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Inquinamento acque e acque reflue urbane: proposte nuove Direttive  

La Commissione UE ha proposto una nuova Direttiva per proteggere dall’inquinamento le acque superficiali e sotterranee e la revisione della Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, che, assieme alla revisione della Direttiva sulla qualità dell’aria, costituiscono i pilastri del Piano di azione inquinamento zero al 2050.

Come previsto dalla tabella di marcia del Piano di azioneAzzerare l’inquinamento atmosferico, idrico e del suolo”, uno dei principali obiettivi del Green Deal europeo, la Commissione UE ha proposto il 26 ottobre 2022, insieme alle norme più rigorose sugli inquinanti per l’aria ambiente, una nuova Direttiva sugli inquinanti nelle acque superficiali e sotterranee e una revisione della Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane.

Secondo la Commissione UE, le nuove proposte legislative offrono un rendimento netto sugli investimenti grazie ai benefici per la salute, il risparmio energetico, la produzione alimentare, l’industria e la biodiversità.

La qualità dell’aria che respiriamo e dell’acqua che adoperiamo è fondamentale per la nostra vita e per il futuro delle nostre società – ha dichiarato Virginijus Sinkevičius, Commissario UE per l’Ambiente, gli oceani e la pesca –L’inquinamento dell’aria e dell’acqua danneggia la nostra salute, l’economia e l’ambiente e colpisce soprattutto le persone vulnerabili. È quindi nostro dovere pulire l’aria e l’acqua per le generazioni di oggi e per quelle future. Il costo dell’inazione è di gran lunga superiore a quello della prevenzione. La Commissione si muove ora per garantire un intervento coordinato in tutta l’Unione che affronti meglio l’inquinamento alla fonte, a livello locale e transfrontaliero“.

Traendo insegnamento dalle Direttive in vigore, le proposte di revisione tendono a rendere più rigorosi i livelli di inquinanti affinché gli obiettivi siano effettivamente perseguiti.

Protezione delle acque superficiali e sotterranee dai nuovi inquinanti
I quasi 100.000 corpi idrici superficiali dell’Europa (torrenti, fiumi, laghi, zone umide e bacini idrici) e i 12.000 corpi idrici sotterranei sono vitali come fonte di acqua potabile, per ecosistemi saninatura ricca di biodiversitàper gli agricoltori e l’industria, come mezzo di trasporto e sono indispensabili per la produzione di energia elettrica e calore

Dall’inizio e dalla metà degli anni 2000, la Direttiva quadro sulle acque (WFD), unitamente alla Direttiva sulle norme di qualità ambientale per le acque superficiali (SQA) e alla Direttiva sulle acque sotterranee (GWD) hanno fornito il quadro normativo per la loro gestione sostenibile.

L’acqua può diventare pericolosa e inadatta all’uso umano o all’irrigazione quando determinati inquinanti (chiamati anche “sostanze preoccupanti“), come pesticidi, fertilizzanti, sostanze chimiche e sali, entrano nelle acque sotterranee, nonché nei corpi idrici superficiali a livelli superiori a determinate soglie.

L’attuale legislazione elenca diverse sostanze inquinanti e gruppi di sostanze, nonché standard di qualità, o valori soglia per ciascuna, che i Paesi dell’UE devono rispettare. Finora sono state incluse 53 sostanze a livello dell’UE, principalmente pesticidi, prodotti chimici industriali e metalli per le acque superficiali, oltre a nitrati e sostanze attive nei pesticidi per le acque sotterranee. Tuttavia, questo elenco di inquinanti è incompleto in quanto omette alcune sostanze emergenti con significativi effetti negativi sull’ambiente e sulla salute umana.

Allo stesso tempo, alcune delle sostanze ancora elencate non sono più presenti in quantità significative nell’ambiente e, per altre, le norme non corrispondono alle evidenze più recenti.

Pertanto, sulla base dei dati scientifici più recenti, la proposta della Commissione UE aggiorna gli elenchi degli inquinanti delle acque da controllare più rigorosamente nelle acque superficiali e sotterranee, aggiungendo 25 sostanze con effetti problematici solidamente documentati sulla natura e sulla salute umana. Tra queste:
PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche) spesso definite “sostanze chimiche eterne” usate, tra l’altro, in utensili da cucina, abbigliamento e mobili, schiume antincendio e prodotti per l’igiene personale;
– una serie di pesticidi e prodotti di degradazione dei pesticidi, come il glifosato;
– Bisfenolo A, plastificante e componente degli imballaggi di plastica;
– alcuni farmaci usati come antidolorifici e antiinfiammatori, e antibiotici.

Le sostanze e le relative norme sono state selezionate in un processo trasparente su basi scientifiche. Inoltre, traendo insegnamento da incidenti come la morìa in massa di pesci nel fiume Oder della scorsa estate, la Commissione ha proposto l’obbligo di avvertire post-incidente le regioni del bacino idrico a valle della zona sinistrata. Vi sono inoltre miglioramenti per quanto riguarda il monitoraggio, la comunicazione e futuri aggiornamenti più semplici dell’elenco per tenere il passo con la scienza.

Le nuove norme riconoscono gli effetti cumulativi o combinati delle miscele, allargando l’attenzione attualmente concentrata solo sulle singole sostanze, e le norme per 16 inquinanti che già erano disciplinati, tra cui metalli pesanti e sostanze chimiche industriali, saranno aggiornate (e in genere più rigorose), mentre saranno stralciati 4 inquinanti che non costituiscono più una minaccia a livello dell’UE.

La proposta di aggiornamento degli inquinanti nelle acque superficiali e sotterranee è coerente con la revisione della Direttiva sull’acqua potabile che entrerà in vigore nel 2023.  

Trattamento delle acque reflue urbane: migliore e più efficace sotto il profilo dei costi
Collegata alla proposta di revisione degli elenchi di acque superficiali e sotterranee è la proposta di revisione della Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane.

Le acque reflue urbane sono una delle principali fonti di inquinamento delle acque se non vengono raccolte e trattate adeguatamente. La Direttiva attualmente in vigore ha più di 30 anni. Dalla sua adozione la qualità dei fiumi, dei laghi e dei mari europei è notevolmente migliorata. I sistemi di raccolta e impianti di trattamento delle acque reflue istituiti dai Paesi membri con l’aiuto dei finanziamenti dell’UE, hanno permesso di raccogliere il 98% delle acque reflue e trattarne in modo soddisfacente il 92%. Tuttavia, una parte di inquinamento non coperto dalle norme attuali permane e deve essere affrontato per ottenere un ambiente privo di inquinamento entro il 2050.

La proposta, sottolinea la Commissione UE, aiuterà i cittadini europei a beneficiare di fiumi, laghi, acque sotterranee e mari più puliti, rendendo nel contempo il trattamento delle acque reflue più efficace sotto il profilo dei costi. Il trattamento delle acque reflue, infatti, è uno dei maggiori consumatori di energia nel settore pubblico. La Direttiva rivista fissa pertanto anche un obiettivo di neutralità energetica per il settore entro il 2040 e di migliorare la qualità dei fanghi per consentire un maggiore riutilizzo e contribuire in tal modo a un’economia più circolare.

Sono previsti obblighi di recuperare i nutrienti dalle acque reflue, nuove norme per i microinquinanti e nuovi requisiti di monitoraggio per le microplastiche. Gli obblighi di trattamento delle acque saranno estesi ai centri più piccoli con 1.000 abitanti (attualmente 2.000 abitanti). Per contribuire a gestire le forti piogge, rese più frequenti dai cambiamenti climatici, è necessario definire piani integrati di gestione delle risorse idriche nelle grandi città. Infine, sulla base dell’esperienza della COVID-19, la Commissione propone di monitorare le acque reflue sistematicamente per vari virus, tra cui il CoV-SARS-19 e la resistenza antimicrobica (AMR).

I Paesi dell’UE saranno tenuti a garantire l’accesso a servizi igienico-sanitari per tutti, in particolare per i gruppi vulnerabili ed emarginati.

Poiché il 92% dei microinquinanti tossici riscontrati nelle acque reflue dell’UE proviene da prodotti farmaceutici e cosmetici, un nuovo regime di responsabilità estesa del produttore imporrà ai produttori di pagare il costo della loro rimozione, in linea con il principio “chi inquina paga” e incentiverà la ricerca e innovazione in prodotti privi di sostanze tossiche, oltre a rendere più equo il finanziamento del trattamento delle acque reflue.

Il settore delle acque reflue ha un notevole potenziale di produzione di energia rinnovabile non sfruttata, ad esempio per il biogas. I paesi dell’UE saranno tenuti a monitorare l’inquinamento industriale alla fonte per aumentare le possibilità di riutilizzo dei fanghi e delle acque reflue trattate, evitando la perdita di risorse. Le norme sul recupero del fosforo dai fanghi ne sosterranno l’uso nella produzione di fertilizzanti, a vantaggio della produzione alimentare.

Si stima che le modifiche aumenteranno i costi del 3,8% (fino a 3,8 miliardi di euro all’anno al 2040), con un beneficio di oltre 6,6 miliardi di euro all’anno, e un rapporto costi/benefici positivo in ciascuno Stato membro.

La revisione proposta integra anche la proposta di revisione della Direttiva sulle emissioni industriali per affrontare meglio gli scarichi industriali che entrano nelle reti fognarie pubbliche.

Entrambe le proposte della Commissione UE saranno esaminate dal Parlamento europeo e dal Consiglio secondo la procedura legislativa ordinaria. Una volta adottata, entreranno in vigore progressivamente, con obiettivi diversi per il 2030, il 2040 e il 2050, per dare all’industria e alle autorità il tempo di adattarsi e di investire ove necessario. 

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