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Elezioni europee 2024: CESE la “società civile cane da guardia”

In vista delle elezioni europee del 2024 che rappresentano la chiave per il futuro dell’Europa, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) lancia la prima edizione della Settimana della società civile, in linea con il messaggio inviato in occasione dell’ultima Assemblea generale di Madrid (16-17 novembre 2023), secondo cui la società civile deve continuare a svolgere la sua fondamentale funzione di vigilanza, per garantire una transizione verde e digitale giusta e per il buon funzionamento della democrazia europea.

Il CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo), organo consultivo dell’UE che comprende rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro e di altri gruppi d’interesse, che formula pareri su questioni riguardanti l’UE per la Commissione europea, il Consiglio dell’UE e il Parlamento europeo, fungendo da ponte tra le istituzioni decisionali dell’UE e i cittadini dell’Unione, in vista delle prossime Elezioni Europee che  rappresentano la chiave per il futuro dell’Europa, lancia la prima edizione della Settimana della società civile (4-11 marzo 2024).

L’evento, si pone l’obiettivo di unire le diverse voci della società civile si in un forum intergenerazionale e inclusivo su argomenti importanti per la vita quotidiana dei cittadini europei e il futuro dell’Europa, facendo luce sulle minacce alla democrazia e sulle sfide nella salvaguardia dei valori democratici.

Le organizzazioni della società civile, compresi datori di lavoro, sindacati, ONG, giovani e altri gruppi, discuteranno e identificheranno cosa si aspettano dai futuri leader europei, dalla Commissione europea e dal Parlamento europeo, le cui raccomandazioni confluiranno nella risoluzione del CESE sulle elezioni europee.

Secondo la posizione assunta dal CESE e dai CES nazionali in occasione dell’ultima Assemblea generale di Madrid (16-17 novembre 2023), la società civile organizzata è e deve rimanere custode della democrazia partecipativa europea, e una forza trainante per affrontare le sfide sia attuali che future. In questo particolare periodo della nostra storia il contributo delle organizzazioni di base è più cruciale che mai: operando sul campo, infatti, esse sanno bene quel che funziona e quel che non funziona e sono in grado di cogliere l’impatto e le conseguenze della duplice transizione verde e digitale sull’economia e sulla società dell’UE.

Misure di mitigazione per garantire una transizione giusta
Attualmente, recita il Comunicato finale, l’Europa sta attraversando i processi di transizione verde e digitale e l’economia e la società europee richiedono notevoli sforzi di adeguamento per misurarsi con questi profondi cambiamenti. La duplice transizione sta creando nuovi posti di lavoro nelle attività di riparazione, nelle energie rinnovabili e nelle TIC, ma al tempo stesso comporta anche la perdita di posti di lavoro in settori quali la produzione di energia da combustibili fossili e l’estrazione mineraria.

Per questo motivo il CESE, e i CES nazionali, raccomandano di definire le possibilità di affrontare i cambiamenti climatici e, onde garantire una transizione equa con un impatto positivo sul mercato del lavoro, di adottare misure di mitigazione. In caso contrario, l’affermazione “nessuno dovrebbe essere lasciato indietro” rimarrà una vana promessa.

L’Europa si trova oggi di fronte a un nuovo quadro geopolitico ed è sulla via della ripresa da molteplici crisi – ha dichiarato Oliver Röpke, Presidente del CESE – I cittadini europei si esprimono sempre di più sul futuro dell’Europa: dovremmo quindi creare per loro uno spazio di incontro e di dibattito, e per questo la missione che svolgono i consigli economici e sociali nazionali è fondamentale. Possono servire da fori di discussione delle parti sociali e della società civile per aiutare i cittadini dell’UE a dar voce alle loro preoccupazioni e alle loro opinioni. Il CESE e i CES nazionali devono collaborare, soprattutto in vista delle elezioni europee del 2024”.

Il CESE ha invitato gli Stati membri a istituire “commissioni tripartite per una transizione giusta“, al fine di consentire agli enti regionali, alle parti sociali e alle organizzazioni della società civile di partecipare all’attuazione dei piani nazionali e regionali per una transizione giusta.

La partecipazione è fondamentale per la difesa della democrazia
Allo stesso modo, negli ultimi anni la democrazia ha dovuto affrontare tutta una serie di sfide ai suoi valori e ideali che hanno fatto risuonare un campanello d’allarme. In Europa il livello di soddisfazione complessivo nei confronti della democrazia rimane elevato. Secondo l’ultimo sondaggio di Eurobarometro, pubblicato lo scorso giugno, quasi due terzi degli europei si dichiarano soddisfatti del lavoro svolto dall’UE a difesa della democrazia e del rispetto dello Stato di diritto.

La maggioranza assoluta dei cittadini dell’UE è soddisfatta di sette dei dieci diversi aspetti della democrazia. Elezioni libere ed eque (70%), libertà di parola (70%) e rispetto dei diritti fondamentali (66%) sono gli aspetti che generano maggiore soddisfazione (Fonte: Eurobarometer). 

Tuttavia, questo sentimento, sottolineano CES e CEN nazionali, non è avvertito in maniera uniforme nell’Unione e vi sono notevoli differenze tra gli Stati membri quanto al grado di soddisfazione. Ne potrebbero derivare una certa apatia nei confronti della politica in generale, una minore partecipazione degli elettori e, fenomeno più preoccupante di tutti, una più profonda sfiducia nei politici, nello Stato e nella democrazia.

Alla luce di queste considerazioni, il CESE e i CES nazionali raccomandano di prendere provvedimenti per avvicinare i cittadini europei al livello politico, ad esempio attraverso nuove forme di partecipazione democratica, con l’attribuzione di nuovi compiti ai CES, o tramite i panel di cittadini, come proposto dalla Conferenza sul futuro dell’Europa.

La democrazia partecipativa è l’elemento principale per il consolidamento della democrazia rappresentativa, poiché consente ai cittadini di far sentire la propria voce tra una consultazione elettorale e la successiva – ha affermato nell’occasione Assya Kavrakova, Direttrice esecutiva del Servizio d’azione per i cittadini europei (ECAS). un’organizzazione esterna costituita da giuristi indipendenti che lavorano per conto della Commissione UE, fornendo servizi di consulenza destinati al pubblico in tutte le lingue ufficiali dell’UE – Per rafforzarla, dobbiamo assicurare le conoscenze e le competenze necessarie per utilizzare un ampio ventaglio di strumenti e metodi, nonché garantire la coerenza in tutta l’UE e l’impatto: una democrazia partecipativa efficace si fonda sulla fiducia reciproca tra i responsabili decisionali e i cittadini“.

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