Ambiente & Società

Global Risks Report 2025: quelli ambientali dominano panorama

Il Global Risks Report 2025 del WEF segnala quest’anno che il rischio maggiore a breve termine è costituito da misinformazione e disinformazione, con eventi climatici estremi e conflitti armati che completano il podio, ma per i prossimi 10 anni 4 rischi ambientali (eventi meteorologici estremi; perdita di biodiversità; cambiamenti critici degli ecosistemi; carenza di risorse naturali) sono inseriti nei primi 4 posti e un quinto (inquinamento) chiude la top ten.

È stata presentata il 15 gennaio 2025 la XX edizione del “Global Risks Report” del World Economic Forum (WEF), che anticipa tradizionalmente il Forum di Davos (20-24 gennaio 2025), la località sciistica svizzera dove si svolge da 55 anni l’incontro dei principali esponenti del mondo economico, politico, scientifico e culturale per discutere dei principali problemi sullo scenario internazionale e sulle sfide politico-economiche che si prospettavano a breve e a medio-lungo termine, e che quest’anno si concentrerà su 5 aree chiave: Reimagining Growth (Ripensare la crescita); Industries in the Intelligent Age (Industrie nell’era intelligente); Investing in People (Investire nelle persone); Safeguarding the Planet (Salvaguardare il Pianeta) e Rebuilding Trust (Ricostruire la fiducia).

Il Global Risks Report si rivolge principalmente ai risk manager e a chiunque sia coinvolto nella gestione del rischio all’interno della propria organizzazione, ma costituisce una risorsa fondamentale per coloro che vogliono essere informati sui rischi a livello globale ed essere pronti a prendere decisioni consapevoli per mitigarli.

Come consuetudine, il Rapporto, redatto con collaborazione di Marsh & McLennan Companies e Zurich Insurance Group, si basa sui risultati del Global Risks Perception Survey 2024-2025 (GRPS), l’indagine condotta tra il 2 settembre e il 18 ottobre 2024, che raccoglie gli approfondimenti da oltre 900 esperti in tutto il mondo in merito ai “rischi globali” ovvero alla possibilità del verificarsi di un evento o condizione che qualora si concretizzassero avrebbero un impatto negativo su una percentuale significativa del PIL globale, della popolazione o delle risorse naturali, raggruppati nelle tradizionali 5 categorierischi economici, ambientali, geopolitici, sociali e tecnologici.

Oltre la metà degli intervistati prevede una certa instabilità entro due anni, a dimostrazione della diffusa frattura della cooperazione internazionale. Le proiezioni a lungo termine segnalano sfide ancora maggiori, poiché si prevede che i meccanismi di collaborazione affronteranno una pressione crescente. I rischi sociali come la disuguaglianza e la polarizzazione sociale sono in primo piano nelle classifiche dei rischi sia a breve che a lungo termine. Le crescenti preoccupazioni per l’attività economica illecita, i crescenti oneri del debito e la concentrazione delle risorse strategiche evidenziano vulnerabilità che potrebbero destabilizzare l’economia globale nei prossimi anni. Tutti questi problemi rischiano di esacerbare l’instabilità interna e di erodere la fiducia nella governance, complicando ulteriormente gli sforzi per affrontare le sfide globali.

Le forze strutturali pluridecennali evidenziate nel Global Risks Report dell’anno scorso (accelerazione tecnologica, cambiamenti geostrategici, cambiamenti climatici e biforcazione demografica) e le interazioni che hanno tra loro hanno continuato la loro marcia in avanti – ha scritto nella Premessa Saadia Zahidi, Direttrice generale del WEF Forum – I rischi che ne conseguono stanno diventando più complessi e urgenti e accentuano un cambiamento di paradigma nell’ordine mondiale caratterizzato da maggiore instabilità, narrazioni polarizzanti, erosione della fiducia e insicurezza. Inoltre, ciò sta accadendo in uno scenario in cui gli attuali quadri di governance sembrano mal attrezzati per affrontare sia i rischi globali noti che quelli emergenti o per contrastare la fragilità che tali rischi generano”.

Tutti i 33 rischi nella classifica aumentano il loro punteggio di gravità nel lungo termine, riflettendo le preoccupazioni degli intervistati circa l’aumento della frequenza o dell’intensità di questi rischi nel corso del prossimo decennio.

A lungo termine, i rischi ambientali dominano il panorama. Eventi meteorologici estremi, perdita di biodiversità e collasso degli ecosistemi sono le minacce più temute per i prossimi dieci anni. L’inquinamento, spesso trascurato, si colloca tra i rischi significativi sia a breve sia a lungo termine, evidenziando i gravi impatti sulla salute umana e sull’ambiente.

Il rapporto mette in luce anche i rischi legati alle tecnologie emergenti, come la disinformazione amplificata dall’intelligenza artificiale, e le crescenti disuguaglianze sociali, che alimentano instabilità e polarizzazione. La fiducia nei sistemi di governance è in crisi, e le strutture multilaterali devono affrontare una pressione crescente.

Dai conflitti al cambiamento climatico, stiamo affrontando crisi interconnesse che richiedono un’azione coordinata e collettiva – ha affermato Mark Elsner, responsabile della Global Risks Initiative del WEF – Sono urgentemente necessari nuovi sforzi per ricostruire la fiducia e promuovere la cooperazione. Le conseguenze dell’inazione potrebbero farsi sentire per le generazioni a venire“.

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