Circular economy

Economia circolare: lontano l’obiettivo UE di raddoppiare il tasso

Secondo l’ultimo Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente l’obiettivo UE di raddoppiare al 2030 il tasso di economia circolare non sarà raggiunto senza un’azione decisiva per ridurre drasticamente i rifiuti, dare priorità alla riduzione dell’uso delle risorse, migliorare i tassi di riciclaggio e migliorare l’introduzione di prodotti progettati per la circolarità fin dall’inizio.

Nonostante i progressi legislativi compiuti negli ultimi cinque anni, gli sforzi per trasformare l’economia europea “usa e getta” in un’economia circolare richiederanno ulteriori azioni coraggiose e una forte attuazione delle misure esistenti.

Sono le conclusioni dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) che ha pubblicato il 21 marzo 2024 il Rapporto sullo stato e le prospettive dell’economia circolare in Europa (Accelerating circular economy in Europe. State and outlook 2024).

Le politiche dell’UE sull’economia circolare sono state rafforzate negli ultimi anni, ma devono ancora diventare più vincolanti e orientate agli obiettivi per accelerare l’adozione di un’economia più rigenerativa in Europa, sottolinea l’Agenzia. Ciò significa andare oltre l’attuale forte attenzione ai rifiuti per affrontare l’uso delle risorse in modo più diretto. I vantaggi dietro la potenziale fissazione di obiettivi futuri sull’uso delle risorse o sull’impronta dei materiali e le possibili strade per accelerare la transizione verso un modello più circolare sono spiegati appunto nel Rapporto.

Lo sviluppo di un’economia circolare è una parte cruciale degli sforzi dell’UE per affrontare il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento. Il rapporto dell’EEA fornisce un’analisi completa di come l’UE sta procedendo nella transizione verso un’economia più circolare e della forte spinta politica vista nell’ambito del Green Deal dell’UE.

Il diagramma identifica i punti di contatto lungo la catena del valore del prodotto, ponendo un’enfasi particolare sul raggiungimento di una maggiore durata del prodotto. Questo
presenta una visione per un’economia circolare funzionante basata sull’implementazione di successo in ciascuno dei punti di contatto (Fonte: EEA, 2024).

Finora progressi contrastanti
La forte dipendenza dell’Europa dalle risorse naturali per fornire materiali, cibo e carburante comporta notevoli impatti ambientali e climatici. Tuttavia, a seguito dei forti aumenti del consumo di risorse verificatisi in passato, questa tendenza si è stabilizzata negli ultimi anni, afferma il rapporto. È stato osservato un modesto disaccoppiamento tra il consumo di risorse dell’UE e la crescita economica, con il consumo totale di materiali in leggero calo mentre il prodotto interno lordo (PIL) dell’UE è aumentato. Allo stesso tempo, la dipendenza dell’Europa dalle importazioni globali per l’approvvigionamento di alcune materie prime critiche, minerali metallici e combustibili fossili sta attualmente aumentando sullo sfondo di un contesto geopolitico più impegnativo.

L’UE ha messo in atto misure per consentire il passaggio a un’economia circolare, il che significa il passaggio dagli attuali modelli di produzione e modelli di consumo “lineari”. Questa trasformazione è sancita nel Piano d’azione per l’economia circolare, una delle parti fondamentali del Green Deal Europeo. Negli ultimi anni si sono registrati progressi positivi verso la circolarità in Europa, come l’aumento dei tassi di riciclaggio e l’emergere di un’economia della condivisione e di altri modelli di business circolari.

Con un tasso di circolarità dell’11,5% nel 2022, l’Europa consuma una percentuale maggiore di materiali riciclati rispetto ad altre regioni del mondo. Tuttavia, i progressi nell’UE sono stati lenti e siamo ancora lontani dall’ambizione di raddoppiare il tasso di circolarità dell’Unione entro il 2030. 

Valutando i progressi verso le attuali ambizioni circolari, il rapporto dell’EEA afferma che esiste una probabilità bassa o moderata che vengano raggiunte nei prossimi anni.

Il rapporto spiega, tuttavia, che molte politiche di economia circolare sono ancora relativamente nuove e alcune non sono state ancora pienamente attuate a livello nazionale. In aggiunta a ciò, l’impatto di queste misure richiede tempo per filtrare fino ai cambiamenti nei modelli di business, nei modelli di consumo e, in ultima analisi, nei nostri modelli di utilizzo delle risorse. Tuttavia, oltre all’attuazione delle politiche esistenti, si può fare di più.

Azione futura
Il Rapporto esamina anche potenziali azioni per il futuro, come la definizione di obiettivi e la promozione di un riciclaggio di qualità superiore – in cui i materiali mantengono la loro funzione e valore originali per il più lungo tempo possibile – per promuovere l’indipendenza delle risorse dell’UE e ridurne l’importazione. Oltre ad implementare i princìpi di ecodesign, è fondamentale anche aumentare la circolarità massimizzando l’uso e la durata dei prodotti attraverso il riutilizzo, la riparazione e la rigenerazione.

Particolare attenzione dovrebbe essere prestata anche agli aspetti economici dell’approvvigionamento delle materie prime, in modo che gli incentivi e i prezzi delle materie prime tengano conto del loro impatto ambientale e che i materiali riciclati abbiano un percorso migliore per essere reintrodotti nell’economia.

Alla base di questi cambiamenti c’è la necessità di ridurre il consumo di prodotti rispetto agli attuali livelli insostenibili, ma le tendenze attuali nell’UE si stanno purtroppo muovendo nella direzione opposta. Esistono numerose opportunità affinché le future politiche dell’UE possano trarre ispirazione dalla ricerca in corso sulla domanda dei consumatori, su come modificare i loro comportamenti, nonché incorporare i princìpi di transizione giusta nelle azioni future.

La quota di materiali importati da Paesi terzi varia considerevolmente tra i domini di consumo finale dell’Europa (Fonte: ETC, 2023b).

Altri risultati chiave del Rapporto
Massimizzare il valore e la funzione dei prodotti esistenti richiede un’intensità di utilizzo significativamente maggiore per prodotto e una durata del prodotto molto più lunga.
– È improbabile che si possa ottenere una riduzione significativa della produzione di rifiuti entro il 2030. Il riciclaggio è aumentato nel tempo, ma i tassi sono rimasti stagnanti negli ultimi anni.
– Il successo su larga scala di un’economia circolare dipende in larga misura dalla restituzione di notevoli quantità di materie prime secondarie di alta qualità all’uso produttivo.
– L’Europa da sola non può frenare l’uso insostenibile delle risorse che si verifica su scala globale, pertanto sarà essenziale un solido quadro di governance globale sull’uso delle risorse e sull’economia circolare.

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