei sistemi di riscaldamento

L’indagine di REF-E, presentata il 9 aprile nel corso del Convegno al MiSE sulle opportunità della strategia UE per il settore heating and cooling, nel confermare che il settore risente della crisi dell’edilizia e che in Italia l’impianto di riscaldamento viene sostituito quando è a fine vita, fornisce un quadro significativo delle tendenze tecnologiche che si consolideranno nei prossimi anni.

Nel corso dell’incontro “Il settore della climatizzazione: mercato e politiche”, svoltosi il 9 Aprile 2015 presso il Ministero dello Sviluppo Economico come occasione di confronto tra le istituzioni e l’industria sulle opportunità fornite dalla strategia delineata dall’Unione Europea per il settore heating and cooling, REF-E (EconomicsEngineeringEnergyEnvironment), Società di ricerca e consulenza per i mercati energetici e ambientali, ha presentato la III edizione dell’interessante indagine sul “Mercato del riscaldamento e della climatizzazione nel settore residenziale”, che fornisce un quadro completo non solo sugli anni passati, ma anche sulle tendenze che sicuramente vedremo consolidarsi in futuro in Italia.

Anche nel 2013 si è registrato, in continuità con il biennio precedente, un andamento complessivamente negativo delle vendite di apparecchi per il riscaldamento e la climatizzazione estiva, dato questo che rispecchia appieno la crisi profonda che sta vivendo l’edilizia.
Il trend di lieve ribasso (-1.2%) delle vendite di apparecchi per la climatizzazione nel 2013 appare piuttosto generalizzato. Fatta eccezione per gli apparecchi a biomassa, il livello delle vendite di tutti gli apparecchi resta al di sotto dei livelli pre-crisi.

Il bilancio netto della penetrazione delle tecnologie sul mercato è tuttavia differenziato: vi sono tecnologie che perdono di importanza e altre che guadagnano quote di mercato, in misura più o meno significativa.
Il mercato del residenziale è diventato più pesante negli ultimi tre anni, c’è stato un sorpasso rispetto a quello dell’industria – ha affermato Mario Cirillo del REF-E, presentando l’indagine – Tenendo conto delle installazioni e delle sostituzioni, a prevalere è stato il gas in condensazione, oltre agli impianti a biomasse, mentre gasolio e Gpl sono in grossa difficoltà”, precisando che il “mercato della riqualificazione energetica è ancora molto ridotto e, quanto a diffusione, le tecnologie ‘smart’ non riescono a decollare. Gran parte dei termostati sono di tipo tradizionale, meno del 5% degli apparecchi è dotato di strumenti a controllo remoto sia per quanto riguarda l’accensione e la gestione che per i consumi“.

L’obiettivo dell’indagine di REF-E è la stima della dinamica di installazione e sostituzione tra apparecchi, al fine di valutare la velocità di diffusione delle tecnologie efficienti e rinnovabili, e la capacità di tenuta di quelle convenzionali.
Accanto alla tradizionale analisi della penetrazione degli apparecchi di generazione di calore e freddo, l’indagine che ha coinvolto 871 imprese di installazione che operano in tutte le aree del Paese offre una serie di approfondimenti, finalizzati a descrivere la suddetta dinamica nel contesto più ampio delle scelte effettuate per il soddisfacimento del fabbisogno di energia nel residenziale. I principali riguardano le modalità di fornitura del servizio di acqua calda sanitaria, la combinazione di pompe di calore per la climatizzazione e sistemi di generazione elettrica fotovoltaici e l’adozione di sistemi di regolazione della temperatura e di monitoraggio dei consumi, siano essi convenzionali o “intelligenti”.

Con riferimento al solo settore residenziale, si stima che il mercato della climatizzazione estiva e del riscaldamento invernale valga circa 1,75 milioni di apparecchi.
L’installazione di apparecchi per la climatizzazione all’interno di edifici di nuova costruzione pesa solo per il 9%, mentre le sostituzioni coprono il 90% del mercato residenziale autonomo.
L’obsolescenza dell’apparecchio esistente rappresenta la principale motivazione dell’installazione di una nuova tecnologia per il riscaldamento. In pratica, l’impianto si cambia se arrivato a fine vita, negli edifici esistenti si resta sul convenzionale, mentre la motivazione economica rappresenta una ragione di importanza primaria unicamente per la tecnologia a gasolio.

Le rinnovabili prevalgono negli edifici di nuova costruzione, nelle sostituzioni, invece, il peso delle fonti fossili è maggiore, con le tecnologie a gas che continuano a rappresentare l’aggregato principale del segmento autonomo (il Gpl continua a rappresentare una fonte a cui si fa ampio ricorso nelle aree in cui non è presente il gas). Le tecnologie a gas dominano anche il segmento centralizzato, ma è altresì considerevole il peso degli apparecchi a gasolio, delle pompe di calore con quelle aria-aria che penetrano a discapito delle caldaie a condensazione quando non utilizzate per il solo raffrescamento, oppure quando utilizzate per riscaldare nelle mezze stagioni, ma anche come integrazione alle caldaie stesse all’interno di sitemi ibridi e non. Circa il 40% delle installazioni delle pompe di calore sono abbinate in simultanea ad un impianto fotovoltaico che serve proprio in funzione delle pompe di calore.

Positivo è il saldo di penetrazione delle biomasse (+30% nel 2013), anche se non concorrono in tutti i casi con la fonte principale. Nonostante l’ultima ricerca Istat, presentata nel corso del Convegno stesso, indichi che gli italiani preferiscono la legna al pellet, utilizzata dal 21,4% delle famiglie “per usi energetici” rispetto al 4,1%, le prospettive del mercato, ha precisato Cirillo, invertono il rapporto a favore di quest’ultimo, ossia il pellet, anche se bisogna osservare, come sottolineato da REF-E “che le percezioni degli installatori sono state rilevate prima della discussione e approvazione delle norme che hanno modificato il regime IVA dedicato a tale fonte di energia”.

Per quanto attiene le tecnologie di regolazione e monitoraggio, gli installatori intervistati hanno indicato come la maggior parte dei termostati installati congiuntamente agli apparecchi di climatizzazione invernale ed estiva siano ancora di tipo tradizionale on-off e meno del 5% del totale è dotato di moduli per il controllo remoto. Di questi, meno del 20% è collegato ad altri apparecchi domestici, oltre che all’impianto di climatizzazione, e poco più del 20% comunica con il contatore elettrico per il monitoraggio dei consumi da remoto.

Le tecnologie più promettenti per i prossimi 3 anni, secondo gli intervistati da REF-E, sembrano essere le pompe di calore aria-acqua e acqua-acqua, seguite da caldaie a condensazionegeneratori a pellet e pannelli solari termici. Buone, in termini relativi, anche le prospettive di crescita per i sistemi integrati gas/solare e le stufe e caldaie a pellet.

Intervenendo a margine del Convegno, il Presidente di REF-E Pia Saraceno che ha introdotto e coordinato i lavori a cui hanno partecipato rappresentanti istituzionali (MiSEENEAGSEIstat), nonché delle Associazioni del settore (AIELAssoclimaAssogasliquidiAssotermica), ha dichiarato all’Agenzia Adnkronos che “Gli incentivi sono andati a chi si poteva permettere l’investimento, a chi aveva capienza economica e, forse ipotizzo, a chi non ne aveva neanche bisogno. Sono serviti a modificare il mix e non però ad avere l’effetto di una riduzione assoluta dei consumi che ancora non vediamo perché ci ‘rinfreschiamo’ di più“.

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