Fiumi e laghi

Fiumi italiani: anche loro vittime dell’inquinamento da plastiche

Sono stati presentati i risultati del progetto Down to the River, coordinato dall’ISPRA, finalizzato al monitoraggio dei macro rifiuti galleggianti trasportati da 12 fiumi italiani che gettano le acque nelle 3 sotto-regioni definite dalla Strategia marina, che evidenziano come la stragrande maggioranza dei materiali trasportati siano di plastica.

Sui 12 fiumi italiani monitorati circa l’85% degli oggetti dispersi nei fiumi italiani sono costituiti da materiali di plastica, il 35% dei quali sono plastiche monouso.

È quanto emerge dai risultati di un’attività di monitoraggio della durata di 12 mesi, svolta dall’ISPRA, in collaborazione con la Fondazione per Sviluppo Sostenibile (FoSS) e Nauta srl, e presentati il 28 settembre 2023 nel corso del Convegno “Down to the river. Il monitoraggio italiano dei macrorifiuti galleggianti alla foce dei fiumi”.

L’attività è inserita all’interno dell’Accordo Operativo tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e l’ISPRA nell’ambito dei monitoraggi per la Direttiva Quadro sulla Strategia Marina, ed ha l’obiettivo di aumentare le conoscenze sull’origine e le modalità di arrivo dei rifiuti in mare, arricchendo l’esperienza già maturata da ISPRA in 8 anni di monitoraggio dei rifiuti fluviali alla foce del Tevere.

Per un anno, seguendo un protocollo di ricerca sistematico, sono stati raccolti dati relativi al trasporto dei macro rifiuti (grandezza superiore a 2,5cm) galleggianti su 12 fiumi (Adige, Agri, Magra, Misa, Neto, Ombrone, Pescara, Po, Reno, Sarno, Simeto e Tevere), con sbocco nelle 3 sotto-regioni mediterranee (Mare Mediterraneo occidentale, Mare Adriatico, Mar Ionio e Mediterraneo centrale), definite dalla Strategia marina, da postazioni fisse su ponti, localizzati in prossimità della foce.

L’analisi dei tracciati Sono state inoltre studiate le dinamiche di spostamento degli oggetti nei fiumi prima del loro arrivo al mare, rilevando il percorso e la velocità media, grazie all’utilizzo di tracciatori GPS inseriti in contenitori che simulano il comportamento di plastiche galleggianti trasportate dall’acqua, consentendo di identificare le potenziali aree di accumulo, le condizioni idrologiche di massimo trasporto, le direttrici di spostamento dei rifiuti che arrivano in mare.

Nonostante la forte attenzione posta dalla UE per contrastare l’accumulo nei propri mari di rifiuti provenienti da fonti terrestri, si sa ancora poco riguardo alla quantità e alla composizione degli oggetti trasportato dai corsi d’acqua.

Fonte: ISPRA

I risultati mostrano che la larga maggioranza (circa l’85%) degli oggetti avvistati sono costituiti da materiali di plastica, seguiti dagli oggetti di carta (circa 5%) e di metallo (3%) e che inverno e primavera sono i periodi dell’anno con il maggior numero di oggetti avvistati.

La maggior parte dei rifiuti deriva da attività legate alla produzione e consumo di alimenti, anche se per molti oggetti non è stato possibile identificarne l’uso originale a causa della dimensione estremamente ridotta dei frammenti rilevati. Mentre, i tracciatori rilasciati nei fiumi hanno invece evidenziato come lo spostamento sia quasi sempre intermittente, con un forte effetto di intrappolamento lungo il corso del fiume. I rifiuti vengono quindi mobilizzati da significative variazioni di portata, ma generalmente compiono percorsi brevi, fermandosi in numerose aree di accumulo differenti prima di giungere a mare.

I monitoraggi proseguiranno, anche il coinvolgimento del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), permettendo di avere i trend dei quantitativi di rifiuti dispersi nei fiumi, per modulare le misure per la loro riduzione.

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