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Metalli pesanti industriali: in Europa diminuiscono le pressioni ambientali

metalli pesanti industriali

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha pubblicato il 24 maggio 2018 il nuovo Briefing sulle pressioni ambientali causate dalle emissioni di 8 metalli pesanti (arsenico, cadmio, cromo, rame, piombo, mercurio, nichel e zinco) dai grandi impianti industriali europei (il profilo aggiornato delle prestazioni ambientali industriali dei singoli Paesi), da cui emerge che dal 2010 al 2016 quelle emesse in atmosfera sono diminuite del 39% e quelle nell’acqua del 34%.

I dati derivano dal Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti (E-PRTR) che contiene i dati ambientali chiave facilmente accessibili da impianti industriali negli Stati membri dell’Unione europea e in Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Serbia e Svizzera, segnalati ogni anno da circa 33.000 impianti di 65 diverse tipologie di attività economiche, insieme al modello USEtox, un metodo consolidato per stimare l’eco-tossicità delle emissioni di inquinanti. La combinazione dei dati sulle quantità emesse con le informazioni sulla tossicità della sostanza in questione fornisce un’indicazione del danno ambientale relativo causato dai rilasci di queste sostanze da ciascuna struttura, tenendo presente, comunque, i piccoli impianti e le fonti di inquinamento diffuse, compresi i trasporti, non fanno parte di tale analisi

La riduzione delle concentrazioni di metalli pesanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo è importante per il potenziale danno di queste sostanze per le persone e gli ecosistemi. Gli effetti nocivi dei metalli pesanti includono, ad esempio, l’interruzione dei cicli di nutrienti nelle piante e i disturbi dello sviluppo e della riproduzione negli animali e nell’uomo.

Per quanto riguarda le emissioni atmosferiche18 impianti industriali su 978 sono responsabili di oltre la metà delle pressioni ambientali legate all’inquinamento da metalli pesanticausato dalla grande industria in Europa nel 2016. Secondo i dati, la produzione e la lavorazione dei metalli sono responsabili di circa il 58% di queste pressioni, spesso originate dai gas di combustione rilasciati nell’aria durante il riscaldamento o la fusione del metallo. Un altro 23% delle pressioni è stato rappresentato dalle centrali termiche.

Esempi evidenti di tali strutture:

– AcelorMittal in Polonia (a Dąbrowa Górnicza vicino a Katowice) per la lavorazione dei minerali metallici;
– Atlantic Copper S.L.U. in Spagna (a Huelva) per produzione di metalli non ferrosi;
– Gruppo di strutture (4 centrali elettriche e un impianto di produzione e lavorazione dei metalli) in Germania (a Lünen vicino a Dortmund);
– Norddeutsche Affinerie AG in Germania (ad Amburgo), per la produzione di metalli non ferrosi;
– Gruppo di strutture (siti di produzione e lavorazione dei metalli e miniere sotterranee) in Polonia (intorno a Glogow);
– Centrale elettrica in Grecia (a Agios Dimitrios vicino a Ptolemaida).

Per le emissioni nell’acqua, sono 2.585 (+5%) gli impianti che hanno rilasciato metalli pesanti nei corpi idrici europei nel 2016, a seguito di:
– Attività minerarie che rappresentavano il 19% della pressione ambientale nel 2016, con il contributo maggiore della miniera di rame di Bor in Serbia;
– Acquacoltura intensiva (14% della pressione) che immette nei mari rame e zinco dalle gabbie dei pesci dove i metalli vengono utilizzati per proteggerle dalla corrosione e dalla crescita degli organismi marini (cirripedi), come avviene in Scozia e lungo la costa della Norvegia;
– Approvvigionamento energetico (6%), comprese le esplorazioni di petrolio e gas nel Mare del Nord e le singole centrali elettriche.

Dopo anni di sforzi e investimenti nelle infrastrutture di trattamento delle acque reflue urbane in Europa, molte industrie ora fanno affidamento sugli impianti di trattamento delle acque reflue urbane per depurare gli effluenti dell’acqua. Tuttavia, la bonifica dei metalli pesanti nelle acque reflue urbane non è l’obiettivo principale di tali impianti. Così, gli impianti di trattamento delle acque reflue, secondo l’AEA, sembrano essere responsabili di quasi la metà della pressione ambientale nel 2016, anche se questi impianti si limitano a concentrare l’inquinamento proveniente dalle strutture nell’area circostante.

Aaree più significative:

– l’area metropolitana di Londra, dove gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane sono influenzati, tra gli altri, dalle discariche e dai siti di trattamento dei rifiuti pericolosi, dagli impianti di lavorazione dei metalli e dalla produzione chimica;
– Duisburg, in Germania, dove un impianto di trattamento è influenzato, in particolare, da due siti di produzione di ferro e acciaio e da una cokeria;
– Barcellona, in Spagna, dove la lavorazione dei metalli e la lavorazione chimica e alimentare influenzano un certo numero di impianti di trattamento delle acque reflue.

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