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Combustibili fossili: riduzione graduale o graduale aumento?

È stato presentato l’8 novembre 2023 nel corso di un evento in streaming, il Production Gap Report 2023 che traccia il disallineamento tra la produzione pianificata e prevista dai Governi dei combustibili fossili (carbone, petrolio e gas), e i livelli di produzione globale coerenti con l’obiettivo di t’aumento della temperatura globale previsto dall’Accordo di Parigi.

I Governi prevedono di produrre circa il 110% in più di combustibili fossili nel 2030 rispetto a quanto sarebbe compatibile con la limitazione del riscaldamento a 1,5 °C, e il 69% in più rispetto a quanto sarebbe compatibile con i 2 °C, nonostante 151 Paesi si siano impegnati a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette.

È l’amara constatazione che emerge dal nuovo Rapporto Production Gap Report 2023 dal titolo “Phasing down or phasing up? Top fossil fuel producers plan even more extraction despite climate promises”, redatto da Stockholm Environment Institute (SEI), Climate Analytics, E3G, International Institute for Sustainable Development (IISD) e dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), e presentato l’8 novembre nel corso di evento in streming ospitato dal SEI.

Al Rapporto hanno contribuito più di 80 ricercatori di oltre 30 Paesi, che hanno analizzato la produzione pianificata e prevista dai Governi di carbone, petrolio e gas rispetto ai livelli globali coerenti con l’ obiettivo di temperatura dell’Accordo di Parigi.

Modellato sull’Emissions Gap Report dell’UNEP, che monitora, come richiesto dalle Parti della Convenzione ONU sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), gli impegni politici assunti dai Paesi, analizzando come questi si tradurranno in termini di riduzione delle emissioni al 2030 per rimanere nella traiettoria dell’obiettivo alla fine del secolo, così il Production Gap Report mette in evidenza la grande discrepanza tra la produzione pianificata di combustibili fossili dei Paesi e i livelli di produzione globale coerenti con la limitazione del riscaldamento a 1,5 °C e 2 °C.  

Se combinati, i Piani governativi porterebbero ad un aumento della produzione globale di carbone fino al 2030 e della produzione globale di petrolio e gas almeno fino al 2050, creando nel tempo un divario sempre più ampio nella produzione di combustibili fossili.  

I principali risultati del rapporto.

– Dati i rischi e le incertezze legati alla cattura e allo stoccaggio del carbonio e alla rimozione dell’anidride carbonica, i Paesi dovrebbero puntare a un’eliminazione quasi totale della produzione e dell’uso del carbone entro il 2040 e a una riduzione combinata della produzione e dell’uso di petrolio e gas di tre quarti entro il 2050, rispetto ai livelli del 2020, come minimo.

Abbiamo scoperto che molti governi stanno promuovendo il gas fossile come combustibile essenziale di ‘transizione’, ma senza piani apparenti per abbandonarlo in un secondo momento – ha affermato Ploy Achakulwisut, Ricercatrice presso il SEI e co-autrice principale del Rapporto – Ma la scienza dice che dobbiamo iniziare a ridurre la produzione e l’uso globale di carbone, petrolio e gas ora e al contempo aumentare gradualmente l’energia pulita, ridurre le emissioni di metano da tutte le fonti e altre azioni climatiche per mantenere vivo l’obiettivo di 1,5 °C”. 

Sebbene 17 dei 20 Paesi monitorati (Australia, Brasile, Canada, Cina, Colombia, Germania, India, Indonesia, Kazakistan, Kuwait, Messico, Nigeria, Norvegia, Qatar, Russia Federazione, Arabia Saudita, Sud Africa, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e Stati Uniti) si siano impegnati a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette, e molti di loro abbiano lanciato iniziative per ridurre le emissioni derivanti dalle attività di produzione di combustibili fossili, in realtà nessuno si è impegnato a ridurre la produzione di carbone, petrolio e gas in linea con la limitazione del riscaldamento a 1,5 °C.

I piani governativi per espandere la produzione di combustibili fossili stanno minando la transizione energetica necessaria per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette, mettendo in discussione il futuro dell’umanità – ha scritto nella Premessa Inger Andersen, Direttrice esecutiva dell’UNEP- Alimentare le economie con energia pulita ed efficiente è l’unico modo per porre fine alla povertà energetica e allo stesso tempo ridurre le emissioni”.

– I Governi con maggiore capacità di abbandonare i combustibili fossili dovrebbero puntare a riduzioni più ambiziose e contribuire a sostenere i processi di transizione nei Paesi con risorse limitate.

La COP28 potrebbe essere il momento cruciale in cui i Governi si impegnino finalmente a eliminare tutti i combustibili fossili e riconoscano il ruolo che i produttori devono svolgere nel facilitare una transizione gestita ed equa – ha affermato Michael Lazarus, Scienziato senior e Direttore del Centro SEI statunitense di Seattle, l’altro co-autore principale del Rapporto – I Governi con le maggiori capacità di abbandonare la produzione di combustibili fossili hanno la maggiore responsabilità nel farlo, fornendo finanziamenti e sostegno per aiutare altri Paesi ad agire nello stesso modo”.

Il Rapporto di quest’anno presenta due importanti aggiornamenti all’analisi del divario produttivo, attingendo al nuovo database degli scenari di mitigazione compilato per il sesto rapporto di valutazione (AR6) del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) e ai cambiamenti nei piani e nelle proiezioni dei Governi dall’agosto 2021. Il rapporto fornisce, inoltre, i profili dei singoli Paesi in esame, valutando le ultime ambizioni climatiche di Governo e i relativi piani, politiche e strategie che supportano la produzione di combustibili fossili o la transizione verso fonti alternative.

I governi stanno letteralmente raddoppiando la produzione di combustibili fossili; ciò comporta un doppio problema per le persone e per il pianeta – ha affermato il Segretario generale delle Nazioni Unite. António GuterresNon possiamo affrontare la catastrofe climatica senza affrontarne la causa principale: la dipendenza dai combustibili fossili. La COP28 deve inviare un chiaro segnale che l’era dei combustibili fossili ha esaurito il gas e che la sua fine è inevitabile. Abbiamo bisogno di impegni credibili per incrementare le energie rinnovabili, eliminare gradualmente i combustibili fossili e aumentare l’efficienza energetica, garantendo al tempo stesso una transizione giusta ed equa”.

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