Acqua Fiumi e laghi

Fiumi: “respirano” e sono importanti per il ciclo globale del carbonio 

Uno Studio di un team internazionale di ricercatori, tra cui il Prof. Bertuzzo dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, coordinato dalla Scuola Politecnica Federale di Losanna, evidenzia il ruolo dei fiumi nel ciclo globale del carbonio, sottolineando la necessità di un monitoraggio della salute delle reti fluviali che sono paragonabili ai nostri sistemi vascolari.

Fino a poco tempo fa, la nostra comprensione del ciclo globale del carbonio era in gran parte limitata agli oceani e agli ecosistemi terrestri, ma ora un nuovo Studio, pubblicato il 18 gennaio 2023 su Nature getta nuova luce sul ruolo chiave che svolgono le reti fluviali.

Gli ecosistemi fluviali hanno un metabolismo molto più complesso del corpo umano – ha spiegato Tom Battin, Professore presso la Scuola di architettura, ingegneria civile e ambientale (ENAC) alla  École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) e Direttore del River Ecosystems Laboratory, che ha convinto una dozzina di esperti del settore, tra cui Enrico Bertuzzo, Professore di Idrologia all’Università Ca’ Foscari Venezia, a contribuire allo Studio “River ecosystem metabolism and carbon biogeochemistry in a changing world”- Producono sia ossigeno che CO2 attraverso l’effetto combinato della respirazione microbica e della fotosintesi delle piante. È importante apprezzare appieno i meccanismi sottostanti, in modo da poter valutare e quantificare l’impatto del metabolismo dell’ecosistema sui flussi di carbonio”.

Mentre indirizza l’acqua verso gli oceani, il metabolismo dell’ecosistema fluviale consuma carbonio organico derivato dagli ecosistemi terrestri che producono CO2 emesso nell’atmosfera. Il carbonio organico residuo che non viene metabolizzato si fa strada negli oceani, insieme alla CO2 che non viene emessa nell’atmosfera. Questi apporti fluviali di carbonio possono influenzare la biogeochimica delle acque costiere.

La comprensione del metabolismo dell’ecosistema fluviale, determinando lo scambio di ossigeno e gas serra con l’atmosfera,  costituisce un primo passo fondamentale per misurare il ciclo del carbonio. Dopo le stime aggregate già prodotte dagli scienziati per laghi, ambienti costieri e oceani, la ricerca condotta dal team internazionale di ricercatori aggiunge il pezzo mancante al puzzle, aprendo la strada a un quadro completo, integrato e quantificato di questo processo chiave per il “pianeta blu”.

I ricercatori si sono soffermati anche a discutere di come i cambiamenti globali, in particolare del clima, dell’uso dei suoli, dell’urbanizzazione, della regolazione dei flussi, comprese le dighe, influenzino il metabolismo dell’ecosistema fluviale e i relativi flussi di gas serra. Ad esempio, i fiumi che drenano i terreni agricoli ricevono enormi quantità di azoto dai fertilizzanti. Elevate concentrazioni di azoto, insieme all’aumento delle temperature indotto dal riscaldamento globale, possono causare l’eutrofizzazione, un processo che porta alla fioritura di alghe che, quando muoiono, stimolano la produzione di metano e protossido di azoto, gas serra ancora più potenti della CO2. Le dighe, a loro volta, possono esacerbare l’eutrofizzazione, portando potenzialmente a emissioni di gas serra ancora più elevate.

(Fonte: Nature)

Gli autori concludono il loro articolo sottolineando la necessità di un sistema globale di osservazione fluviale (RIOS) per quantificare e prevedere meglio il ruolo dei fiumi per il ciclo globale del carbonio, i cui dati integreranno quelli delle reti di sensori nei fiumi e le immagini satellitari con modelli matematici per generare flussi di carbonio quasi in tempo reale relativi al metabolismo dell’ecosistema fluviale. 

In tal modo, RIOS fungerebbe da strumento diagnostico, permettendoci di ‘tastare il polso’ degli ecosistemi fluviali e rispondere ai disturbi umani – ha sottolineato Battin – Le reti fluviali sono paragonabili ai nostri sistemi vascolari che monitoriamo per scopi sanitari. È giunto il momento di monitorare la salute delle reti fluviali del mondo“.

In copertina: Un’immagine satellitare del delta del fiume Lena (Siberia)che si getta nell’Oceano Artico. © NASA

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