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I trasporti costituiscono l’aspetto climatico più problematico per l’UE

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L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha diffuso il 1° giugno 2017, con almeno un paio di settimana di anticipo rispetto ai tempi consuetudinari, l’annuale “Rapporto sulle emissioni di gas ad effetto serra dell’UE (AnnualEuropean Union greenhouse gas inventory 1990 – 2015 and inventory report 2017) e l’ “Analisi delle tendenze chiave e dei responsabili delle emissioni di gas a effetto serra nell’UE tra il 1990 e il 2015” (Analysis of key trends and drivers in greenhouse gas emissions in the EU between 1990 and 2015), che devono essere trasmessi alle Nazioni Unite, secondo quanto previsto dalla Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) e nell’ambito del Protocollo di Kyoto.

Ne emerge che in termini assoluti, le emissioni totali di gas a effetto serra dell’UE sono aumentate nel 2015, anche se leggermente, per la prima volta dal 2010, anche a seguito di una ripresa economica nel 2015 più robusta (+2,2%), dopo che nel 2014 si era registrata una riduzione del 4%.

Ad aumentare di più sono state le emissioni dei trasporti, indotte dal traffico su strada, sia in termini di passeggeri e merci, e quelle per il riscaldamento, conseguente ad una maggiore domanda, essendo stato l’inverno 2015 più freddo dell’anno precedente.

La maggiore efficienza nel consumo di carburanti dei nuovi modelli di autoveicoli e aeromobili non è stata sufficiente a compensare le emissioni supplementari determinate da una maggiore domanda sia nel trasporto passeggeri che in quello delle merci.
Il trasporto stradale è stato responsabile di circa il 20% delle emissioni totali di gas a effetto serra dell’UE, in aumento (+1,6% sul 2014) per il secondo anno consecutivo, confermando che il settore è il principale problema climatico dell’Unione europea.

Complessivamente dal 1990 al 2015 l’UE ha ridotto le proprie emissioni di gas ad effetto serra del 22,1% e del 23,7% , se vengono escluse le emissioni dell’aviazione e della navigazione marittima internazionale, superando già adesso l’obiettivo al 2020 del 20%. La riduzione delle emissioni di gas serra in 24 anni è stata indotta da vari fattori, tra cui la crescente quota di utilizzo delle fonti rinnovabili, l’uso di carburanti a minor tenore di carbonio e al miglioramento dell’efficienza energetica, come pure dai cambiamenti strutturali dell’economia e dalla recessione economica. Nello stesso periodo l’economia dell’UE è cresciuta del 50%, dimostrando che è possibile una crescita economica a lungo termine e ridurre le emissioni di gas a effetto serra.

Anche se c’è da osservare che il “decoupling” non è risultato uniforme su tutta l’area UE. L’Italia, per esempio, risulta essere stata nel 2015 uno dei Paesi con il maggior aumento di emissioni in termini assoluti (+9,7 milioni di tonnelate) e relativi (+2,3%), ma la sua economia nello stesso periodo è cresciuta solo dello 0,8%.

Altri risultati per l’anno 2015:

 Le emissioni di gas a effetto serra nell’ambito del sistema europeo di scambio delle emissioni (ETS) sono diminuite dello 0,7%, escludendo l’aviazione, mentre le emissioni dei settori non commerciali sono aumentate dell’1,4%.

– Spagna, Italia e Paesi Bassi rappresentano i Paesi che hanno registrato i maggiori aumenti delle emissioni di gas a effetto serra nell’UE. Di contro, la Gran Bretagna ha mostrato la più consistente diminuzione.

– Il consumo totale di energia e le emissioni legate alla produzione energetica sono aumentati a causa dell’aumento di utilizzo del gas naturale e del greggio. Tuttavia, l’uso ridotto di combustibili solidi, per il terzo anno consecutivo, e l’aumento sostenuto delle energie rinnovabili, in particolare biomasse, eolico e solare, hanno compensato le maggiori emissioni. È diminuita la produzione di energia da idro e nucleare.

– Nonostante l’aumento delle emissioni, l’intensità del carbonio del sistema energetico dell’UE è diminuita per effetto della maggior percentuale di utilizzo di fonti rinnovabili, e nell’ambito dei combustibili fossili, per il maggior consumo di gas rispetto al carbone.

– Le emissioni di gas a effetto serra UE provenienti dalla refrigerazione e dall’aria condizionata sono diminuite, terminando un aumento quasi esponenziale delle emissioni di idrofluorocarburi (HFC) dal 1990.

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