Efficienza energetica Energia Infrastrutture e mobilità Territorio e paesaggio

Come gli incentivi fiscali impattano sul mercato dell’auto elettrica

come gli incentivi fiscali impattano sul mercato auto elettrica

Negli ultimi mesi si sono susseguiti, o meglio rincorsi, gli annunci di vari Paesi europei di voler mettere al bando le auto convenzionali (benzina e diesel).

Hanno iniziato Norvegia e Paesi Bassi, lasciando trapelare l’intenzione di vietare dal 2025 l’immissione sul mercato delle auto a combustione interna. Il Bundesrat, il Consiglio Federale della Germania ha votato una risoluzione per porre lo stop entro il 2030. Il Ministro francese per la transizione ecologica Nicolas Hulot ha annunciato che il Governo Macron presenterà un Piano dotato di risorse per finanziare il progetto che dal 2040 in Francia non saranno più in vendita veicoli alimentati da combustibili fossili. La stessa deadline per passare alle auto elettriche ha indicato il Governo britannico, anche se non ha lasciato intravedere alcun piano concreto per raggiungere tale obiettivo.

Insomma, i prossimi anni dovrebbero vedere una trasformazione profonda del parco auto europeo.

Peraltro, nello scorso maggio la Commissione UE ha adottato una Strategia a lungo termine per una mobilità pulita, competitiva ed interconnessa (Europe on the Move) che prevede misure, tra le altre, per ridurre le emissioni di CO2 e l’inquinamento atmosferico, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, secondo il cui Piano d’azione veicoli elettrici dovranno rappresentare il 35% delle vendite di veicoli entro il 2030.

Il settore dei trasporti è uno dei principali driver dei cambiamenti climatici, causando il 23% delle emissioni globali di gas a effetto serra (GHG) connessi all’energia, e in Europa continua inesorabilmente ad aumentare, rappresentando ormai più del 70% di tutte le emissioni correlate, come ha evidenziato l’ultimo Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, per cui il percorso verso l’auto elettrica diventa obbligato.

Ma il mercato dell’auto elettrica stenta a decollare. Secondo il Global EV Outlook 2017, pubblicato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (lEA) in collaborazione con Clean Energy Ministerial Electric Wehicles Initiative, le auto elettriche e plug-in (ibridi) circolanti nel mondo nel 2016 erano 2 milioni e seppure ci sia stato un incremento del 60% rispetto al 2015, sono pur sempre una quota dello 0,1% del parco auto globale, che sale all’1,2% in Europa.

Il maggiore ostacolo che si frappone alla scoperta del mercato dei veicoli elettrici è attualmente, più che gli aspetti tecnologici o la limitata distribuzione delle colonnine di ricarica, la scarsa competitività in termini di costi rispetto ai veicoli a motore a combustione interna. Per questo motivo i Governi cercano di stimolarne la vendita tramite delle misure fiscali ed incentivi di vario tipo.
Un gruppo di ricercatori del Centro Comune di Ricerca (JRC) ha scoperto che vi è un forte rapporto tra l’incentivo finanziario e l’acquisto dell’auto elettrica.

I risultati della ricerca, che possono costituire una guida per i Governi e gli altri organismi decisionali per una strategia di promozione dell’auto elettrica, sono riportati nello Studio “The effect of fiscal incentives on market penetration of electric vehicles: A pairwise comparison of total cost of ownership“, messo online il 24 agosto 2017 sul sito EU Science Hub (il servizio di informazione scientifica della Commissione UE).

Abbiamo effettuato un confronto parallelo del costo totale di acquisto e di vendita delle auto elettriche in diversi Paesi europei: Francia, Germania, Italia, Ungheria, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Regno Unito – ha affermato Christian Thiel, uno degli autori – In Norvegia, gli incentivi determinano il costo totale di acquisto più basso, mentre nei Paesi Bassi, Francia e Regno Unito il prezzo totale di acquisto delle auto elettriche si avvicina a quello delle corrispondenti auto convenzionali. Negli altri Paesi il prezzo è ben superiore a quello delle vetture convenzionali. Abbiamo scoperto, inoltre, che mentre le esenzioni con un’unica aliquota favoriscono le grandi EV, le sovvenzioni forfettarie favoriscono le piccoli EV“.

In base ai risultati, la Norvegia fa gruppo a sé, con incentivi compresi tra 39%-67% del prezzo netto per i veicoli elettrici e tra 17%-23% per le auto ibride. Questi dati spiegano anche perché in Norvegia nel 2016 la quota di mercato di tali auto abbia superato il 40%.

In un secondo gruppo (Paesi BassiFrancia Regno Unito) il sistema degli incentivi e sgravi fiscali fa sì che il costo delle auto “pulite” sia molto vicino a quello delle auto convenzionali.

Infine, nel terzo gruppo (ItaliaGermaniaUngheria e Polonia) l’entità degli incentivi è tale che copre solo tra il 5% (In Italia) e il 10% (in Germania) del costo totale dell’auto elettrica o plug-in, pur considerando l’esenzione dalla tassa di circolazione annua.

C’è da considerare, come fanno osservare i ricercatori, che il mercato è molto sensibile alle variazioni delle politiche, come dimostra il caso del notevole aumento delle nuove immatricolazioni di auto elettriche e plug-in (+9,7%) nei Paesi Bassi dopo l’introduzione di ritocchi ulteriormente favorevoli al sistema degli incentivi e sgravi fiscali introdotti nell’ultimo anno, e come c’è da spettarsi che accada in Germania, dopo che il Governo ha deciso di introdurre sovvenzioni simili a quelle già in atto in Francia e Regno Unito, dove le immatricolazioni di auto elettriche stanno raddoppiando.

Che l’Italia fosse inesorabilmente indietro sul sistema degli incentivi alle auto elettriche, giustificando l’attuale 0,1% del parco circolante era stato segnalato da “E. Mobility Report“, il primo realizzato in Italia dall‘Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, che prende in esame, oltre al sistema di incentivazione italiano, le varie tipologie di veicoli che prevedono la possibilità di ricarica dalla rete elettrica e l’attuale scarsa distribuzione dei punti di ricarica.

Peraltro, la nuova Strategia Energetica Nazionale, elaborata di concerto dai Ministri dello Sviluppo Economico (MiSE) e dell’Ambiente (MATTM) ed attualmente in fase di consultazione (scadenza 31 agosto 2017), non pone chiari obiettivi al 2030 di penetrazione della mobilità elettrica e, soprattutto, non contiene le misure da prendere per realizzare gli obiettivi indicati di riduzione delle emissioni dai trasporti, limitandosi ad affermare che gli incentivi “dovranno essere proporzionali al differenziale di emissioni e di efficienza energetica“.
Questa non è una Strategia!

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.