Consumi e risparmio Energia

Situazione energetica nazionale: la relazione 2022 del MASE

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato la Relazione sulla situazione energetica nazionale, che oltre a contenere i consueti capitoli sull’evoluzione del mercato internazionale dei principali prodotti (petrolio, gas, carbone e fonti rinnovabili), sul quadro energetico nazionale (domanda e offerta di energia in Italia con un dettaglio sulle singole fonti energetiche) e sugli impieghi finali dei diversi settori, contiene anche due monografie con focus sulle “imprese energivore” e sulle “principali misure di sostegno alla crisi energetica”.

Nel 2022 la domanda di energia primaria in Italia è calata del 4,5%.
Le famiglie hanno consumato il 2,7% di energia in meno rispetto all’anno precedente, ma hanno dovuto far fronte all’aumento del 49,9% dei costi energetici.
La produzione di energia da fonti rinnovabili è calata del 7,7%, anche se il fotovoltaico ha raggiunto il suo massimo storico (28 tWh), a seguito della contrazione record (-36,6%) dell’idroelettrico.
La quota di importazioni nette rispetto alla disponibilità energetica lorda è aumentata dal 73,5% del 2021 al 79,7% del 2022, confermando la dipendenza del nostro Paese da fonti di approvvigionamento estere.

Sono alcuni degli aspetti principali della Relazione sulla situazione energetica nazionale del 2022 redatta dal gruppo di lavoro istituito presso il Dipartimento energia del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), composto sia da rappresentanti istituzionali che del settore, con esperienza riguardo ai temi trattati.

Nel 2022, il settore energetico italiano ha risentito della crisi internazionale dovuta alla guerra in Ucraina: la domanda primaria di energia è diminuita del 4,5% attestandosi a 149.175 migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio (ktep), a fronte di un fabbisogno dell’anno precedente pari a 156.179 ktep.

Tale disponibilità energetica lorda nel corso del 2022 è stata costituita per il 37,6% dal gas naturale, per il 35,7% da petrolio e prodotti petroliferi, per il 18,5% da rinnovabili, per il 5% da combustibili solidi, per il 2,5% da energia elettrica, per lo 0,8% da rifiuti.

La quota di importazioni di petrolio e prodotti petroliferi è aumentata del 10,5% (+4.731 ktep) e quella dei combustibili solidi del 41,6% (+2.235 ktep) in parte compensate dalla riduzione del 4,9% delle importazioni di gas naturale (-2.847 ktep).

Con riferimento alla produzione nazionale si è registrata una riduzione di 2.923 ktep, pari all’8,0% della produzione dell’anno precedente, attribuibile soprattutto alla contrazione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili (-2.140 ktep, -7,7%), causata dal crollo dell’idroelettrico per fenomeni climatici avversi, ed alla minore produzione di petrolio e prodotti petroliferi (-703 ktep, -13,4%).

Il consumo finale energetico è diminuito complessivamente del 3,7% rispetto all’anno precedente attestandosi a 109.307 ktep, a fronte di un consumo dell’anno precedente pari a 113.504 ktep. Tale diminuzione si è manifestata prevalentemente nel settore residenziale (-3.359 ktep, -10,3%), nell’industria (-2.024 ktep, -7,8%), nei servizi (-488 ktep, -2,9%), mentre si è registrato un incremento dei consumi nei trasporti (+1.844 ktep, +5,3%).

I consumi finali sono stati realizzati per il 33,6% nei trasporti, per il 26,8% nel residenziale, per il 21,8% nell’industria, per il 14,8% nei servizi, e per il 3% nei restanti settori.

Per quanto riguarda le fonti, i consumi finali sono stati soddisfatti principalmente dal petrolio e dai prodotti petroliferi (36,8%), dal gas naturale (27,2%) e dall’energia elettrica (22,7%).

Nel 2022, il consumo di energia elettrica, pari a 24.864 ktep, è stato soddisfatto per l’86,4% dalla produzione nazionale che è stata pari a 273,9 TWh (-1,2% rispetto al 2021) e per il restante 13,6% dalle importazioni nette dall’estero, per un ammontare di 43,0 TWh, in crescita dello 0,5% rispetto all’anno precedente.

Il maggior apporto alla produzione è stato dato dal termoelettrico non rinnovabile che, con una crescita del 7,9% rispetto al 2021, ha rappresentato circa il 64,8% del totale dell’energia prodotta, mentre è stato registrato un minimo storico nella produzione idroelettrica che è sceso del 36,6%, attestandosi a 30,1 TWh.

Il 2022 è stato invece l’anno in cui il fotovoltaico ha raggiunto il suo record storico, con 28 TWh di produzione. Le fonti rinnovabili di energia hanno trovato ampia diffusione in tutti i settori (elettrico, termico, trasporti). La quota dei consumi energetici complessivi coperta da rinnovabili è stimata intorno al 19%, gli investimenti in nuovi impianti sono in aumento arrivando a valori di circa 4 miliardi di euro, con ricadute occupazionali che si attestano a 23.000 Unità di Lavoro per le FER elettriche e a 35.000 per le FER termiche.

Per quanto riguarda l’efficienza energetica si evidenzia, per il 2022, una riduzione dei consumi finali di 2,5 Mtep e si registra un incremento del risparmio energetico realizzato attraverso i Certificati Bianchi di 0,174 Mtep (+41,4%). Le misure di detrazione fiscale per l’efficientamento energetico degli edifici hanno consentito un nuovo risparmio pari 0,868 Mtep di energia finale. Gli investimenti in efficienza energetica si attestano su 8,5 miliardi di euro mentre le ricadute occupazionali superano le 100 mila Unità di Lavoro.

I consumi finali di energia nel settore dei trasporti hanno registrato un aumento del 5,3% rispetto all’anno precedente; questo andamento è legato all’incremento dei prodotti petroliferi (+6,5%) a fronte di una contrazione delle altre fonti, causato principalmente dall’aumento dei prezzi di gas ed elettricità. L’incidenza delle fonti energetiche rinnovabili sui consumi del settore dei trasporti è stata pari al 5,2%.

Nel 2022 le famiglie italiane hanno consumato 47.925 Ktep di energia, il 2,7% in meno rispetto all’anno precedente, mentre la spesa sostenuta per il suo acquisto è aumentata del +49,9%, a fronte di un incremento dei costi all’ingrosso dell’energia pari al 165% per il gas naturale e al 142% per l’elettricità. L’incremento della spesa energetica delle famiglie per quanto significativo è stato mitigato grazie ad una serie di interventi normativi, in parte straordinari, con cui si è proceduto ad annullare gli oneri di sistema per il settore elettrico e gas, a ridurre le imposte (nel particolare le aliquote IVA per il gas naturale e le accise nei carburanti) e potenziare i bonus sociali luce e gas. 

Ai fini di analizzare e monitorare il fenomeno della povertà energetica nazionale e di individuare opportune politiche di contrasto, è stato istituito, presso il MASE, l’Osservatorio nazionale della povertà energetica. Nell’aggiornamento del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) trasmesso alla Commissione UE il 19 luglio 2023, dopo l’executive summary del 30 giugno, ai fini del monitoraggio della povertà energetica si fa riferimento all’indicatore “Quota di popolazione che non è in grado di riscaldare adeguatamente le propria abitazione”; nel 2022, in Italia, tale quota è pari all’8,8%.

La relazione contiene anche due monografie con focus sulle:
– “Imprese energivore” in particolare sulle imprese “elettrivore” o “a forte consumo di energia elettrica”, con l’obiettivo di evidenziare il loro peso dal punto di vista economico, in termini di valore aggiunto, e dal punto di vista strutturale, in termini di numerosità;
– “Principali misure di sostegno alla crisi energetica adottate”, evidenziandone le finalità e fornendone una stima dell’impatto sull’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, in valore assoluto e in termini di incidenza percentuale sul PIL.

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