Una ricerca condotta dalla Ong Center for Countering Digital Hate (CCDH) ha scoperto che il negazionismo climatico su YouTube si è evoluto radicalmente negli ultimi anni, ponendo una nuova sfida a coloro che cercano il sostegno pubblico all’azione per il clima, in particolare tra i giovani.
Il negazionismo climatico che qualche anno fa si basava prevalentemente sulla narrazione che il riscaldamento globale non c’è o che non è dovuto alle attività umane, dopo una serie di anni record di aumento della temperatura che non è possibile confutare, ha cambiato strategia: ora punta su: “le soluzioni climatiche non funzioneranno”; “la scienza del clima e il movimento per il clima sono inaffidabili”; “gli impatti dei cambiamenti climatici apportano più benefici che svantaggi”.
A rivelarlo è l’innovativa ricerca pubblicata il 16 gennaio 2024 dal Center for Countering Digital Hate (CCDH), una Ong anglo-statunitense che si batte per impedire alle grandi aziende tecnologiche di fornire servizi e introiti pubblicitari a individui e organizzazioni dei media che ritiene promuovano odio e disinformazione, che ha analizzato con il modello di intelligenza artificiale (AI) CARDS i dati di trascrizioni di testi tratti da 12.058 video YouTube relativi al clima pubblicati da 96 canali in quasi 6 anni, tra il 1° gennaio 2018 e il 30 settembre 2023.
Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, sottolinea il CCDH, e miliardi di persone in tutto il mondo hanno dovuto affrontare temperature estreme, siccità, incendi e gravi inondazioni. Tuttavia, chi cerca di evitare la catastrofe climatica deve tuttora affrontare un’ondata di disinformazione progettata per ritardare l’azione. Queste bugie, accolte con favore, consentite e spesso finanziate dai magnati del petrolio e del gas che ne traggono vantaggi finanziari, vengono cinicamente utilizzate dai leader politici per giustificare perché rimangono ostinatamente irresoluti nell’intraprendere azioni correttive urgenti.
“Gli scienziati hanno vinto la battaglia per informare il pubblico sul cambiamento climatico e sulle sue cause – ha affermato Imran Ahmed, Amministratore delegato del CCDH – inducendo coloro che si oppongono all’azione per il clima a spostare cinicamente l’attenzione per minare la fiducia nelle soluzioni e nella stessa scienza”.
Grazie all’Intelligenza Artificiale, i ricercatori hanno quantificato il sorprendente e importante aumento negli ultimi cinque anni di quello che hanno chiamato “Nuovo negazionismo” in contrapposizione al “Vecchio negazionismo” che era incentrato su 2 false narrazioni chiave, entrambe in declino:
– “Il riscaldamento globale non sta accadendo”, sceso dal 48% di tutte le affermazioni smentite nel 2018, al 14% nel 2023;
– “Gli esseri umani non stanno causando il riscaldamento globale e il cambiamento climatico”, in calo dal 17% al 16%.
Complessivamente, la quota di “Vecchio negazionismo” è scesa dal 65% ad appena il 30% del totale.
Il “Nuovo negazionismo” che oggi costituisce il 70% di tutte le affermazioni di negazione del clima fatte su YouTube, rispetto al 35% di 6 anni fa poggia su 3 narrazioni sempre più diffuse:
– “Le soluzioni climatiche non funzioneranno” , che è passata dal 9% al 30%;
– “La scienza del clima e il movimento per il clima sono inaffidabili” che dal 23% ha raggiunto il 35%;
– “Gli impatti del riscaldamento globale sono benefici o innocui”, dal 4% al 6%.
“È fondamentale – sottolinea il CCDH – che coloro che sostengono un’azione per evitare il disastro climatico prendano atto di questo sostanziale passaggio dalla negazione del cambiamento climatico di origine antropica alla minaccia sulla fiducia sia nelle soluzioni che nella scienza stessa, e spostino di conseguenza l’attenzione, le risorse e le contronarrazioni”.
Sarebbero particolarmente sensibili ai contenuti del Nuovo negazionismo su YouTube gli adolescenti. Un sondaggio condotto da Survation per il CCDH questo mese (gennaio 2024) ha rilevato:
– il 31% dei giovani statunitensi tra i 13 e i 17 anni ritiene che “gli impatti del riscaldamento globale siano benefici o innocui”, e il 39% dei teenager maschi più grandi (18-19 anni);
– il 33% degli adolescenti afferma che “le politiche climatiche causano più danni che benefici”, e il 40% dei più grandi maschi;
– il 30% sostiene che “non ci si può fidare della scienza del clima e del movimento per il clima”, che arriva al 37% dei maschi pi grandi;
– il 31% ritiene che il cambiamento climatico sia “una bufala per controllare e opprimere le persone”, con il 41% dei ragazzi più grandi;
. il 45% degli adolescenti afferma che “i politici stanno esagerando l’urgenza delle politiche climatiche” e il 44% ritiene che gli scienziati del clima stiano “manipolando i dati”;
– il 34% di tutti gli adolescenti ha affermato che “La Terra sta effettivamente entrando in una nuova era glaciale”, contro il 23% di coloro che hanno più di 18 anni.
Questo sondaggio arriva qualche giorno dopo che il Global Risks Report del World Economic Forum (WEF) ha messo in guardia sul fatto che misinformazione e disinformazione sono i maggiori rischi a breve termine per la sicurezza globale.
“I giovani trascorrono moltissimo tempo su piattaforme di condivisione video come YouTube – ha aggiunto Ahmed – Queste nuove forme di negazione del clima, che hanno proliferato rapidamente negli ultimi sei anni, sono progettate per confondere e indebolire il sostegno pubblico all’azione per il clima nei prossimi decenni. È ipocrisia che le società di social media affermino di essere ecologiche ma poi monetizzino e amplifichino le bugie sul clima. Dovrebbero rifiutarsi di amplificare o monetizzare il cinico negazionismo climatico che mina la fiducia nella nostra capacità collettiva di risolvere la sfida più urgente dell’umanità”.