Diritto e normativa Società

Infrazioni di luglio 2019: per l’Italia si tratta di un “pacchettone”

La Commissione UE ha adottato nei confronti dell’Italia 2 deferimenti alla Corte di giustizia europea sul carburante per gli yacht e per la mancata protezione delle radiazioni ionizzanti, 2 pareri motivati, tra cui quello sulle acque reflue e 6 lettere di costituzione in mora, inclusa quella per i gas fluorurati.

Il 25 luglio 2019 la Commissione UE ha adottato il Pacchetto mensile di Infrazioni, volto ad intraprendere le azioni legali nei confronti degli Stati membri per inadempimento degli obblighi previsti dal diritto dell’UE e a garantire la corretta applicazione del diritto dell’UE a favore dei cittadini e delle imprese.

Le decisioni di questo mese sono piuttosto pesanti per l’Italia:
2 deferimenti alla Corte di giustizia europea;
2 pareri motivati;
– 6 lettere di costituzione in mora.

Di seguito analizziamo i provvedimenti adottati, in ordine di gravità.

Mancato recepimento delle norme UE in materia di radioprotezione
La Commissione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE a causa del mancato recepimento delle norme fondamentali di sicurezza rivedute in materia di protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti (Direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio).

La Direttiva aggiorna e consolida la normativa europea in materia di radioprotezione, che stabilisce le norme fondamentali di sicurezza volte alla protezione dei lavoratori, degli individui e dei pazienti contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti; comprende, inoltre, le misure di preparazione e risposta alle emergenze, che sono state rafforzate a seguito dell’incidente nucleare di Fukushima.

Nel dicembre 2013 gli Stati membri hanno convenuto di recepire la Direttiva entro il 6 febbraio 2018 e di comunicare alla Commissione le misure e le disposizioni adottate nel diritto nazionale. Nel maggio 2018 la Commissione ha deciso di avviare un procedimento UE di infrazione nei confronti dell’Italia inviando una lettera di costituzione in mora, seguita da un parere motivato nel gennaio 2019.

Ad oggi, le autorità italiane non hanno adottato alcuna legge di recepimento della Direttiva, o comunque non l’hanno notificata alla Commissione che ha pertanto deciso di deferire l’Italia alla Corte.

Illecite esenzioni per il carburante utilizzato per la propulsione di yacht a noleggio nelle acque dell’UE
La Commissione ha deciso di deferire il nostro Paese alla Corte di giustizia europea per il mancato intervento contro un sistema illecito di esenzioni per il carburante utilizzato per alimentare gli yacht a noleggio nelle acque dell’UE.

Le attuali norme dell’UE che disciplinano le accise consentono agli Stati membri di non tassare il carburante utilizzato da una compagnia di navigazione a fini commerciali, vale a dire per la vendita di servizi di navigazione marittima. L’esenzione, tuttavia, può applicarsi soltanto se la persona che prende in leasing l’imbarcazione vende tali servizi a terzi. L’Italia, in violazione delle norme UE, consente di classificare come “commerciali” le imbarcazioni da diporto a noleggio (come gli yacht), anche se destinate all’uso personale. Tali imbarcazioni possono così beneficiare dell’esenzione dalle accise sul carburante utilizzato per l’alimentazione dei motori.

Acque reflue urbane
La Commissione ha deciso di inviare un parere motivato all’Italia per essere venuta meno all’obbligo di garantire che gli agglomerati con più di 2 000 abitanti dispongano di adeguati sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane, come previsto dalla Direttiva 91/271/CEE.

La Commissione ritiene che 237 agglomerati in 13 regioni (Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e Toscana) violino diverse disposizioni della Direttiva, per cui la Commissione invita il nostro Paese a trasmettere informazioni aggiornate sui progressi compiuti in tutti gli agglomerati per i quali l’Italia ha riconosciuto di essere in difetto.

La Commissione esorta inoltre l’Italia a fornire ulteriori chiarimenti su tutti gli agglomerati che le autorità italiane hanno dichiarato conformi, ma per i quali le informazioni raccolte dalla Commissione indicano il contrario. Questa situazione presenta rischi significativi per l’ambiente e per la salute umana in un numero elevato di agglomerati.

La Commissione aveva già avviato una procedura di infrazione dell’UE mediante l’invio di una lettera di costituzione in mora all’Italia nel luglio 2018, senza ottenere adeguate risposte. Ora, il nostro Paese ha 2 mesi di tempo per fornire chiarimenti soddisfacenti, in assenza dei quali la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE.

Riduzione della base imponibile IVA per il leasing di yacht prevista dalla legislazione fiscale
La Commissione ha deciso di inviare un parere motivato all’Italia per non avere imposto l’importo corretto dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) sul leasing di yacht.

L’attuale normativa UE in materia di IVA autorizza esenzioni fiscali per i servizi quando l’uso e la fruizione effettivi hanno luogo al di fuori dell’Unione, ma non consente di applicare una riduzione forfettaria generale senza una prova del luogo in cui il servizio è effettivamente utilizzato. Secondo le norme sull’IVA dall’Italia, quanto più grande è un’imbarcazione, tanto meno è probabile che essa sia utilizzata nelle acque dell’UE. Di conseguenza, la base IVA applicabile può essere notevolmente ridotta.

A causa delle dimensioni del settore questi regimi fiscali vantaggiosi e illeciti contrastano con il processo di risanamento di bilancio del nostro Paese, oltre che causare gravi distorsioni della concorrenza.

Se entro 2 mesi l’Italia non darà risposte, la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE.

Misure nazionali in materia di sanzioni per violazione norme su gas fluorurati
La Commissione ha deciso di inviare all’Italia una lettera di costituzione in mora per non aver notificato le misure nazionali relative alle sanzioni nei casi di violazione delle norme dell’UE in materia di gas fluorurati ad effetto serra (Regolamento 571/2014/UE).

I gas fluorurati a effetto serra, noti anche come “gas F”, sono una famiglia di gas di origine antropica, utilizzati in diverse applicazioni industriali. Il Regolamento mira a contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici riducendo le emissioni di gas F nell’UE di due terzi entro il 2030. I gas F hanno un potente effetto di riscaldamento globale (fino a 23 mila volte superiore a quello dell’anidride carbonica).

Il diritto dell’UE stabilisce norme rigorose sull’uso dei gas fluorurati e sulle condizioni relative all’immissione sul mercato di prodotti contenenti tali gas. In base alle norme adottate dagli Stati membri, entro il 1º gennaio 2017 le sanzioni avrebbero dovuto essere predisposte e tutte le misure atte a garantirne l’applicazione avrebbero dovuto essere adottate. Le sanzioni devono essere efficaci, proporzionate e dissuasive. L’introduzione di sanzioni adeguate a livello nazionale contribuisce in modo fondamentale a garantire il rispetto del regolamento e, pertanto, a contenere i cambiamenti climatici. L’esistenza di sanzioni è particolarmente importante al fine di prevenire il commercio illecito di idrofluorocarburi.

Gli Stati membri hanno inoltre convenuto di notificare alla Commissione le misure nazionali in materia di sanzioni entro il 1º gennaio 2017. A tutt’oggi la Commissione non ha ricevuto tale notifica da parte del nostro Paese. Se l’Italia non dovesse rispondere in modo soddisfacente entro 2 mesi, la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

Condizioni di lavoro
La Commissione ha deciso in data odierna di inviare una lettera di costituzione in mora all’Italia, Paese in cui i lavoratori del settore pubblico non sono tutelati contro l’utilizzo abusivo della successione di contratti a tempo determinato e la discriminazione, come previsto dalle norme dell’UE (Direttiva 1999/70/CE).

Le norme dell’UE prevedono che i lavoratori a tempo determinato non godano di condizioni di lavoro meno favorevoli di quelle dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili, a meno che ciò non sia giustificato da ragioni oggettive.

Attualmente la legislazione italiana esclude da questa protezione diverse categorie di lavoratori del settore pubblico (ad esempio insegnanti, personale sanitario, lavoratori del settore dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, personale di alcune fondazioni di produzione musicale, personale accademico, lavoratori agricoli e personale volontario dei vigili del fuoco nazionali). Inoltre, l’Italia non ha predisposto garanzie sufficienti per impedire le discriminazioni in relazione all’anzianità.

La Commissione invita, pertanto, le autorità italiane a conformarsi pienamente alle pertinenti norme dell’UE. Ora l’Italia dispone di 2 mesi per rispondere alle argomentazioni formulate dalla Commissione, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

Biocarburanti sostenibili
La Commissione ha deciso oggi di inviare una lettera di costituzione in mora all’Italia per non aver recepito pienamente le norme dell’UE volte a consolidare la sostenibilità dei biocarburanti (Direttiva 2015/1513/UE).

La direttiva mira a ridurre il rischio di cambiamento indiretto di destinazione dei terreni connesso alla produzione di biocarburante. Il cambiamento indiretto della destinazione dei terreni si verifica quando i terreni agricoli utilizzati per le colture destinate all’alimentazione umana o animale iniziano invece ad essere impiegati per la produzione di biocarburanti; cresce così la pressione ad utilizzare altri terreni (incolti) al fine di soddisfare la domanda di alimenti e mangimi, con ricadute sulle emissioni di gas a effetto serra. La direttiva prepara inoltre la transizione verso i biocarburanti avanzati prodotti da materiali quali i rifiuti e i residui.

Nel settembre 2015 gli Stati membri hanno concordato di recepire la normativa dell’UE e di comunicare le misure nazionali di attuazione alla Commissione entro il 10 settembre 2017.

L’Italia dispone ora di 2 mesi per rispondere alle preoccupazioni sollevate dalla Commissione, In caso contrario quest’ultima potrà decidere di inviare un parere motivato.

Abusi di mercato
La Commissione ha deciso oggi di inviare una lettera di costituzione in mora all’Italia, in quanto le norme nazionali non sono conformi alle norme dell’UE in materia di sanzioni penali in caso di abusi di mercato (Direttiva 2014/57/UE).

Le norme dell’UE, in combinazione con il regolamento sugli abusi di mercato, garantiscono l’efficienza, la trasparenza e l’affidabilità dei mercati finanziari europei e contribuiscono al completamento dell’Unione dei mercati di capitali.

La Direttiva attribuisce alle autorità più ampi poteri di agire contro i soggetti responsabili della manipolazione e dell’abuso di informazioni finanziarie. Ai sensi delle norme dell’UE adottate nell’aprile 2014 dagli Stati membri, questi ultimi sono tenuti a garantire che simili comportamenti, compresa la manipolazione degli indici di riferimento, costituiscano reato e siano punibili con sanzioni effettive e coerenti in tutta Europa.

Le leggi nel nostro Paese non sono sufficienti in termini di portata dei reati nel settore degli abusi di mercato e relative sanzioni. Se l’Italia non dovesse attivarsi entro 2 mesi, la Commissione potrebbe inviare un parere motivato.

Migrazione legale
La Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora all’Italia per non aver attuato correttamente le norme dell’UE sul rilascio di permessi di soggiorno e di lavoro a cittadini di Paesi terzi (Direttiva 2011/98/UE sul permesso unico).

La Direttiva garantisce che i lavoratori di Paesi terzi che risiedono legalmente in un Paese dell’UE beneficino dello stesso trattamento riservato ai cittadini di quel Paese per quanto concerne, tra l’altro, le condizioni di lavoro, la libertà di associazione, l’istruzione, la sicurezza sociale e le agevolazioni fiscali.

La Commissione ha individuato il recepimento e l’applicazione non corretti del principio di pari accesso alle prestazioni di sicurezza sociale rispetto ai cittadini dell’UE.

L’Italia dispone ora di 2 mesi per rispondere alle argomentazioni presentate dalla Commissione, in caso contrario quest’ultima potrà decidere di inviare un parere motivato.

Trasporto su strada
La Commissione ha deciso di inviare una lettera di costituzione in mora all’Italia per non aver migliorato la connessione dei rispettivi registri elettronici nazionali degli autotrasportatori alla nuova versione dei registri europei delle imprese di trasporto su strada (ERRU), come previsto dal Regolamento 2016/480/UE. Il sistema ERRU consente lo scambio tra Stati membri delle informazioni relative alle imprese di trasporto su strada stabilite all’interno dell’UE. Si tratta di uno strumento essenziale per garantire l’applicazione della legislazione dell’UE. L’implementazione di una nuova versione migliorata di ERRU richiede che gli Stati membri adattino i propri sistemi a livello nazionale.

Il termine per l’aggiornamento della connessione dei registri elettronici nazionali è scaduto il 30 gennaio 2019. Se le autorità italiane non forniranno una risposta soddisfacente entro 2 mesi, la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

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