Prodotti e acquisti verdi Sostenibilità

Etichetta: le informazioni di prodotto per acquisti consapevoli

Una ricerca condotta da Ipsos e inserita nell’ultima edizione dell’Osservatorio GS1 Italy che analizza le abitudini di consumo degli italiani, incrociando le informazioni riportate sulle etichette dei prodotti di largo consumo, evidenzia che i due terzi dei consumatori ha problemi di informazioni, in particolare di quelle relative alla sostenibilità ambientale e sociale sempre più ricercate, per il ridotto spazio di caratteri stampati, la cui soluzione potrebbe arrivare dal trasferimento sul digitale delle informazioni che non trovano spazio nell’etichetta.

La spesa è sempre più una questione di etichetta, almeno per il 75% di italiani che dichiara di aver rinunciato almeno una volta a comprare un prodotto dopo aver letto le informazioni presenti sulle confezioni, ma anche per quel 67% che ammette di avere problemi nella comprensione delle informazioni, in particolare di quelle relative alla sostenibilità ambientale e sociale che una fetta sempre più consistente di consumatori va alla ricerca.

È quanto rivela la XIV edizione dell’Osservatorio Immagino, diffusa il 27 febbraio 2024,di GSI Italy, organizzazione no-profit che sviluppa e mantiene standard globali per la comunicazione tra imprese e unico ente autorizzato a rilasciare i codici a barre, che incrocia le informazioni riportate sulle etichette di oltre 136 mila prodotti digitalizzati nell’anno terminante a giugno 2023 dal servizio Immagino (ingredienti, tabelle nutrizionali, loghi e certificazioni, claim e indicazioni di consumo) con le rilevazioni NielsenIQ su venduto (retail measurement service) e consumo (consumer panel), da cui emergono le tante sfaccettature del rapporto tra consumatori ed etichette dei prodotti di largo consumo.

Che le etichette dei prodotti siano un mezzo di comunicazione a disposizione di Industria e Distribuzione per parlare col consumatore è un fatto acclarato da tempo – afferma Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy – Lo stesso legislatore interviene su questo tema attraverso norme, regolamenti sia a carattere europeo che nazionale. Ma oltre a quello che propone l’offerta (Industria e Distribuzione), come risponde la domanda (il consumatore)? In generale possiamo dire che il consumatore italiano le informazioni di prodotto sempre di più le ricerca, le consulta, le utilizza. Le persone sono alla ricerca di punti di riferimento, di informazioni complete e trasparenti: ‘informare bene’ è oggi, e lo sarà sempre di più su una serie crescente di tematiche, una delle mission costitutive per le imprese, sia produttive che distributive”.

Da una recente ricerca sulla lettura delle etichette nei prodotti di largo consumo, realizzata da Ipsos per GS1 Italy e inserita in un Dossier nell’Osservatorio Immagino 2023 -2, emerge che circa il 94% degli italiani legge le etichette dei prodotti, in particolare in fase di acquisto. Quattro su dieci (42%) consultano l’etichetta di tutti o quasi tutti i prodotti che trovano sugli scaffali. Una buona metà (53%) lo fa solo per alcune categorie di prodotto. Quando si salta questo percorso, lo si fa essenzialmente per tradizionale frequentazione del prodotto e della marca (38%) di cui si ritiene di sapere ciò che conta, e, più marginalmente, per fretta (uno su cinque dichiara di non avere tempo di soffermarsi) o per mancanza di curiosità residua (il 16% pensa di saperne abbastanza).

L’Osservatorio Immagino rileva che, sommando tutti i momenti di interazione, gli italiani leggono le etichette soprattutto per controllare la scadenza degli alimenti (63%), per conoscere l’elenco degli ingredienti e il valore nutrizionale dei cibi (57%), per verificare provenienza e origine (52%), per controllare la salubrità dei prodotti (33%), ma anche per capire come smaltire il packaging (19%).

Nonostante la richiesta di informazioni sia sempre più impellente, il 70% circa degli intervistati afferma di essersi trovato almeno una volta in difficoltà nel trovare le indicazioni cercate e il 67% ammette di avere problemi nella comprensione delle informazioni, in particolare di quelle relative alla sostenibilità ambientale e sociale che una fetta sempre più consistente di consumatori va alla ricerca.

C’è quindi un problema di leggibilità e fruibilità delle etichette, con uno spazio a disposizione sempre più scarso. È in atto in questi mesi un dibattito se sia auspicabile “pulire” le etichette, trasferendo alcune informazioni in maniera digitale, o ridurre il font dei caratteri stampati sul sempre più congestionato spazio di una etichetta fisica.

Il GS1 Digital Link potrebbe risultare la soluzione tecnologica più adeguata. Si tratta di un indirizzo web con una struttura standard che, grazie ad un codice di identificazione GS1 del prodotto come il GTIN, rende possibili collegamenti web a tutte le informazioni del singolo prodotto, che possono essere business-to-business ma anche business-to-consumer, di marketing (valori, qualità ingredienti, sostenibilità) o di servizio (fattori nutrizionali, tracciabilità, etichetta ambientale). Questo link può essere riportato in un QR code applicato al prodotto: al consumatore basterà, quindi, farne la scansione con la fotocamera dello smartphone per essere rimandato ad una pagina con ogni informazione e curiosità (caratteristiche, ingredienti, raccolta differenziata, tracciabilità, ricette, video tutorial, assistenza clienti, ecc.) colmando così l’esigenza di informazioni che caratterizza i nuovi consumatori.

Dall’indagine condotta da Ipsos emerge che l’89% degli italiani conosce il QR code e il 65% l’ha già utilizzato almeno una volta, rivela l’indagine condotta da Ipsos per l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy.

L’indagine ci ha confermato che le indicazioni presenti sulle etichette sono sempre più cercate, consultate e utilizzate perché le persone sono alla ricerca di punti di riferimento che le aiutino a orientarsi negli acquisti e vogliono informazioni complete e trasparenti – sottolinea Cuppini Ecco perché informare bene è già oggi una delle mission costitutive delle imprese, sia produttive che distributive. E lo sarà ancor più domani e su una serie crescente di tematiche“.

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