L’Agenzia Europea dell’Ambiente traccia i profili aggiornati dei Paesi in merito all’inquinamento di aria e acqua generato dal settore industriale, compreso quello derivante da produzione e consumo di energia e dai rifiuti.
Dopo il briefing sul meccanismo di relazioni sui trasporti e sull’ambiente (TERM 2017), l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), ha pubblicato il 6 dicembre 2017 i profili dei 33 Paesi membri dell’Agenzia (i 28 dell’UE, più Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera e Turchia), che riassumono gli ultimi dati (dal 2015) relativi alle emissioni da inquinamento industriale in aria e in acqua, e quelle prodotte per fornire energia e generate dai rifiuti (2014), le emissioni di aria e acqua, la generazione di rifiuti (in questo caso dal 2014, di cui dispone direttamente (E-PRTR, registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti delle sostanze inquinanti; LRTAP, le emissioni nazionali relative alla Convenzione sull’inquinamento atmosferico a grande distanza; le emissioni nazionali inviate dai Paesi membri della Convenzione ONU sui Cambiamenti Climatici) e quelli forniti da Eurostat (consumi energetici ed idrici annuali distinti per settore e quelli prodotti dai rifiuti distinti per attività).
L’industria apporta un contributo significativo al benessere economico dell’Europa, sottolinea l’Agenzia, producendo oltre un quinto del valore economico dei Paesi aderenti, ma è anche fonte cospicua di inquinamenti.
Le politiche adottate dall’UE, in particolare la Strategia di Politica Industriale, si pongono l’obiettivo di carbonizzazione del settore, tra cui quella per l’economia circolare che si basa sulla re-immissione nel mercato di materiali riciclati per consumare meno risorse naturali, riducendo le emissioni di sostanze inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel terreno, e producendo nel tempo minori quantità di rifiuti.
Basandosi sui migliori dati disponibili, i profili sull’inquinamento dal settore industriale dei singoli Paesi contribuiscono a tracciare i progressi verso questi obiettivi generali.
L’insieme dei profili mostra che il settore industriale rimane una fonte significativa di inquinamento. Nonostante le emissioni di gas ad effetto serra e le altre emissioni di inquinanti siano costantemente diminuite dal 2007, il settore emette ancora in atmosfera più della metà di tutto il biossido di carbonio (CO2), composti organici volatili non metanici (NMCOV), particolato (PM10), ossidi di zolfo (SOx) e metalli pesanti quali cadmio, piombo e mercurio.
L’industria energetica, in particolare quella dei grandi impianti di combustione, è stata responsabile di un’ampia quota di emissioni di questi inquinanti. Ad esempio, a Malta, Repubblica ceca, Cipro, Polonia e Irlanda, i fornitori di energia hanno emesso oltre il 90% delle emissioni di ossidi di zolfo nel 2015.
Ecco di seguito gli altri importanti risultati segnalati dall’AEA.
– L’industria è responsabile di un quarto del consumo energetico nel Paesi membri dell’AEA, di cui circa la metà in Islanda e oltre il 40% in Slovacchia e Finlandia.
– Le emissioni industriali degli inquinanti e dei gas serra sopra citati sono diminuite dal 2007 in tutti i Paesi, ad eccezione delle maggiori emissioni di cadmio in Grecia e Portogallo (ndr: guardando il profilo dell’Italia si può constatare che anche nel nostro Paese le emissioni di cadmio sono in rialzo).
Soprattutto i rilasci correlati alle grandi centrali elettriche sono in calo dappertutto, in particolare quelle di ossido di zolfo (-70%), di PM10, (- 69%) e degli ossidi di azoto (- 46%).
– Anche le emissioni industriali di inquinanti chiave per l’acqua, come l’azoto, il fosforo, i composti organici totali (TOC) e importanti metalli pesanti si sono ridotte, anche se per alcune in misura contenuta.
– L’industria è responsabile di oltre la metà dei rifiuti non pericolosi generati e di oltre due terzi di quelli pericolosi. Complessivamente, tutti i sotto-settori industriali ad eccezione dell’energia, della produzione di cemento e della stessa industria dei rifiuti hanno conseguito dal 2014 una riduzione della quantità di rifiuti generati, Similmente agli impianti di trattamento delle acque reflue, l’industria dei rifiuti produce rifiuti secondari provenienti da altri processi industriali (e tipo di fonti non industriali come da nuclei familiari e servizi).