Economia e finanza Sostenibilità

Top Utility report: investimenti per 11 miliardi di euro

Il Rapporto di Top Utility, il principale think tank italiano di riferimento nel settore public utility, diretto da Althesys con l’obiettivo di favorirne la crescita delle performance, è stato presentato nel corso di un evento al termine del quale sono stati assegnati i riconoscimenti per i migliori risultati nelle varie categorie delle cento maggiori imprese italiane dell’energia, dell’ambiente e dell’acqua e il Premio assoluto, andato quest’anno al Gruppo Iren.

Crescono le utility italiane: le 100 maggiori aziende di servizi pubblici valgono (dati 2022) quasi 300 miliardi di euro, esattamente 293 miliardi (+75% rispetto all’anno precedente), pari al 15% del PIL italiano, con investimenti per 11 miliardi. Tuttavia devono affrontare uno scenario macroeconomico e geopolitico molto complesso, tra l’impegno contro i cambiamenti climatici e i piani di investimento capaci di sostenerne la crescita.

Sono alcuni dei dati emersi dal XII Rapporto “Le performance delle utility italiane. I risultati delle 100 maggiori aziende dell’energia, dell’acqua, del gas e dei rifiuti”, presentato il 13 marzo 2024 nel corso dell’evento “Utility Governare la complessità”, organizzato da Althesys,Società professionale indipendente specializzata nella consulenza strategica e nello sviluppo di conoscenza, che opera con competenze di eccellenza nei settori chiave di ambiente, energia, infrastrutture e utility, in collaborazione con Utilitalia, Targa Telematics, Shared Value Institute.

Complessità è la parola chiave che caratterizza l’attuale scenario: contesto geopolitico incerto, quadro macroeconomico difficile, prossime elezioni europee del 6-9 giugno, evoluzione normativa e regolatoria, transizione ecologica, mercati globali dell’energia volatili, standard ESG sempre più stringenti, digitalizzazione e sfide dell’AI, sono alcuni dei principali elementi con cui devono confrontarsi le utility pubbliche.

L’indagine mette in evidenza la fase straordinaria che sta attraversando il settore – ha spiegato Alessandro Marangoni, Amministratore delegato di Althesys – Da un lato, pare sempre più polarizzato tra grandi gruppi, anche internazionali, e piccole-medie utility locali, concentrate su uno o pochi business. Dall’altro, le imprese devono confrontarsi con un sistema complesso, soggetto a una rapida evoluzione dei mercati, delle policy e della regolamentazione, nel quale l’innovazione e la capacità di investimento giocano un ruolo crescente e discriminante. Transizione ecologica, qualità dei servizi per i clienti, digitalizzazione, ipertrofia normativa e regolatoria richiedono molteplici competenze e cospicui investimenti per un miglioramento delle performance ogni giorno più sfidante“.

Le straordinarie performance sono dovute all’aumento eccezionale dei prezzi energetici che hanno influenzato le monoutility del gas (+83,3%), le multiutility (+76,7%) e le monoutility elettriche (+77,1%), mentre le aziende idriche (+8,2%) e della gestione rifiuti (+3,9%) sono state meno coinvolte. La crescita dei prezzi, tuttavia, non ha portato ad un incremento proporzionale dei profitti a causa del parallelo aumento dei costi delle materie prime. Al contrario, per alcuni comparti, la redditività è addirittura scesa. La reddittività di capitale (ROE) delle multiutility e delle aziende dell’idrico è calata, per entrambe dal 6% al 5%, mentre quella delle imprese elettriche e dei rifiuti è salito, rispettivamente, dall’11% nel 2021 al 14% nel 2022 e dal 2% al 5%. Quanto poi al rapporto tra gli utili (Ebitda) e ricavi, è superiore al 9% per ogni comparto tranne che per le imprese energetiche (4%). Le monoutility idriche mantengono un alto rapporto Ebitda/ricavi, pari al 28%, seguite dalle aziende del gas (18%) e dalle multiutility (14%). Tuttavia, l’analisi evidenzia un generale calo della redditività nel 2022, specialmente per le imprese energetiche, che scendono al 4% dal 13% del 2021. L’unica eccezione sono le monoutility dei rifiuti con un rapporto che è aumentato nell’ultimo anno dell’1%.

Nel 2022 si è registrato un leggero incremento degli investimenti (+1,1%, rispetto al 2021) delle Utilit , raggiungendo la quota totale di 11 miliardi di euro, pari allo 0,6% del PIL italiano, ma è calato il peso  sul fatturato che passa dal 6,6% nel 2021 al 3,8% nel 2022 su tutti i settori, sebbene con differenze sensibili. Crescono gli investimenti per le monoutility dei rifiuti (+144,8% rispetto al 2021), soprattutto grazie ad alcune grandi aziende che hanno realizzato nuovi impianti. Gli investimenti sono aumentati anche per le monoutility idriche (+7,7%) e del gas (+15,4%), mentre sono diminuiti per multiutility (-2,5%)e imprese elettriche (-0,3%). I cali di questi due ultimi comparti derivano anche dagli elevati aumenti dell’anno precedente, rispettivamente, del 74% e 49%.

Una normativa in continua evoluzione e spesso non lineare, la volatilità dei mercati energetici e gli effetti dei cambiamenti climatici sulla risorsa idrica sono le principali sfide che le utility si sono trovate ad affrontare negli ultimi mesi – ha  spiegato il Presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini Uno scenario complesso all’interno del percorso della transizione ecologica, nel quale le imprese di pubblica utilità giocano un ruolo fondamentale anche per la capacità di creare valore condiviso e di realizzare gli investimenti legati al PNRR. La complessità di questo scenario non ha altresì rallentato la propensione all’innovazione e agli investimenti nelle tecnologie digitali e nell’intelligenza artificiale. In questo quadro, l’industrializzazione del settore e il superamento delle gestioni in economia restano fondamentali per migliorare le performance e aumentare la capacità di investimento complessiva del sistema”.

I Premi assegnati
Come ogni nel corso dell’evento sono stati assegnati sulla base dei parametri adottati dal team di ricerca Top Utility (economico-finanziari, ambientali, comunicazione, customer care e ricerca&sviluppo) i Premi. La Top Utility migliore in assoluto è risultata Gruppo Iren che ha prevalso sulle altre selezionale nella cinquina (Acque, CVA, Gruppo CAP e Marche Multiservizi). Tra le motivazioni dell’assegnazione del premio, sono state ricordate l’ottima performance economica e operativa registrate nell’ultimo anno, la costante attenzione per la trasparenza e il confronto con clienti e territorio e la capacità di realizzare progetti e investimenti innovativi legati all’economia circolare e in particolare ai materiali strategici.

Il riconoscimento ricevuto oggi valorizza ulteriormente il percorso di Iren quale leader nella transizione energetica e digitale delle nostre città – ha dichiarato in occasione del ritiro del premio il Presidente del Gruppo Iren, Luca Dal FabbroLe grandi utility in questo momento storico sono i principali player economici in grado di generare investimenti strategici che portano crescita e sviluppo per il nostro Paese. Realtà solide come Iren sono viste con forte interesse dagli investitori internazionali, come ha dimostrato di recente l’emissione del Green Bond da parte del Gruppo che ha ricevuto ordini 10 volte superiori all’ammontare offerto”.

Prima nella categoria ESG è Acque, mentre le altre della cinquina sono A2A, Brianzacque, Hera e Iren.
Per la Comunicazione si è distinto il Gruppo CAP  che ha prevalso su Aimag, CVA, Enel ed Estra).
Per Ricerca e Innovazione ha vinto A2A (in cinquina con Acea, Hera, Iren e Smat).
Nella categoria Territorio e Comunità il riconoscimento è andato a Marche Multiservizi (in lizza con Acque, Brianzacque, Nuoveacque, Uniacque).
Per la voce Competitività ed efficienza il riconoscimento è andato ad Acinque (con Acque, Acquebresciane, Brianzacque e Silea).
Nella categoria Formare Talenti ha primeggiato Gaia Spa (con Estra, Iren, Marche Multiservizi e Nuoveacque).

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.