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Accordo BBNJ: traguardo storico per la protezione degli oceani

Dopo quasi un ventennio di trattative gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno raggiunto l’Accordo BBNJ, un Trattato sull’alto mare per la protezione e la gestione sostenibile di circa due terzi degli oceani, che custodiscono ecosistemi importanti per il Pianeta che sono a rischio con conseguente perdita di biodiversità e habitat.

Signore e signori, la nave ha raggiunto la riva”, ha dichiarato la Presidente Rena Lee, ambasciatrice di Singapore per le questioni relative agli oceani e al diritto del mare, al termine della V sessione della Conferenza Intergovernativa sulla Biodiversità marina delle alle aree al di fuori della giurisdizione nazionale (BBNJ) (New York, 20 febbraio – 3 marzo 2023), annunciando che era stato raggiunto l’Accordo ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), che segna la fine di quasi due decenn di trattative tra le Parti.

Già denominato “Trattato sull’alto mare“, ovvero dell ’area di mare che si trova al di là della Zona Economica Esclusiva (ZEE) nazionale  (oltre le 200 miglia nautiche dalla costa) e che occupa circa due terzi dell’oceano, il quadro giuridico raggiunto collocherebbe il 30% degli oceani del mondo in aree protette, per regolamentare:
l’accesso e l’uso delle risorse genetiche marine
l’adozione di misure di conservazione e uso sostenibile delle risorse marine;
le attività di monitoraggio dell’impatto ambientale nelle aree marittime al di fuori della giurisdizione nazionale, in particolare per le attività di estrazione mineraria in acque profonde.

Un aspetto innovativo dell’Accordo BBNJ comporta l’impegno dei Paesi sviluppati a fornire un ulteriore 50% dei loro contributi finanziari annuali per finanziare progetti di rafforzamento delle capacità dei Paesi in via di sviluppo a conservare e utilizzare in modo sostenibile la biodiversità marina, nonché a condividere i benefici derivanti dall’uso delle risorse genetiche marine, anche facilitando l’accesso ai campioni e ai dati della ricerca scientifica sugli organismi marini delle aree al di fuori della giurisdizione nazionale ai ricercatori dei Paesi sviluppati e in via di sviluppo.

L’Accordo BBNJ, si legge nella Dichiarazione finale “è anche fondamentale per raggiungere gli obiettivi e i target relativi agli oceani dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e del Quadro globale per la Biodiversità di Kunming-Montreal”, riferendosi al cosiddetto impegno “30×30” per proteggere un terzo della biodiversità mondiale – terrestre e marina – entro il 2030 concluso alla storica Conferenza delle Nazioni Unite lo scorso dicembre. 

Nella Dichiarazione rilasciata alla stampa dal portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres ha elogiato tutte le Parti per la loro ambizione, flessibilità e perseveranza e ringraziato l’Ambasciatrice Lee per la leadership svolta e riconosciuto il sostegno fondamentale delle organizzazioni non governative, della società civile, delle istituzioni accademiche e della comunità scientifica, e attende con impazienza di continuare a lavorare con tutte le parti per garantire un oceano più sano, più resiliente e più produttivo, a beneficio delle generazioni attuali e future.

Abbiamo conseguito una storica pietra miliare: le nazioni hanno raggiunto un accordo per proteggere gli oceani del mondo – ha subito twittato Inger Andersen, Segretaria esecutiva per Programma Ambiente delle Nazioni Unite – L’attività umana ha alterato il 66% dell’ambiente marino. L’azione per proteggere i nostri oceani, la biodiversità marina e i mezzi di sussistenza deve ora essere immediata”.

In copertina: I biologi marini hanno scoperto che le balene catturano tonnellate di carbonio dall’atmosfera (foto: Thomas Kelley su Unsplash)

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