L’annuale Rapporto sulla felicità del Sustainable Development Solutions Network delle Nazioni Unite, presentato in occasione della Giornata Internazionale della Felicità (20 marzo 2024), che analizza il livello di felicità percepito dagli individui di oltre 140, rileva come siano sempre i Paesi del Nord Europa a primeggiare. L’Italia continua a perdere posizioni (41° posto), retrocedendo di ben 8 posizioni rispetto alla passata edizione.
La felicità può essere promossa attraverso le politiche pubbliche e le azioni delle imprese e della società civile. La felicità e il benessere possono essere utilmente misurati in diversi modi, anche attraverso sondaggi sulla soddisfazione delle persone per la propria vita.
Lo riafferma il “World Happiness Report 2024, lanciato in occasione della Giornata Internazionale della Felicità.
Redatto dal Sustainable Development Solutions Network (SDSN), la rete lanciata dall’ex Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon per mobilitare le competenze scientifiche e tecniche del mondo accademico, della società civile e del settore privato con l’obiettivo di proporre soluzioni praticabili per lo sviluppo sostenibile, includendo l’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e delle misure per l’Accordo di Parigi sul clima, il Rapporto, giunto alla XII edizione, utilizza i dati della Gallup World Poll, il sondaggio mondiale sulle opinioni di 1.000 residenti per ogni Paese e viene supportato da alcune imprese e fondazioni, tra cui Illy Caffè e Fondazione Ernesto Illy.
Il Rapporto analizza come gli individui di oltre 140 Paesi valutino la condizione di felicità della loro vita su una scala che va da 0 a 10, sulla base di 6 parametri: reddito pro-capite; sostegno sociale; aspettativa di vita alla nascita; libertà di compiere delle scelte di vita; generosità; corruzione.
La classifica si basa sulle risposte che le persone danno quando viene loro chiesto di valutare la propria vita, mentre esperti interdisciplinari provenienti dai campi dell’economia, della psicologia, della sociologia e da altre discipline tentano di spiegare le variazioni tra paesi e nel tempo,
Da quando è iniziata la pubblicazione, il World Happiness Report si basa su 2 idee chiave:
– che la felicità o la valutazione della vita possono essere misurate attraverso sondaggi di opinione;
– che possiamo identificare i determinanti chiave di benessere e quindi spiegare i modelli di valutazione della vita nei vari Paesi.
Tali Informazioni, a loro volta, possono aiutare i Paesi a elaborare politiche volte a realizzare società più felici.
“L’ampia copertura nazionale e le indagini annuali del Gallup World Poll forniscono una fonte di dati senza eguali sulla qualità della vita in tutto il mondo – ha sottolineato John F. Helliwell, Professore emerito di economia presso la Vancouver School of Economics – University of British Columbia (Canada) e uno dei redattori fondatori del Rapporto mondiale sulla Felicità – Ora ci sono abbastanza anni di dati, a partire dal 2006, che ci consentono di separare plausibilmente età e modelli generazionali per la felicità. Abbiamo trovato alcuni risultati piuttosto sorprendenti. Esiste una grande varietà tra i paesi per quanto riguarda la felicità relativa delle popolazioni più giovani, più anziane e di quelle intermedie. Quindi le classifiche globali della felicità sono piuttosto diverse per i giovani e gli anziani, in una misura che è cambiata molto negli ultimi dodici anni”.
La Finlandia è in testa alla classifica generale per il 7° anno consecutivo, con Danimarca e Islanda ancora sul podio, anche se si sottolinea che alcuni Paesi stanno risalendo celermente la classifica, come Serbia (37°) e Bulgaria (81°) che hanno registrato i maggiori aumenti nei punteggi di valutazione della vita media da quando sono stati misurati per la prima volta dal Gallup World Poll nel 2013, e ciò si riflette nelle scalate nelle classifiche tra il World Happiness Report 2013 e questa edizione del 2024. di 69 posti per la Serbia e 63 posti per la Bulgaria. I successivi due paesi che mostrano i maggiori aumenti nelle valutazioni della vita sono la Lettonia (46°) e il Congo (Brazzaville) (89°), con incrementi di posizione rispettivamente di 44 e 40 posti tra il 2013 e il 2024.
Significativamente, gli Stati Uniti (23° posto) sono usciti dalla top 20 per la prima volta da quando il World Happiness Report è stato pubblicato, a causa di un forte calo del benessere degli americani sotto i 30 anni. Mentre l’Afghanistan rimane l’ultimo della classifica generale come la nazione “più infelice” del mondo, con Libano e Lesotho poco sopra.
L’Italia, pur essendo stato il 1° Paese ad adottare questo nuovo paradigma, avendo introdotto nella programmazione economica gli Indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile), si colloca al 41° posto, perdendo altre 8 posizioni rispetto alla precedente edizione, preceduta da Malta e seguita dal Guatemala.
Come sopra accennato dal Professor Helliwell, per la prima volta il Rapporto fornisce classifiche separate anche per fascia di età, che in molti casi differiscono notevolmente dalla classifica generale. La Lituania è in cima alla classifica per i bambini e i giovani sotto i 30 anni, mentre la Danimarca è la nazione più felice al mondo per quelli di età pari o superiore a 60 anni.
Confrontando le generazioni, i nati prima del 1965 sono, in media, più felici di quelli nati dal 1980. Tra i Millennials, quelli nati tra gli anni ottanta e il 1995, la valutazione della propria vita diminuisce con ogni anno di età, mentre tra i Boomers, i nati a cavallo tra il secondo e il terzo millennio. la soddisfazione aumenta con l’età.
Ulteriori esami hanno riguardato la relazione tra benessere e demenza, identificata come un’area di ricerca significativa in una popolazione che invecchia a livello globale. I ricercatori evidenziano non solo l’impatto della demenza sul benessere degli individui ma anche l’associazione inversa: il potere predittivo dimostrabile di un maggiore benessere per ridurre il rischio di sviluppare la malattia in età avanzata.
Infine, un altro gruppo di ricercatori ha utilizzato un ampio sondaggio sulla soddisfazione di vita degli anziani in quella che oggi è la nazione più popolosa del mondo: l’India. Hanno scoperto che all’interno di questa fascia di popolazione indiana, l’aumento dell’età è associato a una maggiore soddisfazione di vita, in linea con i risultati delle analisi globali. Hanno anche analizzato il complesso impatto del sistema delle caste indiano sul benessere degli anziani, sebbene la soddisfazione per le modalità di vita, la discriminazione percepita e l’autovalutazione della salute siano emersi come i tre principali predittori della soddisfazione di vita in questo studio.
“Ancora una volta il World Happiness Report rivela alcune intuizioni empiriche speciali all’avanguardia nella frontiera della ricerca sul benessere – ha dichiarato Jan-Emmanuel De Neve, Direttore del Wellbeing Research Centre di Oxford, Professore di economia e scienze comportamentali alla Saïd Business School, redattore anche lui del Rapporto – Mettendo insieme i dati disponibili sul benessere dei bambini e degli adolescenti in tutto il mondo, abbiamo documentato cali sconcertanti soprattutto in Nord America e in Europa occidentale. Pensare che, in alcune parti del mondo, i bambini stiano già sperimentando l’equivalente di una crisi di mezza età richiede un’azione politica immediata”.