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I Paesi UE del GGG premono per accelerare sulle politiche climatiche

I Paesi UE del GGG premono per accelerare sulle politiche climatiche

Dopo la presentazione del Programma per il 2015 della Commissione Juncker, i Paesi del Gruppo per la Crescita Verde sollecitano Bruxelles a presentare quanto prima la legislazione per il pacchetto “Clima ed Energia al 2030” e le riforme del sistema di scambio delle emissioni (ETS) per una rapida decarbonizzazione in Europa.
Nonostante, l’Italia sia uno dei sottoscrittori, sul sito del Ministero dell’Ambiente non c’è alcuna notizia in merito.

Con un Comunicato apparso il 18 dicembre 2014 sul sito del Ministero Energia e Cambiamenti Climatici della Gran Bretagna, si dà notizia che 15 Ministri che fanno parte del Green Growth Group hanno sottoscritto, tra cui il Ministro dell’Ambiente italiano Gian Luca Galletti, una Dichiarazione in 9 punti, con la quale si chiede alla Commissione UE di “iniziare a lavorare rapidamente” per riformare la legislazione per il taglio delle emissioni di carbonio di cui al Pacchetto “Clima ed Energia” per il 2030, apportare le modifiche al sistema di scambio delle emissioni (ETS), rafforzare il ruolo dell’UE nella lotta ai cambiamenti climatici in vista della COP21 di Parigi, invitando la Commissione stessa e tutti gli Stati membri ad elaborare rapidamente i dettagli del previsto Intended Nationally Determined Contribution (l’impegno per gli obiettivi di riduzione delle emissioni da comunicare formalmente alla Segreteria e alle Parti della Convenzione Quadro ONU sui Cambiamenti Climatici entro marzo 2015), come concordato alla Conferenza di Lima.

Il GGG, infatti, si era costituito in occasione del Vertice europeo per la crescita verde del 28 ottobre 2013 attorno al Manifesto “Going for Green Growth. The case for ambitious and immediate EU low carbon action”, promosso dal Ministro britannico Edward Davey e sottoscritto da altri 12 Ministri dell’UE (Germania, Francia, Spagna, Olanda, Belgio, Portogallo, Svezia, Danimarca, Finlandia, Slovenia, Estonia e Italia, per la cui adesione la firma fu apposta dal precedente Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando), incentrato su 3 priorità:
– approntare un pacchetto ambizioso di politiche per energia e clima per il 2030;
– riformare il mercato europeo delle emissioni;
– assicurare che l’UE sia in grado di offrire un target importante di riduzione di CO2 sul tavolo dei negoziati ONU sul clima del 2015.

Questa nuova Dichiarazione (nel frattempo al GGG sono aggiunti Norvegia e Lussemburgo) interviene all’indomani della presentazione del Programma 2015 della Commissione Juncker che ha sollevato polemiche e perplessità per aver sospeso i pacchetti sull’ “economia circolare” e “aria pulita” su pressione di gruppi industriali e per l’opposizione di alcuni Stati dell’Europa orientale, preoccupati entrambi che un immediato intervento che spinga verso l’alto il prezzo del carbonio nell’ambito dell’ETS, possa determinare un aumento dei costi energetici.

Il Gruppo per la Crescita Verde, che ho promosso – dichiara Edward Davey – dà oggi un chiaro indirizzo sulla necessità che Commissione, Consiglio e Parlamento dell’UE lavorino congiuntamente per rafforzare l’Emissions Trading Scheme in modo che la decarbonizzazione in Europa possa essere più appetibile e per proseguire sulla strada legislativa di implementazione dei nostri obiettivi di tagliare le emissioni di gas ad effetto serra al livello nazionale di almeno il 40%”.

Peccato che di questa importante presa di posizione, sottoscritta anche dal nostro Paese, sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare non ci sia traccia, a differenza di quanto avvenuto in occasione dell’appello inviato dal GGG alla Commissione UE il 28 ottobre 2013.

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