Demografia Società

Popolazione mondiale: meno allarmismi e più diritti delle donne

Il Rapporto 2023 del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA), l’Agenzia che si batte per rafforzare il diritto alla salute sessuale e riproduttiva e garantire una pianificazione familiare completa, indaga sulle inquietudini di un mondo con 8 miliardi di individui, cercando di andare oltre le semplificazioni. Anziché chiedersi se il tasso di fertilità sia troppo alto o basso, è più importante capire se le persone siano in grado di realizzare i loro diritti sessuali e riproduttivi, e che cosa è necessario per colmare le lacune.

Il 15 novembre 2022 si è celebrata una pietra miliare nello sviluppo umano: la popolazione mondiale ha raggiunto la cifra storica di 8 miliardi di persone.

Quali sono le implicazioni per la vita, i diritti, la salute e le future generazioni di tutte queste persone?

Il 19 aprile 2023 nel corso di un evento il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA), l’Agenzia che si batte per rafforzare il diritto alla salute sessuale e riproduttiva e garantire una pianificazione familiare completa, ha lanciato il Rapporto “State of World Population 2023” che esamina come i governi, i media e il pubblico in generale reagiscono alla crescita della popolazione e le implicazioni che le relative politiche e opinioni potrebbero avere per i diritti delle donne e delle ragazze.

Il Rapporto, pubblicazione annuale di punta di UNFPA, che si focalizza sulle questioni emergenti nel campo della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi, esplorando le sfide e le opportunità che presentano per lo sviluppo internazionale, quest’anno comprende i contributi di due partner delle Nazioni Unite: l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e la Divisione popolazione del Dipartimento degli affari economici e sociali (DESA).

Il rapporto tra autonomia riproduttiva e vite più sane è una verità incontestata – afferma nella Prefazione al Rapporto la Direttrice esecutiva UNFPA, Natalia Kanem – Poiché le donne hanno il potere di fare scelte riguardo al proprio corpo e alla propria vita, loro e le loro famiglie prosperano, e anche le società prosperano. Invece [alla notizia del traguardo degli 8 miliardi di persone], molti titoli avvertivano che il mondo stava andando verso la sovrappopolazione, [lasciando che i diritti e il potenziale degli individui] passassero troppo facilmente in secondo piano.Sempre piùspesso, i tassi di natalità vengono identificati come un problema – e una soluzione – con scarso riconoscimento dei diritti di chi partorisce”.

I risultati del rapporto sostengono con forza che tutte le politiche demografiche devono iniziare con la protezione dei diritti e delle scelte riproduttive.
Le statistiche chiave dimostrano chiaramente la mancanza di libero arbitrio sperimentata da milioni di donne in tutto il mondo. Circa il 24% delle donne e delle ragazze non è in grado di dire di no ai rapporti sessuali, mentre l’11% non è in grado di prendere decisioni sulla contraccezione.

Un sondaggio condotto in 8 Paesi per la redazione del Rapporto mostra che le persone esposte ai media o alle conversazioni sulla crescita della popolazione avevano maggiori probabilità di vederlo come “troppo alto”.

I dati demografici dipingono un quadro più sfumato, afferma UNFPA. Due terzi delle persone vivono ora in “contesti a bassa fertilità”, mentre la metà della crescita prevista della popolazione entro il 2050 sarà rappresentata da solo 8 Paesi: India (entro la metà del 2023 supererà la Cina come Paese più popoloso), Pakistan, Filippine Nigeria, Egitto, Tanzania, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo.

Troppo spesso, gli obiettivi riproduttivi degli individui vengono vanificati a causa di gravidanze non pianificate, mancanza di accesso alla contraccezione o a cure ostetriche di qualità, infertilità e instabilità economica. Incolpare i tassi di fertilità per il cambiamento climatico, non riuscirà ad allontanare dalle responsabilità i maggiori emettitori di carbonio. Su otto miliardi di individui, 5,5 miliardi semplicemente non fanno abbastanza soldi per influenzare l’aumento delle emissioni di CO2.

La soluzione migliore per gestire il cambiamento demografico e la costruzione di società resilienti, sostiene UNFPA, è promuovere l’uguaglianza di genere: “Una soluzione spesso trascurata – sottolinea Kanem – Nei paesi che invecchiano, a bassa fertilità, con problemi di produttività del lavoro, il raggiungimento della parità di genere nella forza lavoro è considerato il modo più efficace per migliorare la produttività e la crescita del reddito. Nei paesi ad alta fertilità, è noto che l’empowerment attraverso l’istruzione e la pianificazione familiare produce enormi dividendi sotto forma di crescita economica e sviluppo del capitale umano“.

Un recente studio delle Nazioni Unite afferma che una maggiore parità di genere nella forza lavoro farebbe di più per sostenere le economie nelle società che invecchiano e a bassa fertilità rispetto a stabilire obiettivi per le donne di avere più figli.

UNFPA chiede a tutti i governi di sostenere i diritti umani, rafforzare i sistemi pensionistici e sanitari, promuovere un invecchiamento attivo e in buona salute, proteggere i diritti dei migranti e mitigare l’impatto dannoso del cambiamento climatico.

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