Nel corso del Congresso ESC, è stato presentato uno Studio randomizzato e a lungo termine che ha confrontato gli effetti del vino rosso e bianco sui marker dell’aterosclerosi e degli stress ossidativi, confermando che un moderato consumo di vino in aggiunta ad una regolare attività fisica può costituire una protezione contro le malattie di cuore.
Si è concluso ieri a Barcellona-Spagna (31 agosto-3 settembre 2014) il Congresso della Società Europea di Cardiologia (ESC) che è attualmente il più grande Congresso mondiale di medicina cardiovascolare rappresentando ben 80.000 Specialisti dell’intera Europa e della regione Mediterranea.
Nel corso della sessione “Nuove informazioni circa gli stili di vita e la prevenzione delle malattie cardiovascolari”, sono stati presentati i risultati di “In Vino Veritas”, studio RCT (randomized controlled trial) ovvero studio sperimentale che permette di valutare l’efficacia di uno specifico trattamento in una determinata popolazione.
Lo Studio, condotto dal Professor Miloš Táborský della Repubblica ceca assieme ad altri colleghi della Clinica Universitaria di Olomouc (Moravia), ha confrontato gli effetti a lungo termine del vino, sia rosso che bianco, sui marcatori dell’aterosclerosi (condizione per cui le arterie si intasano con sostanze grasse, compreso il colesterolo che, come si sa, è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari), e dello stress ossidativo (condizione patologica causata dalla rottura dell’equilibrio fisiologico, fra la produzione e l’eliminazione, da parte dei sistemi di difesa antiossidanti, di specie chimiche ossidanti, che può accelerare il fisiologico processo di invecchiamento, provocando l’insorgenza di numerose malattie soprattutto dell’apparato cardiovascolare).
Fin dal 1990, alcuni ricercatori avevano indicato che un moderato consumo di vino, soprattutto rosso, avrebbe un effetto protettivo sulle malattie cardiovascolari (CVD) per la sua attività antiossidante e vasodilatatrice svolta. In particolare, studi retrospettivi avevano trovato che il vino faceva aumentare i livelli di HDL, il colesterolo “buono”, tuttavia nessuno studio era mai stato condotto a lungo termine, prospettico, multicentrico, randomizzato, che confrontasse gli effetti di regolare consumo di vino sui marker dell’aterosclerosi e del colesterolo.
“In Vino Veritas” ha coinvolto 146 persone con lieve o contenuto rischio di malattie cardiovascolari, secondo lo HeartScore (strumento interattivo per la previsione e la gestione del rischio di infarto e ictus), che durante la loro dieta abituale hanno “moderatamente” bevuto vino rosso (Pinot Noir) e bianco (Chardonnay-Pinot) come da indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la quale il “consumo moderato” corrisponde all’assunzione di 0,2 l. per le donne e di 0,3 l. per gli uomini, cinque volte a settimana. I partecipanti hanno tenuto, inoltre, un diario in cui hanno annotato il loro consumo di vino e di altre bevande alcoliche, l’uso e la quantità dei farmaci e il tipo di esercizio fisico svolto. Addirittura, per evitare che vendessero il vino offerto, erano tenuti a restituire i tappi delle bottiglie per confermare che avevano effettivamente bevuto il loro contenuto.
L’endpoint (la tipologia di misurazione dell’esito in uno studio clinico) primario è stato il livello di colesterolo HDL ad un anno, mentre gli endpoint secondari erano i livelli di altri marker di aterosclerosi, tra cui il colesterolo LDL.
I ricercatori hanno scoperto che non vi è stata alcuna differenza tra i livelli di colesterolo HDL a distanza di un anno dall’inizio dello studio, in entrambi i gruppi di vino rosso o bianco; mentre i livelli di colesterolo LDL sono risultati più bassi in entrambi i gruppi e il colesterolo totale era inferiore solo nel gruppo del vino rosso.
“Un aumento del colesterolo HDL è l’indicazione principale di un effetto protettivo contro le malattie cardiovascolari – ha affermato Táborský – Quindi possiamo concludere che sia il vino rosso che il bianco non hanno avuto alcun impatto sui partecipanti allo studio nel suo complesso. L’unico risultato positivo e continuo si è constatato nel sottogruppo di pazienti che hanno svolto maggior esercizio fisico, praticato con regolarità almeno due volte a settimana e abbinato al consumo di vino ha visto aumentare i livelli di colesterolo HDL e diminuire quelli di LDL e del colesterolo totale. Ciò può significare una certa sinergia tra la bassa dose di alcol etilico nel vino e l’esercizio fisico, proteggendo contro le malattie cardiovascolari”.
“In un futuro studio – ha proseguito il ricercatore – metteremo a confronto gli effetti del vino rosso e bianco su marker di aterosclerosi nei pazienti ad alto rischio di CVD che prendono le statine [ndr: i farmaci più efficaci per ridurre la colesterolemia totale e LDL] e fanno regolare esercizio fisico, sperando di trovare che il consumo moderato di vino non sia dannoso in questi pazienti”.
“Il nostro studio dimostra – ha concluso Táborský – che la combinazione di moderato consumo di vino, più un esercizio fisico regolare migliora i marker dell’aterosclerosi, suggerendo che questa combinazione protegge contro le malattie cardiovascolari”.
Secondo i ricercatori, i risultati ottenuti offrirebbero elementi per comprendere meglio il controverso e ampiamente dibattuto “French paradox”, termine coniato da Serge Renaud, scienziato dell’Università di Bordeaux, per indicare il fenomeno per il quale in Francia, nonostante il relativamente alto consumo di alimenti ricchi di acidi grassi saturi, l’incidenza di mortalità per malattie CVD è inferiore rispetto ad altri Paesi dieteticamente comparabili, avanzando l’ipotesi che sia da mettere in relazione al consumo di vino rosso.