L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha pubblicato un Rapporto che cerca di quantificare per la prima volta l’entità del fenomeno, valutando quali azioni siano state intraprese e quelle che potrebbero essere attuate per porvi rimedio.
Le lacune della Direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale, che non fissa valori limite e non impone obblighi, tant’è che nel Rapporto dell’AEA mancano dati per l’Italia che non li ha forniti.
Causato da uno svariato numero di fonti, l’inquinamento acustico è una crescente preoccupazione ambientale, ma questa minaccia, come riconosce anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) viene sottovalutata.
Presente non solo nei più affollati ambienti urbani, sta pervadendo anche ambienti naturali, provocando effetti negativi che si riverberano sul benessere delle popolazioni umane esposte, sulla salute e distribuzione della fauna selvatica sia di terra che marina, sulle capacità dei nostri figli di apprendere correttamente a scuola e sul prezzo economico elevato che la società deve pagare.
L’UE ha adottato la Direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale a cui gli esseri umani sono esposti, in particolare nelle zone edificate, nei parchi pubblici o in altre zone silenziose degli agglomerati, nelle zone silenziose in aperta campagna, nei pressi di scuole, ospedali e altri edifici sensibili al rumore, ma non fissa valori limite, né prescrive le misure da includere nei piani di azione, lasciando questi temi a discrezione delle autorità competenti.
Nel Rapporto “Noise in Europe 2014”, pubblicato il 19 dicembre 2014, l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) cerca di quantificare per la prima volta l’entità del problema, valutando quali azioni siano state intraprese e la portata di quelle che potrebbero essere attuate in futuro per porvi rimedio.
“Il paesaggio sonoro europeo è in pericolo”, sottolinea l’Agenzia, dove per “soundscape” deve intendersi, secondo il compositore canadese R. Murray Schäfer che coniò per primo l’espressione, “tutto ciò che ci circonda a livello sonoro, ma con una specifica attenzione specifica, antropologica, che include gli interventi dell’uomo sulla natura e sull’ambiente e implica un rapporto di coerenza tra gli elementi”.
Di seguito si riportano i principali messaggi che emergono dal Rapporto.
1. L’inquinamento acustico è un importante problema ambientale della salute in Europa.
2. il traffico stradale è la fonte predominante del rumore ambientale, con una stima che siano 125 milioni gli individui che sono sottoposti a livelli di rumore superiori a 55 decibel (dB) Lden (livello giorno-sera-notte), dall’OMS considerati non compatibili con un adeguato confort acustico.
3. Il rumore ambientale provoca almeno 10.000 casi di morte prematura in Europa, ogni anno.
4. Quasi 20 milioni di adulti sono infastiditi e altri 8 milioni soffrono di disturbi del sonno a causa di rumore ambientale.
5. Oltre 900.000 casi di ipertensione sono causati ogni anno dal rumore ambientale.
6. L’inquinamento acustico determina 43.000 ricoveri ospedalieri ogni anno in Europa.
7. Gli effetti del rumore estesi all’intero paesaggio sonoro, includendo la vita selvatica e le zone tranquille, necessitano di ulteriori valutazioni.
8. Ambizioni politiche più alte sono state previste nel 7° Programma di Azione per l’Ambiente (EAP) che contiene l’obiettivo di una significativa riduzione entro il 2020 dell’inquinamento acustico, secondo i livelli più restrittivi raccomandati dall’OMS.
9. Una valutazione completa e un rapporto di prospettiva sono ostacolati dal fatto che non sono complete le stime sull’esposizione comunicate dai singoli Paesi, meno del 44% della quantità di dati attesi, a seconda delle fonti, essendo stato offerto meno del 44% della quantità di dati prevista, a seconda della fonte, nell’ultima sessione di segnalazione (la tabella di pag. 24 del Rapporto, relativa alla percentuale di popolazione urbana esposta all’inquinamento acustico, non contiene infatti, i dati relativi all’Italia che, assieme a Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Lettonia, Portogallo, Slovenia e Slovacchia, “non li ha forniti”).
10. La mancanza di metodi di valutazione comparabili e comuni spesso causa significative incongruenze sulle stime relative all’esposizione, tra i diversi Paesi, all’interno del singolo Paese e in tutte e due le sessioni di segnalazione.
In occasione della consegna il 3 ottobre 2014 a Berna del Premio Europeo Soundscape, promosso dall’AEA con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’impatto del rumore sulla salute umana, premiando, contemporaneamente, le iniziative che possono aiutare a ridurre l’inquinamento acustico e creare “paesaggi sonori” salubri, assegnato al progetto irlandese sulla pianificazione acustica e il sound urbano della città di Dublino (Manual for Acoustic Plan and Urban Sound Design – MAP) di Sven Anderson, l’Agenzia ha presentato l’aggiornamento 2014 di NOISE (Noise Observation and Information Service for Europe), il database interattivo che fornisce informazioni sull’esposizione a livelli nocivi di rumore causato dalle principali reti di trasporto in più di 400 città europee.