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Riciclo dei rifiuti in Italia: appello di Associazioni e Imprese su EoW

Sono 56 le sigle che hanno avanzato la richiesta di un provvedimento urgente che anticipi il recepimento della nuova Direttiva UE sui Rifiuti e sulle autorizzazioni relative alla cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste), il cui blocco, a seguito della Sentenza del Consiglio di Stato, sta costando al Paese 2 miliardi di euro in più all’anno.

Il mondo imprenditoriale e associativo riunito a Roma il 25 luglio 2019 lanciato un grido d’allarme per denunciare le pesanti ricadute sull’ambiente, sulla salute dei cittadini e sui costi di gestione dei rifiuti, in seguito alla battuta d’arresto del settore dell’economia circolare, e fa appello a Governo e Parlamento per trovare una soluzione al blocco delle operazioni di riciclo dei rifiuti nel nostro Paese.

Dopo la Sentenza del Consiglio di Stato, relativa alla “cessazione della qualifica di rifiuto“( End of Waste), con cui si sanciva che le Regioni non hanno e non possono avere voce in capitolo sui criteri End of Waste, la cui prerogativa compete allo Stato e precisamente al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) che deve provvedere con propri regolamenti, salvaguardando le tipologie e le attività di riciclo previste e regolate dal DM 5 febbraio 1998 e successivi ed escludendo quindi quelle che sono state sviluppate nel frattempo, si è creato di fatto uno stallo per diverse attività di riciclo di rifiuti di origine sia urbana che industriale e la realizzazione di nuove attività e impianti.

Ad Ecomondo 2018, in occasione dell’inizio dei Lavori degli Stati Generali della Green Economy era andata in scena la protesta degli imprenditori affiliati FISE UNICIRCULAR, l’Associazione delle Imprese dell’Economia Circolare nell’ambito della Federazione Imprese dei Servizi, che ha fatto dell’End of Waste la propria bandiera, chiedendo un tempestivo intervento di modifica di Governo e Parlamento al “Testo Unico Ambientale” (D.lgs.152/2006) che, in attesa dei Decreti, consentisse alle autorità territoriali di rinnovare a scadenza le autorizzazioni esistenti e di rilasciarne di nuove.

Da allora, tuttavia, nonostante le rassicurazioni del Ministro dell’Ambiente che l’EoW era tra gli atti dell’agenda di Governo, solo il Decreto EoW per i pannolini è stato emanato (maggio 2019).

Peraltro, un emendamento inserito durante la conversione in Legge del D.L. 18 aprile 2019, n. 32, recante “Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici” (il cosiddetto “Sbocca cantieri”) che al comma 19 dell’Art.1 identifica i riferimenti legislativi per l’applicazione dei criteri dell’EOW nel Decreto 5 febbraio 1998 e nei regolamenti del 2002 e del 2005 del MATTM, non ha soddisfatto le imprese del settore.

“La Montagna ha partorito un topolino – recitava un Comunicato di FISE UNICIRCULAR Dopo quasi un anno e mezzo dalla sentenza del Consiglio di stato che ha bloccato il rilascio delle autorizzazioni sull’EoW caso per caso, dopo decine di appelli dal mondo dell’industria, come dell’ambientalismo, numerosi emendamenti presentati e subito dopo ritirati, il Governo dà una risposta assolutamente insufficiente al problema”.

Secondo le 56 sigle di associazioni ed imprese che hanno rivolto l’appello, il blocco delle autorizzazioni, oltre ad impedire la valorizzazione dei materiali di scarto, sta costando al Paese 2 miliardi di euro in più all’anno per l’invio dei nostri rifiuti all’estero, con ricadute sui cittadini e sulle imprese.

Lo sviluppo di processi e prodotti legati all’economia circolare rappresenta una sfida strategica per garantire un uso razionale delle risorse naturali, quindi la situazione di stallo denunciata dalle imprese, e più volte rappresentata alle Istituzioni, è un richiamo all’attenzione generale.

Se le operazioni di riciclo non vengono rapidamente sbloccate, la crisi in atto che già colpisce la gestione dei rifiuti, urbani e speciali, si aggraverà e porterà a situazioni critiche in molte città su tutto il territorio nazionale, con il rischio di sovraccaricare le discariche e gli inceneritori.

Le attività più colpite sono proprio quelle che impiegano modalità e tecnologie più innovative per il riciclo e recupero dei rifiuti e quindi paradossalmente anche le più efficaci per la tutela ambientale e lo sviluppo dell’economia circolare.

La soluzione per porre fine a questa emergenza è stata indicata dall’UE con il Pacchetto di Direttive in materia di economia circolare. Nell’articolo 6 della nuova Direttiva sui Rifiuti (2018/851/UE) è prevista la possibilità – in assenza di decreti nazionali End of Waste che vanno accelerati portando con urgenza a buon fine quelli già istruiti – di affidare alle Regioni la competenza di integrare le autorizzazioni relative alla gestione dei rifiuti, caso per caso, con la cessazione della qualifica di rifiuto, nel pieno rispetto sia delle condizioni che dei criteri dettagliati, comuni per tutte le Regioni e non derogabili, precisamente definiti in tale articolo.

Pertanto le Associazioni e Imprese che hanno sottoscritto l’appello “avanzano la richiesta di un nuovo provvedimento urgente che anticipi il recepimento della nuova direttiva con il testo del citato art. 6, rafforzato con l’istituzione di un registro nazionale, accessibile e controllabile, dove siano raccolte tutte le autorizzazioni regionali End of Waste”.   

Senza questa semplice soluzione – ha sottolineato a margine della Conferenza stampa il Presidente di FISE UNICIRCULAR, Andrea   Flutteroil Governo e Parlamento si assumono la responsabilità di una sempre più vicina e devastante crisi del sistema rifiuti nel nostro Paese”.

Le sigle che hanno sottoscritto l’appello, oltre a FISE  UNICIRCULAR:
CONFINDUSTRIA, CIRCULAR ECONOMY NETWORK, CNA, FISE ASSOAMBIENTE, CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI, CONFARTIGIANATO IMPRESE, CONFCOOPERATIVE, LEGACOOP PRODUZIONE E SERVIZI, CISAMBIENTE, FEDERCHIMICA, FEDERACCIAI, FEDERAZIONE GOMMA PLASTICA, ASSOMINERARIA, CONAI, CONOU, ECOPNEUS, CONFEDERAZIONE LIBERE ASSOCIAZIONI ARTIGIANE ITALIANE, GREEN ECONOMY NETWORK DI ASSOLOMBARDA, UTILITALIA, CASARTIGIANI, CONFAPI, ASSOVETRO, CONFAGRICOLTURA, CONSORZIO ITALIANO COMPOSTATORI, ECOTYRE, COBAT, CONSORZIO RICREA, ANCO, AIRA, GREENTIRE, ASSOBIOPLASTICHE, ASCOMAC COGENA, ECODOM, AMIS, COMIECO, ASSOCARTA, FEDERAZIONE CARTA E GRAFICA, CENTRO DI COORDINAMENTO RAEE, SITEB, ASSOREM, FIRI, FEDERBETON, AITEC, CONOE, COREPLA, FEDERESCO, ANGAM, CENTRO DI COORDINAMENTO NAZIONALE PILE E ACCUMULATORI, UCINA – CONFINDUSTRIA NAUTICA, ASSOFOND, CONSORZIO CARPI, ASSOFERMET, AGCI-SERVIZI.

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