L’ultimo sondaggio globale di Ipsos per WWF e Plastic Free Foundation, in vista dell’imminente quarto e penultimo incontro per sviluppare un trattato globale della plastica, mostra un inequivocabile sostegno pubblico alla messa al bando dei prodotti in plastica dannosi e non necessari in tutto il mondo, con ben l’85% che chiede il divieto della plastica monouso e il 90% per il divieto delle sostanze chimiche pericolose utilizzate nella plastica. Risultati in linea con l’altro sondaggio pubblicato la settimana prima.
L’85% delle persone intervistate in tutto il mondo ritiene che un trattato globale sull’inquinamento da plastica, di prossima conclusione, dovrebbe vietare la plastica monouso.
È quanto emerge da un sondaggio Ipsos, pubblicato l’11 aprile 2024 e commissionato da WWF e Plastic Free Foundation, che ha coinvolto più di 24.000 persone in 32 Paesi, tra cui l’Italia, ed effettuato in vista della quarta e penultima sessione del Comitato intergovernativo di negoziazione (INC4), per sviluppare il Trattato globale per la plastica, giuridicamente vincolante, che avrà luogo in Canada (Ottawa, 23 -29 aprile 2024).
Con oltre 430 milioni di tonnellate di plastica vergine prodotte ogni anno, il divieto globale della plastica monouso ritenuta non necessaria, evitabile e dannosa è solo una delle numerose misure urgenti che l’opinione pubblica vuole vedere nel trattato.
I risultati indicano che una media dell’85% delle persone intervistate a livello mondiale ritiene che il Trattato globale sull’inquinamento da plastica, una volta approvato, dovrebbe vietare la plastica monouso, che oggi è responsabile di oltre il 70% dell’inquinamento da plastica negli oceani.
Tra gli altri divieti molto apprezzati dai partecipanti al sondaggio ci sono:
– le sostanze chimiche nocive utilizzate nella plastica (90% degli intervistati);
– i prodotti di imballaggi di plastica che non possono essere riciclati facilmente e in sicurezza nei Paesi in cui vengono utilizzati (87%);
Inoltre, hanno ricevuto un forte sostegno:
– l’obbligo per i produttori di investire e fornire sistemi di riutilizzo e ricarica (87%);
– l’accesso per tutti i Paesi a finanziamenti, tecnologia e risorse per consentire una transizione giusta (72%).
Il sostegno a norme rigorose è più elevato nelle regioni che stanno sperimentando gli effetti peggiori della crisi globale dell’inquinamento da plastica:
– Il sostegno alle regole elencate nell’indagine è stato più elevato in America Latina (88-92%) e nei Paesi africani esaminati (86-92%) rispetto alla media globale dell’85-90%;
– anche il sostegno nella regione del Sud-Est asiatico (83-88%) e nel Nord America (76-86%) è significativo;
– In 12 Paesi (Argentina, Cile, Colombia, Indonesia, Malesia, Messico, Perù, Singapore, Sudafrica, Tailandia, Turchia e Uganda), il sostegno alle regole elencate ha ottenuto un punteggio costantemente pari o superiore alla media globale;
– Il sostegno a un sistema finanziario solido ed equo in grado di finanziare misure per arginare l’inquinamento da plastica è stato più elevato in molti paesi a basso e medio reddito.
In particolare, in Italia misure come l’obbligo per i produttori di investire in sistemi di riutilizzo e ricarica hanno ottenuto il sostegno dell’83% degli intervistati, mentre il 67% è favorevole a garantire che tutti i Paesi abbiano accesso a finanziamenti, tecnologie e risorse per consentire una transizione giusta.
“Pochi cittadini comuni sono coinvolti nei negoziati per un trattato globale sull’inquinamento da plastica, nonostante vivano in prima linea nella crisi – ha commentato Eirik Lindebjerg, responsabile globale della plastica di WWF International – Tuttavia l’indagine mostra che i cittadini hanno un alto livello di consapevolezza, preoccupazione e impegno su ciò che è necessario per porre fine all’inquinamento da plastica e stanno rifiutando l’ecosistema della plastica tossico e ingiusto che è stato loro imposto attraverso leggi permissive e imprese orientate al profitto. In questo momento siamo a un bivio. I prossimi negoziati di Ottawa determineranno se otterremo o meno il trattato promesso entro la fine del 2024. Sappiamo da altri trattati ambientali che niente se non regole e obblighi globali vincolanti lungo tutta la catena del valore della plastica potranno fermare il problema. Accontentarsi di qualcosa di meno è indifendibile. La stragrande maggioranza dei paesi ha già richiesto le regole globali vincolanti necessarie: i nostri leader devono ora trasformare queste richieste in azioni””.
Un gruppo di Paesi produttori di petrolio sono intenzionati a indebolire e spostare gli obiettivi del mandato dell’Assemblea dell’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEA-5). Durante l’ultima sessione negoziale tenutasi a Nairobi nel novembre 2023, questi Paesi hanno interrotto i negoziati chiedendo che il trattato mettesse in atto regole volontarie che si concentrino solo sulla gestione dei rifiuti piuttosto che sull’intero ciclo di vita della plastica.
“I risultati dell’indagine mostrano che l’opinione pubblica sostiene fermamente una profonda trasformazione del nostro rapporto con la plastica – ha affermato Rebecca Prince-Ruiz, Direttrice di Plastic Free Foundation – Mentre cresce il sostegno pubblico per un trattato globale forte e vincolante sull’inquinamento da plastica, stiamo vedendo che una piccola minoranza di governi cerca di muoversi nella direzione opposta, chiedendo un approccio opt-in piuttosto che un insieme di regole giuste e coerenti. Ciò non è in linea né con le aspettative del pubblico globale né con l’evidenza che norme forti e giuridicamente vincolanti sono l’unico modo per invertire questo problema globale”.
WWF e Plastic Free Foundation sollecitano i Governi a raggiungere un accordo su regole globali vincolanti che eliminino gradualmente, se non addirittura bandiscano immediatamente, le sostanze e i prodotti più dannosi, definiscano requisiti globali di prodotto in grado di garantire che i rimanenti prodotti in plastica possano essere facilmente riutilizzati e riciclati e immessi in commercio. istituire forti meccanismi finanziari per sostenere una transizione giusta.
I risultati del sondaggio di WWF e Plastic Free Foundation sono sostanzialmente allineati a quelli pubblicati il 4 aprile 2024 da Greenpeace International. Condotto da Censuswide, Società di consulenza per indagini di mercato, in 19 Paesi (non è inclusa l’Italia) con oltre 19.000 intervistati, il report “People vs. Plastic: Global Support for a Strong Plastics Treaty” rivela a sua volta che l’82% degli intervistati vuole il taglio della produzione di plastica, l’80% ritiene che questo serva a proteggere la biodiversità e il clima, 9 persone su 10 supportano una transizione dagli imballaggi in plastica monouso a quelli riutilizzabili, mentre il 75% sostiene il divieto della plastica monouso. Al contempo, l’80% delle persone è preoccupata sugli impatti della plastica sulla salute dei propri cari e l’84% per salute dei figli.