Cibo e alimentazione

Dieta sostenibile e salutare: riduce il consumo di acqua e terra

Uno Studio coordinato dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano ha scoperto che ottimizzando l’uso delle terre coltivabili e i flussi commerciali si potrebbe nutrire il mondo con la dieta EAT-Lancet, riducendo i terreni coltivati ​​del 37-40% e l’acqua per l’irrigazione del 78%.

Un innovativo modello agro-idrologico distribuito spazialmente con un’analisi di ottimizzazione lineare per ricollocare le colture, riducendo al minimo, su scala nazionale, il consumo di acqua per l’irrigazione e migliorando al contempo il raggiungimento a livello mondiale degli obiettivi nutrizionali EAT-Lancet, suggerisce come riorganizzare i sistemi alimentari per proteggere l’ambiente e migliorare la salute umana.

È quanto emerge dallo Studio Meeting the EAT-Lancet ‘healthy’ diet target while protecting land and water resources”, pubblicato su Nature Sustainability e condotto da ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano, in collaborazione con colleghi della Scuola di Agricoltura e Sostenibilità alimentare dell’Università del  Queensland (Australia) e del Dipartimento di Scienze ambientali, Politiche e Gestione dell’Università di California-Berkeley.

Le diete sane sono note per i loro co-benefici di riduzione degli impatti ambientali e di abilitazione delle stesse risorse agricole a nutrire una popolazione umana più numerosa. La dieta EAT-Lancet è un modello alimentare basato su principi scientifici che mira a migliorare la salute umana e ridurre l’impatto ambientale della produzione alimentare. Essa prevede un equilibrio tra cibi di origine vegetale, come cereali integrali, frutta, verdura, legumi e frutta secca, e una quantità limitata di alimenti di origine animale. L’adozione della dieta EAT-Lancet aumenta la quota di commercio alimentare globale della produzione alimentare globale, misurata in chilocalorie, dal 25% (baseline) al 36%.

Tuttavia, fino ad oggi, non era chiaro in quale misura i requisiti della dieta EAT-Lancet possano essere soddisfatti su scala globale senza compromettere le risorse naturali. Utilizzando un modello agro-idrologico integrato con analisi di ottimizzazione, i ricercatori hanno esplorato 6 scenari dietetici specifici per paese, scoprendo che la redistribuzione delle colture e il miglioramento dei flussi commerciali potrebbero ridurre del 37-40% le aree coltivate globali, del 78% il consumo di acqua per irrigazione e del 22% le aree irrigate in modo non sostenibile del 22%, consentendo al contempo di soddisfare gli obiettivi nutrizionali della dieta EAT-Lancet.

Il modello adottato ha evidenziato, inoltre, che questa dieta richiederebbe un aumento del commercio alimentare internazionale, portando la quota di produzione destinata all’export dal 25% al 36%. Sul fronte economico, si stima un aumento del 4,5% dei costi alimentari, a fronte di significativi benefici ambientali e nutrizionali.

Produzione agricola per scenario alimentare (Fonte: nature Sustainability, 2024)

Questo studio dimostra che è possibile garantire diete salutari e sostenibili per tutti, proteggendo le risorse fondamentali del pianeta – ha affermato la coordinatrice dello Studio, la Professoressa del POLIMI Maria Cristina RulliLa nostra ricerca suggerisce che una redistribuzione intelligente delle colture e una migliore gestione dei flussi commerciali potrebbero migliorare l’efficienza dell’uso delle risorse agricole e idriche su scala globale. Tutto questo però, per essere messo in atto, ha bisogno sia di politiche adeguate che sostengano tale riorganizzazione del sistema cibo anche economicamente sia di accettazione e condivisione sociale, nonché di processi di co-creazione coi produttori locali per ciò che attiene la redistribuzione delle colture”.

L’8 novembre scorso, la Professoressa Maria Cristina Rulli che coordina al POLIMI il Glob3Science (Global Studies on Sustainable Security in a Changing Environment) e Paolo D’Odorico dell’Università della California – Berkeley, uno degli autori dello Studio, sono stati insigniti del Prince Sultan Bin Abdulaziz International Prize for Water (PSIPW) presso le Nazioni Unite,  per le loro analisi innovative sul legame acqua-energia-cibo, che offrono soluzioni concrete per una gestione sostenibile delle risorse idriche, rispondendo alle sfide globali di un mondo in continua evoluzione.

Immagine di copertina: Planetary Health Alliance

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