Biodiversità e conservazione Flora

Prende vita a Padova il nuovo Giardino della Biodiversità

Prende vita a Padova il nuovo Giardino della Biodiversità

Sarà completato entro l’estate del 2014 l’ampliamento dell’Orto Botanico dell’Università di Padova. Un investimento di oltre 20 milioni di euro per il primo giardino botanico universitario al mondo che da oggi si arricchisce di 1300 specie vegetali, preparandosi ad attrarre una parte dei visitatori dell’Expo 2015.

1300 nuove specie vegetali che si vanno ad aggiungere alle sei mila già coltivate e un wikiorto per restare a contatto con le piante attraverso il web.

Così prende vita il nuovo Giardino della Biodiversità dell’Orto Botanico dell’Università di Padova, il primo giardino botanico universitario al mondo nato nel 1545 per coltivare e studiare le piante medicinali, per secoli modello di riferimento degli Orti botanici Europei, e dal 1997 patrimonio dell’Unesco.

La nuova ala dell’Orto patavino è stata inaugurata pochi giorni fa e come ha spiegato il Rettore dell’Università di Padova Giuseppe Zaccaria “E’ composta da una superficie di 15 mila mq denominata appunto Giardino della Biodiversità che si aggiunge a quella storica di 22mila mq già esistente. Un progetto che conta un investimento di oltre 20 milioni di euro e che sarà completato entro l’estate del 2014”.

L’obiettivo è quello di accompagnare i visitatori lungo un percorso fitogeografico dei 5 continenti – continua Zaccaria – attraverso un viaggio affascinante che va dalle aree tropicali alle zone aride, passando per tutti i biomi del pianeta, ossia quelle ampie porzioni di biosfera che riuniscono ecosistemi caratterizzati dalle medesime condizioni ambientali, arrivando fino allo spazio per illustrare le possibilità di vita in ambiti extraterrestri”.

L’ampliamento nasce dall’esigenza di coniugare ricerca, innovazione, tutela della biodiversità e intrattenimento con l’obiettivo di intercettare un pubblico sempre più ampio, tra cui parte dei flussi di visitatori dell’Expo 2015 di Milano.

L’idea espositiva prende forma in una grande teca di vetro lunga circa 100 metri e alta dai 18 ai 15, che illustra un’ideale sezione del globo, dall’equatore degradando verso i poli. Qui, in 5 serre lunghe 110 metri, sono portati in vita i diversi ambienti, da quelli con condizioni più favorevoli per la vita (con abbondante umidità ed elevate temperature che fanno crescere la foresta pluviale) sino alle condizioni più estreme (dove il freddo e la scarsa umidità rendono la vita quasi impossibile).

L’esposizione all’interno delle cinque serre si articola in tre diversi percorsi:

la pianta e l’ambiente: oltre 1300 specie ripartite in aree che simulano le condizioni climatiche dei differenti biotipi: foresta pluviale tropicale, foresta tropicale subumida e savana, clima temperato e mediterraneo, clima arido, tundra artica, tundra alpina e antartide.

la pianta e l’uomo: tramite pannelli, filmati, exhibit interattivi, reperti, le nuove serre raccontano il pianeta dal punto di vista delle forme di vita vegetali indagando il ruolo svolto nel rapporto con l’uomo.

la pianta nello spazio: un approfondimento futuro sui temi legati alle possibili condizioni di vita extra-terrestre: simulazioni di viaggio, come quella di un equipaggio nello spazio, oppure di tipo insediativo, o ipotesi di una colonia su Marte, sono utilizzate per esemplificare queste riflessioni.

All’esterno delle serre, le aiuole sono dedicate a temi specifici e prevedono la coltivazione di specie compatibili con il clima locale, quali le piante alimurgiche, i giardini fioriti, le piante aromatiche.

L’edificio è progettato per il recupero delle acque piovane, garantendo al sistema l’autosufficienza idrica, e per ridurre il più possibile l’impatto ambientale: la sua forma e l’articolazione di spazi e impianti sono ottimizzati per sfruttare al massimo l’apporto dell’energia solare e per trasformare l’ambiente interno e quello circostante, grazie a soluzioni progettuali e tecnologiche. In numeri: è di 450mila litri la capacità della vasca per il recupero delle acque piovane e di quasi 34mila kg la quantità di Co2 non immessa nell’atmosfera utilizzando l’energia solare.

Nel giardino della biodiversità, inoltre, anche un comune smartphone o un tablet diventeranno per i visitatori strumenti per relazionarsi con gli ambienti e le piante: un wikiorto che vivrà sul web consentirà ai visitatori di prepararsi alla visita e di rimanere in contatto con le piante anche una volta usciti dai cancelli. Il sito dell’Orto permetterà di scaricare applicazioni, esplorare i percorsi e acquistare il biglietto. Durante la visita, l’accesso a informazioni e approfondimenti tramite i cartellini di identificazione delle piante offrirà la possibilità di ampliare le conoscenze nonché di provare esperienze di realtà aumentata. All’uscita, una speciale app consentirà di restare in contatto con l’Orto, continuando a far parte di una comunità virtuale.

Accanto alla ricerca e allo studio – conclude il rettore – la nuova superficie dell’Orto si propone di essere anche un luogo di aggregazione urbana, che nel tessuto cittadino trova una sua armonica collocazione. Una vera e propria destination place dove il cittadino esce dal caos della città per entrare a contatto con la natura”.

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