Benessere Salute

Cantare: benefici per la salute fisica e mentale

Cantare benefici per la salute fisica e mentale
di Anna Rita Rossi

Vari studi confermano che cantare, specie in coro, ha moltissimi benefici per la salute psico-fisica di un individuo, favorendo il sistema cardiovascolare, migliorando la respirazione e la postura, riducendo l’ansia, allungando la vita ed è un’attività indicata per i malati oncologici e per chi soffre di malattie neurodegenerative.

Cantare, specie in coro, ha moltissimi benefici per la salute psico-fisica di un individuo: favorisce il sistema cardiovascolare; migliora la respirazione e la postura; riduce l’ansia; allunga e arricchisce la vita. Inoltre, numerosi studi e ricerche confermano l’utilità del canto per i malati oncologici e per chi soffre di malattie neurodegenerative.

Cantare è un’attività piuttosto complessa. Quando si canta aree molto estese del cervello si illuminano, ovvero si attivano. Questo fenomeno si verifica anche al solo pensiero di cantare.
Le aree interessate comprendono vari sistemi motori correlati all’ascolto, alla programmazione e all’organizzazione di informazioni, alla memoria, al linguaggio (quando si canta vengono usate le parole) e persino le aree connesse alle emozioni.

Secondo Charles Darwin (Shrewsbury, 12 febbraio 1809 – Londra, 19 aprile 1882) gli esseri umani hanno iniziato a cantare per avere più successo nella ricerca di un partner. Platone (Atene, 428-427 a.C. – Atene, 348-347 a.C.), invece, riteneva fosse un modo per sperimentare l’armonia sociale. Attualmente, si tende a condividere l’opinione del filosofo greco piuttosto che quella del biologo naturalista britannico.

È indubbio che cantare insieme crei armonia e un forte senso di coesione. C’è una spiegazione scientifica, almeno parziale, anche per questo: cantando per più di mezzora il cervello produce ossitocina (ormone di natura proteica, prodotto dall’ipotalamo e secreto dalla neuroipofisi) che, oltre a provocare una sensazione di benessere, aiuta anche a rafforzare i rapporti con le altre persone.

La lista dei benefici legati al canto, specie a quello in gruppo, sono davvero tanti. In questa occasione ci soffermeremo su quelli più rilevanti.

Le ricerche scientifiche ci dicono che, le vibrazioni che produciamo nel cantare calmano il sistema nervoso e promuovono un senso di calma. Ciò è dovuto all’azione di una vescicola di forma sferica che si trova dentro le nostre orecchie: il sacculo che risponde alle frequenze che lo raggiungono mentre cantiamo.

Molte altre parti del corpo sono coinvolte nell’attività canora. Ad esempio, per produrre suoni è fondamentale la respirazione che coinvolge polmoni, diaframma e muscoli respiratori.
Per cantare bene bisogna respirare bene e se si emette l’aria in modo corretto si ottiene una tonificazione dei muscoli intercostali, si migliora la salute dei polmoni e la flessibilità del diaframma.

Inoltre, quando si canta è necessario regolare il respiro, in base alla lunghezza dell’emissione e del tempo che ci è concesso dall’esecuzione. Ciò produce gli stessi effetti e benefici della respirazione utilizzata nello yoga, nella meditazione e nel pilates, e questo ci fa sentire rilassati e più sereni.

Anche il cuore e l’apparato cardiovascolare traggono beneficio dal cantare: le arterie e le coronarie si rilassano, il battito cardiaco si regolarizza e, dopo uno sforzo intenso, come quello di un concerto, la pressione arteriosa ritorna a valori ottimali in maniera più rapida.
Considerato quanto appena detto, il canto corale o il semplice ascolto musicale sono vivamente consigliati a coloro che hanno avuto infarti per tenere sotto controllo l’ansia.

Cantare è anche un’attività che fa bene alla salute mentale e all’umore, perché cantando si producono endorfine, ormoni che provocano euforia e felicità. Esse agiscono come neurotrasmettitori e si fissano sugli stessi recettori di membrana delle cellule nervose.
Il cervello impiega le endorfine come una specie di morfina naturale che serve a: innalzare la soglia del dolore, contrastare lo stress psico-fisico, provocare benessere e buonumore, regolare il sonno, l’appetito e persino l’attività intestinale.
Cantando si produce anche serotonina, una sostanza sedativa presente in varie zone del sistema nervoso centrale, che ha egualmente molti benefici sia per l’organismo sia per la mente.

Cantare in un coro aiuta anche a rafforzare il sistema immunitario e a combattere i microrganismi estranei (antigeni). Lo Studio “Choral Singing, Performance Perception, and Immune System Changes in Salivary Immunoglobulin A and Cortisol” dell’Università di California-Irvine, ha rilevato che, cantando, aumentano in modo significativo le proteine globulari (anticorpi) che, appunto, si occupano di contrastare gli antigeni.

Per giungere a tali conclusioni, i ricercatori hanno raccolto campioni di saliva dai membri di una corale professionale in vari momenti: durante una prova iniziale, una prova più tardiva e un’esecuzione pubblica della “Missa solemnis” di Beethoven. È risultato che i livelli medi di immunoglobulina A sono aumentati notevolmente: del 150% durante le prove e del 240% durante lo spettacolo, mentre sono diminuite le concentrazioni di cortisolo (in media del 30% durante le prove e del 37% durante le esibizioni).

Anche il cervello beneficia dell’attività canora: è stato dimostrato che il volume della materia grigia in soggetti che cantano abitualmente aumenta in alcune regioni dell’emisfero destro. Per questo attualmente, si utilizza il canto corale per aiutare i pazienti affetti da malattie neurodegenerative.
Cantare, infatti, incrementa lo stato di allerta e fa entrare in contatto con altre persone, migliorando anche lo stato d’animo degli individui malati.

Anche i ricercatori della University of East Anglia (Norwich, Inghilterra) hanno valutato gli effetti del canto comunitario su soggetti con problemi di salute mentale e sul pubblico in generale. Gli obiettivi dello Studio Sing Your Heart Out: community singing as part of mental health recovery” erano :valutare l’efficacia del progetto “Sing Your Heart Out” (SYHO) e identificare le caratteristiche chiave che lo hanno reso distintivo, tramite le interviste fatte ai partecipanti, seguite da un’osservazione partecipativa per un periodo di 6 mesi.
Tutti gli intervistati hanno sperimentato un miglioramento o comunque, un mantenimento della propria salute mentale e del proprio benessere, come risultato diretto del lavoro svolto nei laboratori di canto.
Per quanto riguarda i soggetti con disturbi mentali poi, lo studio ha confermato molti e reali benefici legati alle lezioni di canto.

Anche il progetto Choir singing and healthy aging”, condotto dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Stoccolma, si è concentrato sull’impatto del canto corale sul funzionamento cognitivo, sul benessere psicologico e sui meccanismi neurali sottostanti negli anziani.
Il risultato di tale progetto, cui hanno partecipato più di 12.000 soggetti, ha dimostrato che i membri di cori e gruppi di canto hanno un’aspettativa di vita più lunga rispetto alle persone che non cantano, per i già riscontrati effetti positivi sulla frequenza cardiaca, sulla pressione sanguigna e sulla frequenza respiratoria.

Un altro Studio Community Choir Intervention to Promote Well-Being Among Diverse Older Adults: Results From the Community of Voices Trial”, condotto da un gruppo di ricercatori di Università statunitensi e pubblicato sul Journal of Gerontology, ha valutato l’attività del cantare in un coro come attività antidepressiva, soprattutto per gli anziani che sperimentano maggiormente l’isolamento sociale.
Lo studio in questione ha confermato che, i soggetti presi in esame hanno riscontrato netti miglioramenti riguardo alla sensazione di solitudine e all’interesse per la vita, confermando che il canto corale può essere un modo efficace per i malati di cancro per contribuire a migliorare il benessere e la qualità della loro vita, mettendo i pazienti in una migliore condizione mentale, psicologica e fisica per seguire le cure.

Infine, per quanto riguarda i benefici cognitivi del canto corale si deve rilevare che finora sono pochi gli studi a essi dedicati. Uno di questiBeneficial effects of choir singing on cognition and well-being of older adults: Evidence from a cross-sectional study”, pubblicato su PLOS ONE, ha fornito le prove secondo cui il canto corale è in grado di generare benefici simili a quelli del suonare uno strumento.
Dalla ricerca è emerso che gli anziani che praticavano il canto avevano una flessibilità verbale migliore rispetto a quelli del gruppo di controllo, quindi, una migliore flessibilità cognitiva rispetto a quelli che non avevano il canto corale come hobby, migliorando così la comprensione di come le diverse attività possono modellare la cognizione anche in età avanzata.

Il canto ha poi effetti rilevabili anche senza il sostegno di studi scientifici, come quello di mantenere una corretta postura, essenziale per emettere correttamente i suoni. È anche un’ottima ginnastica per i muscoli facciali: per cantare nel modo giusto è necessario avere una corretta posizione della bocca, delle labbra e della lingua. Ma non solo, anche le emozioni giocano un ruolo fondamentale nel canto e anch’esse hanno riflessi sulla mimica facciale.

Se dopo tutte queste considerazioni, state meditando seriamente di entrare in un coro, non lasciatevi dissuadere dall’idea di essere stonati: la statistica conferma che, appena il 5% dell’umanità lo è davvero, il restante 95% è solo ineducato e deve imparare semplicemente a gestire la propria voce!

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